Sala Umberto – “La piccola bottega degli orrori” con Gianpiero Ingrassia e Fabio Canino.

La magia di una pianta rara

Roma, 04 dicembre 2019 – In una strada di New York, piena di gente canterina che ha voglia di divertirsi e di ridere, proprio a ridosso dei grattacieli illuminati di Manhattan (scena di Gianluca Amodio illuminata da Oscar Lepore), c’è un piccola bottega di fioraio che ben presto sarà nota come “La piccola bottega degli orrori”, quando Roger Cormon ne racconterà gli eventi in una commedia particolare e Franz Oz la trasformerà in un film divenuto un cult che dimostra come l’horror e la risata possono convivere con vicendevole beneficio.
Da allora, molta strada è stata percorsa fino a giungere a questa edizione della Sala Umberto, a trent’anni esatti dalla prima apparizione sulle scene italiane con Gianpiero Ingrassia protagonista e, per la prima volta in un musical, un Fabio Canino comprimario che per l’occasione ha imparato a cantare con bella voce baritonale e a ballare… Ma procediamo con ordine.
Tutto comincia come nelle favole…
C’era una volta un giovane timido e gentile, Seymour Krelborn (l’impareggiabile Ingrassia), lavorante tuttofare nel negozio di fiori dell’avido e arrogante Mr. Mushnik (chi meglio di Fabio Canino). Ma per la mancanza di clienti si rischia la chiusura dell’attività. Seymour allora chiede al padrone di mettere in vetrina per attirare la gente una strana pianta che ha comprato in un negozio cinese in una notte di plenilunio. Detto fatto, la sua sola esposizione fa sì che entri un cliente incuriosito con una banconota di cento dollari da convertire in un grande fascio di rose rosse. E subito dopo ancora altri, attratti irresistibilmente da lei, quella bizzarra pianta con chioma riccioluta che Seymour chiama Audrey II, con il nome dell’altra collaboratrice del negozio, Audrey (deliziosa Belia Martin dalla voce splendente come i costumi di Federica Grossi), di cui è segretamente innamorato, la quale invece è succuba dell’amore per Orin Scrivello (Emiliano Geppetti), un dentista violento, che sniffa gas esilarante.
Felice di aver conservato il posto di lavoro, Seymour deve constatare che la sua piantina se ne sta morendo e a nulla valgono acqua fresca e concimi raffinati per darle energia, fin quando preparando un bouquet, il giovane non si punge con una spina facendo zampillare una goccia di sangue fresco e succulento. Immediatamente Audrey II (bravissimo Lorenzo di Pietro in arte la drag queen di rinomanza internazionale Velma K) si mostra particolarmente eccitata e quando vede Seymour succhiarsi il dito ferito si protende come a voler assaggiare quel liquido pastoso. Subito dopo, come per un miracolo, Audrey II comincia a crescere, solleva le sue foglie cadenti e apre la sua bocca bramosa. Ormai non c’è dubbio, Vuole carne viva per nutrirsi, anzi sangue umano. L’insolita bellezza della pianta rara viene intanto all’attenzione della stampa e Seymour diventa giustamente famoso e ricercato. Ma ancora non riesce a far breccia su Audrey che gli preferisce sempre il violento fidanzato che se la porta in giro con la sua moto rombante e la rimanda indietro con tutte le attenzioni che il suo sadismo gli suggerisce: un occhio nero, una spalla lussata ed altro. Ma giunge il tempo della riscossa, quando Seymour si trova nella necessità di imboccare uno dei cammini del bivio: trovare cibo fresco per Audrey II o lasciarla morire di fame rinunziando così a tutto ciò che la fama acquisita di botanico comporta e magari ad un futuro d’amore in una casettina con un giardinetto pieno di fiori profumati e tanti bei bimbi.
Se volete scoprire la sua scelta correte a teatro, e vedete cosa vi propone la regia di Piero Di Blasio che ha creato un amalgama perfetto fra voci belle e intonate, coreografie (Luca Pelusi) adatte a raccontare una città dove l’impossibile si scioglie nel suo contrario, dove tra risate, rallegrati dai costumi di colori fluo delle vesti di un meraviglioso trio di ragazze, Crystal, (Giovanna D’angiò),Chiffon (Stefania Fatepietro) e Ronnette (Claudia Portale) che impersonano le energie vitalistiche di New York, colorate di rosso, blu elettrico e verde, cantando e ballando, vi aspetta una serata di risate e di paura.

Brr… brr… .

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