Roma, 24 settembre 2025 – Con Robert Redford e Claudia Cardinale se ne sono andati altri due protagonisti del cinema dei giganti, come mi piace definirlo.
Quel cinema fatto da attori e attrici immensi, che per la loro bravura sono entrati nella memoria collettiva e da questa non usciranno mai.
Se penso agli anni d’oro di quel cinema, oltre a loro due, i primi che mi vengono in mente, tra gli stranieri, sono Paul Newman e Burt Lancaster, Sean Connery e Brigitte Bardot, Philippe Noiret e Catherine Deneuve, Alain Delon e Jean-Pierre Belmondo.
Degli italiani la lista è lunga, a cominciare dalla splendida Sophia Loren per proseguire al suo alter ego Vittorio De Sica, il signore del nostro grande schermo.
Insieme a loro l’immenso Vittorio Gassman, per il quale tragico e comico non facevano differenza, tanto era bravo a fare tutto.
Nino Manfredi, poi, interprete di personaggi del popolo brutti, sporchi e cattivi, come il nonno che faceva nell’omonimo film, di vescovi e dell’emigrato di “Pane e cioccolata”.
Alberto Sordi, che ci ha smascherato in tutti i nostri vizi e messo in luce anche nelle virtù, interprete di una romanità antica, sboccata sì, ma mai becera.
Con lui, spesso, Monica Vitti, troppo spesso dimenticata ed Anna Magnani, altre due interpreti dalla spiccata romanità.
E Marcello Mastroianni, il bello per eccellenza del nostro cinema, altissimo nelle sue interpretazioni, al pari di Gassman, secondo il mio modesto parere.
Oppure Ugo Tognazzi, l’inimitabile Conte Mascetti di “Amici Miei” e protagonista di tanti altri film nei quali ha avuto il coraggio di uscire fuori dagli schemi di un’epoca, come ne “Il vizietto”.
Attori che hanno spesso recitato insieme regalandoci film da vedere e rivedere, come quelli di Totò, dei quali conosciamo battuta per battuta ma che non ci stanchiamo mai di guardare.
Con loro registi eccezionali, che a nominarli tutti scriveremmo un libro, non un piccolo articolo celebrativo, con il quale, ispirato dalla scomparsa della bella delle belle, ho voluto rendere omaggio ad un’epoca del cinema che, secondo me, difficilmente tornerà.
Il cinema della nostra vita. Il cinema dei giganti.