Scienza

SFRUTTARE LA MINIERA DEL CALORE

La terza Conferenza nazionale sull’efficienza energetica organizzata dall’associazione ambientalista Amici della Terra, che si tiene a Roma, presso Palazzo Rospigliosi, affronta oggi il tema degli sprechi di energia termica nella produzione energetica e nell’industria di processo, e delle opportunità di recupero del calore offerte dall’innovazione tecnologica.

Oggetto del confronto, sarà la proposta di nuova direttiva quadro sull’efficienza energeticache dovrebbe dare attuazione al 20% di efficienza della strategia comunitaria del 20-20-20, lanciata a marzo 2007. Rosa Filippini, presidente di Amici della Terra dichiara: “La nuova direttiva quadro sull’efficienza energetica, in discussione al Parlamento europeo e ora anche all’esame del Consiglio, contiene proposte di grande rilevanza, fra le quali l’obbligo di cogenerazione ad alto rendimento per i nuovi impianti elettrici e un obbligo analogo per i nuovi stabilimenti produttivi, inclusi gli ammodernamenti sostanziali.
Con la terza Conferenza, apriamo il dibattito sul recupero del calore anche in Italia, convinti che, proprio su questo argomento, una partecipazione attiva dei nostri rappresentanti alla fase di definizione della nuova normativa europea possa rappresentare grandi opportunità di sviluppo per l’industria italiana. “Innanzitutto, bisogna prendere atto che l’Italia ha “le phisique du role” in questo campo: è sempre ai primi posti al mondo per rendimento medio delle centrali termoelettriche (cfr. figura 1) e, più in generale, per bassa intensità energetica (rapporto fra consumi primari di energia e PIL, a parità di potere d’acquisto). I rendimenti elettrici delle centrali nazionali sopravanzano quelli giapponesi e britannici; sono di 9 punti percentuali superiori agli Stati Uniti, di 11 punti superiori alla Germania, addirittura di 14 punti superiori rispetto a Cina, Polonia e Francia, di ben 20 punti superiori rispetto alla Russia.
Praticamente, le centrali Russe consumano -a parità di risultato-  quasi il doppio dell’energia delle nostre. Per ovvie ragioni di scarsità e maggiori costi dell’energia, negli ultimi quarant’anni in Italia si è radicata, nell’industria e nel settore energetico, una grande competenza tecnologica e imprenditoriale che ora è possibile mettere a frutto. “Infatti – continua Filippini – con le più recenti innovazioni tecnologiche per il recupero del calore, emerge un grosso potenziale di ulteriore miglioramento dell’efficienza energetica delle centrali termoelettriche e delle industrie italiane (vedi allegati). Inoltre, con un’attenta politica industriale, le  aziende leader possono trovare un volano per lo sviluppo anche all’estero, nei paesi meno attrezzati di noi. “Infine, come ci ha suggerito l’Enea con il progetto Symbiosis, un obbligo all’utilizzo del calore residuo di processo potrebbe costituire un ottimo criterio innovativo per aiutare le amministrazioni locali a localizzare meglio gli impianti energetici, a favorire la riqualificazione e il riordino delle aree industriali, a progettare utili sinergie anche per i servizi pubblici locali.” 
 
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