
Venerdì 26 dicembre 2025 – Lo scorso anno, su questa testata, un breve articolo (Merci les italiens!) celebrava una galleria di attori che hanno reso grande il cinema francese.
La rassegna era composta di tanti personaggi italiani di nascita o d’origine, a schernire amabilmente il tradizionale sciovinismo transalpino.
Per colpevole dimenticanza, al redattore sfuggiva di menzionare un altro importante attore rital (ricordiamo che questo era il termine dell’argot popolare francese con cui venivano dispregiativamente chiamati i nostri immigrati del secondo dopoguerra).
Parliamo di Michel Piccoli.
La ricorrenza del centenario della sua nascita ci consente di porre rimedio alla fallanza.
Michel venne alla luce a Parigi il 27 dicembre 1925, dal matrimonio tra il violinista Henri Piccoli (discendente da immigrati ticinesi) e la pianista Marcelle Expert- Bezançon.
Respirando atmosfera d’arte sin dalla culla, fu naturale per Michel trovare la sua strada in quel campo.
Delle arti, fu la settima quella che lo attrasse.
Appena ventenne, esordì nella pellicola Sortilèges uscita nel 1945 (in italiano “Silenziosa minaccia”), diretto da Christian-Jacque che ne curò la sceneggiatura con il grande poeta Jacques Prévert.
Ambientato nell’Alvernia del XIX secolo, il film fu girato nel 1944 nella Francia ancora sotto l’occupazione nazista, con riprese esterne realizzate sulle vette del Massif Central.
Da lì l’inizio di una carriera lunghissima, che in settant’anni ha visto Piccoli recitare in oltre 180 pellicole, l’ultima quasi novantenne nel 2014.
Impossibile, ma anche superfluo, sciorinare pur anche una selezione dei suoi film; si vada a consultare le biografie per scorrere l’elenco, e magari farsi venir voglia di vederne o rivederne qualcuno.
I maggiori registi del cinema francese lo hanno voluto come interprete: Jean Renoir, Jean Luc Godard, Alain Resnais, Roger Vadim, Claude Sautet, Claude Chabrol, Louis Malle, Bertand Tavernier, Édouard Molinaro (toh, ecco un altro figlio di italiani…).
Ma a sceglierlo come attore feticcio furono in particolare due registi stranieri: lo spagnolo Luis Buñuel e l’italiano Marco Ferreri.
Per ricordare Michel Piccoli, faccio la scelta personale di citare un solo film, forse tra i suoi meno noti: Milou a maggio (Milou en mai) diretto da Louis Malle nel 1990, da cui è tratta l’immagine d’accompagno di questo articolo.
Ambientato nel maggio del 1968 nel Sud-Ovest francese, è una commedia raffinata, che stigmatizza la mentalità della borghesia nell’epoca della contestazione.
Michel interpreta il protagonista Milou, a guidare un eccellente cast, sulle note della colonna sonora di Stéphane Grappelli (il grande violinista, all’anagrafe Stefano, era rampollo di nobiltà ciociara, marchesi di Alatri, tanto per ritornare ai nostri ritals).
Piccoli, scomparso nel 2020, rappresenta quindi un altro figlio di italiani a cui il cinema francese deve molto.
Un Attore con la maiuscola, a dispetto del suo cognome minimizzante.
Merci, grande signor Piccoli!!!!
(fonte immagine: https://www.virtual-history.com/movie/film/26502/milou-en-mai)



