Spettacolo

Un atto di Coraggio – Le 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi

13Hours 1 Sht Teaser locandinadalla nostra corrispondente Stella S.         

Los Angeles, 15 gennaio – Il film di Michael Bay “13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi”, testimonia un fatto raccontato nel libro di Mitchell Zuckoff dal titolo “Thirteen Hours: A Firsthand Account of What Really Happened in Benghazi” (scritto con la testimonianza dei sopravvissuti all’attacco) Più di 35.000 persone hanno partecipato alla prima del film tenutasi a Dallas nello stadio di AT&T.

L’11 settembre 2012, sei uomini facenti parte del dipartimento di sicurezza della CIA,  hanno eroicamente rischiato la propria vita per difendere diplomatici americani dall’attacco islamico in massa di terroristi. Dalla rimozione del dittatore libico, Muammar Gheddafi, la  tensione cresce e la situazione in Libia diventata pericolosa costringendo la chiusura delle sedi diplomatiche. A Benghazi, la sede diplomatica rimane aperta incluso il centro operativo della CIA.

Il regista  ha concentrato la storia, glissando sui fatti politici annessi, sull’evidenza  dell’azione di difesa dei militari di cui due americani amici e ex Navy Seals:Tyrone Woods (James Badge Dale) privato operatore di sicurezza della CIA Global Response e Jack Silva (John Krasinski). Nella equipe si aggiungono ex militari della GRS (Global Response Security) Mark Geist (Max Martini), Kris Paronto (Pablo Schreiber), John Tiegen (Dominic Fumusa) e Dave Benton (David Derman). L’attacco ha causato la morte dell’ambasciatore americano J. Christopher Stevens , lo specialista di Stato delle comunicazioni , Sean Smith inclusi gli operatori di sicurezza Tyrone Wood e Glen Doherty.

Le ragioni dell’attacco rimangono sconosciute. Senza esito le continue richieste di supporto. Il Dipartimento di Stato,  al corrente della mancanza di sicurezza adeguata a Benghazi,  non ha preso le adeguate misure per proteggere i suoi rappresentanti. Inoltre le vite dei diplomatici e dei soldati avrebbero potuto essere salvate se non si fossero persi minuti preziosi perchè messi in stand-by a Washington prima di ordinare alle forze americane nel Mediterraneo d’intervenire in un’azione di salvataggio.

Perciò assistiamo ad un “Pearl Harbor ” di soldati impreparati contro un numero incalcolabile di attaccanti, bombe volanti che cadono inesorabilmente sopra gli eroici  difensori, alcuni fatti a brandelli tra sangue e braccia amputate e foto di famiglia nelle macerie, ultimo loro sostegno psicologico. Al disastro si aggiunge anche il ritardo dei pochi rinforzi inviati con camionette a recuperare i sopravissuti, incapaci di trovare il luogo da raggiungere.

Il finale si chiude con le sagge considerazioni dei militari sopravissuti:  “A cosa serve rischiare la nostra vita in questo modo, privando con la nostra morte il sostegno alla famiglia?”  Infatti, durante il film, i contatti visivi con le famiglie sono struggenti.  La risposta è chiara: il miracolo d’essere vivi li porta ad abbandonare il campo e le azioni militari per dedicarsi ad altro.”

La Paramount distributrice del film, per pubblicizzare il film, ne ha messo il trailer con molti mesi di anticipo  dall’uscita del film sugli schermi.

trailer della premiere di Dallas

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official trailer 

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