Politica

Regeni: un sacrificio inutile

RegeniRoma, 28 marzo – Ormai le versioni non si contano più e sono di tutti i colori. Dai casi di servizi segreti, siamo passati alle vendette personali, e alle bande che uccidono per hobby… e il caso continua ad essere aperto, ma aperto a che cosa?, alle fantasie fantapolitiche egiziane? L’ultima versione è quella che da il giovane ricercatore ucciso da una banda “dedita a questa attività”, all’assassinio, quasi un’”Arancia Meccanica” versione egiziana; ma si può reggere una fantasmagoria del genere?

 In questa situazione sorge il sospetto che gli egiziani, notate le condizioni sociopolitiche in cui si sta dibattendo l’Italia, ci stiano prendendo per imbecilli (la storia dei Marò con l’India, insegna…), o che gli imbecilli siano loro, se suppongono che gli italiani possano bersela una fandonia del genere. A questa si fa strada una terza ipotesi che, pur avendo le caratteristiche della fantapolitica, ha la probabilità di essere credibile perché, ormai, nella dimensione attuale della storia, anche l’impossibile ha la sua percentuale di credibilità.

Il sistema di proporci tutte queste versioni, dalla più accreditabile alla più assurda, e il modo della loro proposizione, ci inducono a supporre che la realtà dei fatti possa essere tutta un’altra e che sia tanto “bollente” da dover essere mantenuta segreta a tutti i costi mediante la mascheratura con altre ipotesi anche se banali.

Anche questa ipotesi ci porta a chiederci se possa esistere realmente una situazione che, nel mondo di oggi, possa corrispondere a questa natura.

Se “leggiamo” con attenzione lo svolgimento dell’azione del film “I tre giorni del Condor”, una delle tante opere cinematografiche che possono essere definite profetiche riguardo alla situazione che sta insanguinando il mondo oggi, possiamo anche avvalorare questa possibilità e renderci conto di tante realtà, che non si conosceranno a breve tempo ma che stanno formando la storia dei nostri tempi.

L’unica cosa certa, su questa situazione è che, comunque, sta aprendo alcuni scenari. Quali sono?,

Primo fra tutti che la banalità non viene accettata, ovviamente, ma provoca reazioni e queste si dipingono di grottesco, anche nella loro drammaticità. Gli unici che sono degni di rispetto sono i genitori di Giulio che soffrono la perdita del loro figlio, ma tutti gli altri che, in un macabro balletto, girano attorno al caso?!…

Non parliamo di Gentiloni che ha il pregio di essere inqualificabile, ma Renzi!…la sua ultima presa di posizione è che l’Italia non accetterà mai una versione di comodo con cui possa essere chiuso il caso e “buona notte!”… ma, che “l’Italia non accetterà mai queste versioni di comodo”, Renzi a chi lo dice, a chi lo dichiara, a quella polveriera che è l’Egitto, o agli italiani per addormentarli?

Questa è una situazione tutta da chiarire perché, l’assassinio di Giulio Regeni sembra avere una “funzione” non sottovalutabile in quanto cronologicamente e geograficamente, si colloca nell’ambito di un rapporto diplomatico tra l’Egitto e l’Italia, molto preciso, la visita del ministro dello sviluppo economico a Il Cairo. Gli scenari non si esauriscono a questo.

Indipendentemente dall’aspetto della situazione specificamente politico, esiste quello privato, la famiglia, un padre e una madre nel dolore che dimostrano pubblicamente la loro volontà di sapere la verità. Quantunque, questa emerga, sarà senz’altro amara soprattutto perché non riporterà in vita il loro figlio, ma vogliono saperla, vogliono sapere chi lo ha ucciso e perché. A che cosa servirà? È questo un altro mistero che si unisce agli altri e la cui funzione sarà, come è stato per tutti gli altri che lo hanno preceduto, quello di “colorare” l’Italia.

Ora non sappiamo, quali fossero le reali funzioni di questo ragazzo, ricercatore, intelligente, che parlava l’arabo meglio dell’italiano e dell’inglese, con tanto di Libretto dell’Università di Cambridge che fa pensare, non al vincitore di un concorso scolastico alla scuola elementare “Giosuè Carducci” di Forlimpopoli, ma ad una “pedina” di un certo rilievo “a disposizione” di “qualcuno” che, “dall’alto”, “impartiva” “disposizioni” alle quali bisognava ubbidire, e le sue dichiarazioni di “paura” durante la sua permanenza in Egitto, ce lo confermano, ma ci chiediamo una sola cosa; sua madre e suo padre, che adesso, giustamente, piangono, sapevano, erano al corrente di questa dimensione in cui si muoveva il figlio?

Perché, una cosa è essere orgogliosi di un figlio che frequenta una università prestigiosa, che si laurea con 110 e lode e che si avvia alla sua professione, un’altra è essere consapevoli che un figlio ha una passione come la politica e che, per coltivarla, e per “volere cambiare il mondo”, si espone a determinati rischi e pericoli non assolutamente sottovalutabili e, soprattutto, non controllabili.

 Alcuni anni or sono, mi capitò di incontrare, nei pressi di Piazza del Popolo, a Roma, il volantinaggio di un partito politico che non voglio nominare. Presi un volantino e lessi quanto c’era scritto.

Ovviamente, esso recava un sacco di inesattezze che mi saltarono subito all’occhio. Chiesta spiegazione di molte cose in fatto di messaggio politico e di economia, tra me e i rappresentanti del partito si intrecciò presto un dialogo molto tecnico e molto particolareggiato in seguito al quale, uno degli esponenti del partito, dopo avermi ascoltato in silenzio ma con molta attenzione, si sentì nel dovere di formularmi la richiesta “…ma perché non viene a lavorare con noi?”. Gli risposi subito e molto laconicamente “… amico, apprezzo la sua stima e il suo invito, ma ho superato i sessanta anni e voglio morire di morte naturale; se mi accadesse qualcosa, qualcuno a casa mia piangerebbe e questo, io, non lo vorrei” e lasciai i ragazzi a continuare il loro volantinaggio.

Giulio Regeni, a modo suo, era un impegnato. Spinto e guidato dalla sua passione ha rincorso un ideale e questo lo ha condotto in situazioni più grandi di lui.

Ma  a lui o ad altri, è servito a qualcosa?

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