Venga a prendere il caffè da noi

Tognazzi in gran forma nella commedia di Lattuada.

Roma, 24 settembre 2020. “Venga a prendere il caffè da noi… Faccio uno strappo alla regola e anticipo, relativamente alla data precisa di uscita, il film che vado a ricordare.

Approfittiamo di una recentissima riproposizione sulle reti Sky e per non andare in sovrapposizione con un altro grande evento di cui vi parlerò da queste colonne.

Il 1 ottobre 1970 debutta nelle sale cinematografiche una delle migliori commedie italiane: <<Venga a prendere il caffè da noi>>, tratto dal romanzo di Piero Chiara <<La spartizione>>.

Il film ‘Venga a prendere il caffè da noi’ è diretto con egregia maestria da Alberto Lattuada.

La pellicola è uno dei più riusciti ritratti della piccola borghesia della provincia italiana, tra perbenismo e repressione sessuale.

Protagonista uno smagliante Ugo Tognazzi a suo agio nel ruolo di un vice-capufficio, impiegato presso il Ministero delle Finanze, distaccato a Luino sul lago Maggiore.

Tognazzi-Paronzini è integerrimo nel suo lavoro quanto calcolatore e spietato nell’inserirsi nella realtà di una benestante famiglia del posto composta da tre sorelle nubili orfane di un  padre, patrocinatore legale, molto stimato.

Paronzini, approfittando di una consulenza relativa alla successione del defunto genitore delle tre sorelle, entra nel contesto famigliare.

Con lucida determinazione,  corteggia e sposa la matura primogenita per arrivare pian, piano, anche a divertirsi con le altre cognate.

Appassionato dello scrittore Paolo Mantegazza, Paronzini fa suoi alcuni principi dello stesso, come quello che ad una certa età un uomo deve avere le 3 C:<<carezze, caldo, comodo>>.

Il personaggio di Tognazzi si rivela l’incarnazione di una sessualità che diventa specchio deformante di relazioni umane represse, con punte di assoluta bravura nello svolgimento della parte.

A mio avviso il monologo che recita nella scena di un pranzo insieme alle tre sorelle nel raccontare i patimenti, gli stenti, del passato conflitto mondiale è da premio Oscar.

Il finale è tragicomico con Paronzini, ormai preso nel vortice sessuale delle tre donne, che viene colto dopo una nottata piena da trombosi.

La trombosi, proprio  poco prima di insidiare anche la giovane cameriera di famiglia e che finisce completamente invalido, muto, accudito in tutto e per tutto dalle sue ninfe.

Eccellente la regia di Lattuada che tratta i temi più pruriginosi lasciando intendere quello che avviene ma senza scadere sulla scontata visione di facili nudi.

Insieme a Tognazzi bravissime le tre sorelle interpretate da Francesca Romana Coluzzi, Angela Goodwin e Milena Vukotic.

Bravo anche Fred Bongusto autore della colonna sonora col motivo conduttore <<Tutta tutta>> cantata dal complesso I Giganti.

 

 

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