Il Volo….Nuova impronta a San Remo

Roma, 18 febbraio – Era inevitabile che l’epoca dei grandi contrasti toccasse anche San Remo e il suo sessantacinquesimo Festival della Canzone italiana.

Per essere precisi, in Italia, di lingua italiana ce n’è rimasta poca o, diciamo, quasi niente; però il Festival si fregia ancora di questa definizione.

E quest’anno non è cambiato molto nella tradizione di “vuoto” che ha segnato gli ultimi decenni; vuoto di testi e di contenuti, canzoni l’una uguale all’altra, caratteristiche più obbedienti a logiche di un mercato voluttuario e specificamente momentaneo, perché le composizioni e i cantanti devono essere bruciati presto per far posto agli altri, piuttosto che a criteri di cultura, di scuola, di arte e di spettacolo.

Ma qualche novità c’è stata.

Questa novità, se ci fosse la necessità di essere menzionata, è costituita da “il Volo”, gruppo di tre giovani tenori che da qualche tempo stanno riscuotendo molto e meritato successo. Le ragioni sono più di una; innanzi tutto, pur minima, hanno una scuola che li differenzia da quelli che, imposti dalla casa discografica avanti al microfono con i capelli acconciati in quel modo, o con la giacchetta cucita in quell’altro, o con quel paio di occhiali non inforcati sugli occhi, ma appoggiato sulla nuca, credono di saper cantare e di essere o diventare cantanti.

Oggi, siamo di fronte ad un fenomeno ed è bene che ne prendiamo atto.

Tutti gli “Eros Ramazzotti” che vengono posti avanti ad un microfono e recitano una perenne espressione di “sofferenza”, forse hanno anche segnato un’epoca, ma potrebbero essere finiti; questi ragazzi invece hanno dimostrato, e lo hanno fatto in modo inequivocabile, anche valorizzando un testo banale, che le doti per cantare non sono i capelli, i pantaloni, il cappello, l’espressione somatica, a volte disgustosa, l’ostentazione, a volta provocatoria, di una propria inventata o reale ambiguità, ma le doti vocali, esclusivamente le doti vocali, cioè la voce.

Come lo hanno dimostrato?

Proponendo i repertori classici della tradizione musicale italiana che, mai come in questa occasione, si sono dimostrati il vero banco di prova dell’arte canora. Brani d’opera e il repertorio classico partenopeo, fanno scuola; costoro li propongono con la massima disinvoltura.

La novità che ha segnato il sessantacinquesimo compleanno di San Remo è stata questa. Oggi ci auguriamo che come “Il Volo” ha decretato, ci sia una vera  inversione tangibile di tendenza nella qualità vocale; che si arrivi a considerare, oltre ad una scenografia faraonica, la vera la canzone….la vera musica….

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