Teatro India – “Scene di Interni dopo il disgregamento dell’Unione Europea” di Michele Santeramo

Il risveglio dei mostri

Roma, 5 gennaio –  E se d’improvviso quella che da alcuni viene considerata la conquista più importante degli ultimi secoli e da altri si arriva a definirla un ben riuscito complotto per dominare il mondo entrasse in una pericolosa situazione di degrado? E se all’apice del problema ci fosse la vicenda umana di una sola coppia  formata da un lui e una lei che diventano specchio della frantumazione dell’idea di Europa Unita? Ora basta un piccolo sforzo e un gioco a rimando sulla clessidra per cominciare ad inquadrare drammaturgicamente  il tutto in questa pièce “Scene di interni dopo il disgregamento dell’Unione Europea”, un atto unico di Michele Santeramo che fino al 10 gennaio sarà di scena al Teatro India.

Alberto e Silvia, i due protagonisti  – nell’interpretazione di Michele Sinisi ( anche regista) e di Elisa Benedetta Marinoni –, sono costretti a nascondersi in casa, reclusi e obbligati a reinventarsi l’esistenza, perché ricercati dalle autorità. Il crimine per il quale sono ricercati si configura nell’accusa di essere tra i principali responsabili della fine dell’Europa Unita.

 A seguito del disgregamento dell’Unione Europea, arrivato per alcuni in maniera imprevedibile, per altri invece ampiamente previsto, assistiamo a come all’interno di questa casa la vita sia costretta a modificarsi giorno dopo giorno. Tutto comincia pochi giorni dopo l’avvenuta dissoluzione, quando i due protagonisti tentano di inventare una versione credibile che eviti la loro condanna, discutendo dell’accaduto, delle cause, dei campanelli d’allarme che nessuno ha voluto cogliere. Si scoprirà che uno dei due non aspettava altro che l’Unione Europea finisse di essere considerata tale per ritornare a guardare ciascuno al suo Paese e ai suoi problemi.

 Questa rivelazione avrà conseguenze inevitabili nella relazione tra i due. L’Europa cambia e la vita di Alberto e Silvia vuole essere lo specchio nel quale si riflettono questi cambiamenti. E allora , per comprendere meglio, eccoli costruirsi in una indagine a ritroso che, a partire dal 2065 li conduce fino al 2002, un viaggio nel  tempo, procedendo dal futuro al passato, che attraversa anche un presente segnato dall’identità politica del vecchio continente. La loro relazione, su cui si riflettono le vicende dell’Unione Europea, si consuma tutta sull’asse della diacronia, seguendo il corso di grandi stravolgimenti che riguardano il destino europeo; mentre il tempo presente, il 2015, diventa un appuntamento denso di significati, paure e percorsi dentro i quali ciascuno lascia scorrere la propria esistenza.

Scrive il regista nelle note all’allestimento:” Attraverso la divergenza di idee ho provato a ritrovare il dramma in scena su un argomento vivissimo fuori dal teatro; le idee diverse che sono alla base di ogni esperienza drammatica sono qui formalizzate su di una scena disgregata nel suo impianto. Tutto questo però è agito in modo ludico, è un gioco teatrale”.  Ma quanto di questo gioco è materia di riflessione, oggi, che con i drammatici fatti internazionali si sono risvegliati i mostri? E le paure più ancestrali marcano le ore e la vita di ognuno di noi? Oggi che forse una delle conquiste più brillanti dell’Unione europea, quei patti di Schengen che di fatto aprivano i confini interni del vecchio continente, cominciano ad essere messi in discussione per limitare o arginare dove possibile i rischi di infiltrazioni terroristiche. Alberto e Silvia, nell’economia dello spettacolo, ne sono profondamente implicati. E il loro rovello offre materia per una circostanziata indagine.

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