Estero

Presidenziali in un’America fortemente confusa

trump clintonStates un po’ fuori controllo, Così è apparso il recente match fra Hilary Clinton e Donald Trump.
Roma, 11 ottobre 2016 – Vero che l’America puritana si riconosce e si contraddice allo stesso tempo in questa soap che i due contendenti hanno messo in piedi.

Vero e ripetuto ovunque che una cosa è “la mela”, l’ammaliante N.Y., un’altra è tutta la realtà composta da circa 325 milioni di persone.
Molteplice, variegata, difforme quanto più è possibile. Allora in un mondo scivolato su tutto, sicurezza,  guerra, disuguaglianze, anche nel disorientamento di tanti giovani ben accaparrati dall’alcool, dalla droga, dai videogiochi d’urto, figli della tecnologia effimera,
dalle armi, cosa resta (appellandoci ad uno scoramento esistenziale francese d’altri tempi) delle buone intenzioni, dell’esempio, della freddezza fattiva,  previsti e richiesti enfaticamente ad un presidente?
Uno spirito un po’ macho ma nel guanto di velluto oppure altro evangelico ma nel pugno di ferro è eppur vero che i confederati lo avevano già mostrato nei propri presidenti.
Ma ora è un’altra cosa. L’eterno ragazzone, uomo, qui si confronta con una donna. Cosa?  Una donna.
E qui diventa tutto vero. Sconvolgentemente vero. Paradossalmente vero, ossia attinente alla realtà. Ribaltata la presenza femminile, prima nel ruolo di compagna fedele, al fianco del vittorioso, comprensiva, pur se dedita, nelle primedonne succedutesi in passato, dall’uncinetto alla bottiglia o ad altre donne e in modo vario, ora la donna porta con sé e in sé un’altra scena.
Quanto detto e non detto, quanto verificato o non verificabile, per una donna non può essere. Tranne che sulle passerelle di moda, quanto riguarda una donna pesa sempre come eccessivo, non risparmia, deve essere esaminato, valutato. Come la maternità, che a differenza di quanto accade agli uomini, che poi i figli però per il loro futuro se
li ritrovano,  comporta spesso, a parte apparenti leggi disattese, di far rischiare spesso o perdere il posto di lavoro.
Dunque, una donna. E Hilary sta giocando, in equilibrio difficile e nuovo per gli States, il ruolo di ex first lady, di ex avvocato, di ex segretario di stato e quello di moglie, mamma, nonna e aspirante a breve alla presidenza. Passare dal ruolo di comprimario senza chiavi di controllo a primo possibile artefice di milioni di destini in uno stato con forti priorità presidenziali, passare per molti da un immaginario rassicurante ad un ruolo di eroina democratica con  – se serve –  la spada in mano richiede e comporta nuove regole. Messe sul piatto per lei, ma che, nella tavola necessariamente e inevitabilmente
imbandita per entrambi gli avversari, si presentano ora anche nel piatto di lui.
Tutto ciò non accaduto fino a questo punto quando la Clinton gareggiava con Obama. E molto, comunque, lo abbiamo dimenticato. Quella volta c’era già per Obama la quasi incredibile novità dell’aspirante presidente non bianco che trainava verso o escludeva
dal consenso pubblico e per Hilary l’uscita più vicina nel tempo dal precedente ruolo di moglie del presidente che, comunque, aveva abituato gli sguardi ed il fatto che in carica c’era “altro”, temuto, di parte opposta.
Il fronte politico era, anche se diversamente interpretato, per entrambi il medesimo e non poneva scelte di azione così perentorie. E Hilary non aveva ancora ricoperto un eminente ruolo politico, non solo pubblico, in prima persona.
Ora i tiri si incrociano implacabili. Ed ecco, oggi, tutto si sversa sul capo di Donald, come su quello di un ex ballerina che voglia diventare lady, ed ecco tutto pende sul capo di Hilary, come su quello di un pugile che ambisca ad essere assistente all’infanzia. Tutto, giustamente, viene smistato, selezionato, valutato.
Forse, quasi sicuramente, con qualche aderenza alla realtà, i contendenti portano, prima storicamente amici e peggio anche di famiglia, a proprio favore il peggio sul ring, mostrando a noi cosa e cosa abbia tenuto le loro biografie fino ad oggi, nelle quali vengono ben messi in secondo piano gli anni di affari di successo di Donald  e
gli anni di impegni sociali di Hilary.
Vorremmo tanto capire, dato che tanti colpi di scena tutti insieme, sono difficilmente credibili, come mai e in nome di cosa fino ad oggi tanti fatti, ora sciorinati da parte avversa, siano restati silenti, nei tempi dove tutto ci rincorre. E ci chiediamo se una tenzone fra uomini avrebbe portato in evidenza tanti stracci o se i medesimi potessero restare, in altro caso, ben stirati e riposti nei cassetti chissà se da donne.

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