Racconti di sport

Racconti di sport. “Ciccio-gol”

calcio grazianiStoria breve di Francesco Graziani nel giorno del suo compleanno.

Roma, 16 dicembre – Nel calcio come nella vita ci sono persone alle quali ci si affeziona più che ad altre per i più svariati motivi. Una simpatia naturale, esperienze comuni o quant’altro. E’ il caso, per quello che ci riguarda, di Francesco “Ciccio” Graziani, uno dei campioni della nostra gioventù. E dato che oggi compie 63 anni (è nato a Subiaco il 16 dicembre del 1952) gli vogliamo proprio fare gli auguri, perché sono sentitissimi. Il fatto è che lui ci piaceva già quando giocava per il suo donarsi tutto alla squadra, tanto che lo avevano soprannominato “il generoso”. E poi ci è piaciuto ancor di più quando lo abbiamo conosciuto, per quella sua simpatia innata e per la capacità comunicativa che madre natura gli ha donato. Al di là di questo, però, è chiaro che il nostro personale e primario ricordo di Ciccio è legato al Toro, con il quale vinse lo scudetto di Radice nel 1975-76 insieme al “gemello del gol” Paolino Pulici. Una coppia di attaccanti così ben assortita che poche altre squadre hanno avuto la fortuna di poter schierare. “Puliciclone” segnava a raffica e “Ciccio” faceva a spallate per aprirgli le difese avversarie, senza disdegnare, ovviamente, di andare in gol anche lui. Basti dire che nel Torino ha segnato la bellezza di 122 gol in 289 partite, di cui 221 gare con 97 gol in campionato; 45 gare con 17 gol in Coppa Italia e 23 gare con 8 gol nelle coppe europee. Grazie a queste 122 reti, poi, è al settimo posto della classifica dei marcatori di tutti i tempi del club granata, guidata dall’immenso Valentino Mazzola. Nel 1976-77, poi, vinse la classifica marcatori del campionato con 21 gol, sfiorando di nuovo l’impresa di vincere lo scudetto con il Toro, che invece arrivò secondo ad un punto dalla Juve: bianconeri primi con 52 punti conquistati su 60; Torino secondo con 51 punti. Incredibile!

Le strade di Ciccio e del Toro si separarono nel 1981, quando lui si trasferì alla Fiorentina per poi passare alla Roma nel 1983, dopo che, intanto, si era laureato campione del mondo con l’Italia di Bearzot in Spagna, nel 1982. In giallorosso sfiorò la Coppa dei Campioni, perdendola nella finale con il Liverpool del 30 maggio 1984 ai rigori. A sbagliarne uno, insieme all’amico Bruno Conti, fu proprio lui. “Ma solo chi ha il coraggio di tirarli può sbagliarli” ci disse qualche tempo dopo. Come dargli torto?

Lasciata la Roma andò all’Udinese (1986-1988) e poi si dedicò a tutte le attività calcistiche possibili: presidente, allenatore, direttore sportivo e, ancora, opinionista televisivo, protagonista di un reality con il Cervia e via ancora.

Insomma, “Ciccio-gol” non si ferma mai e a 63 anni siamo convinti che ne abbia in mente ancora una più del diavolo per il futuro prossimo e immediato. Auguri.

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