“The Meddler “… la peggior sconfitta è non tentare. – VIDEO

dalla nostra corrispondente da Los Angeles, Stella S.

Los Angeles, 19 aprile – Merita una pennellata di parole la regista del film “The Meddler”, Lorene Scalfaria, cresciuta nel New Jersey, l’origine italiana le viene da parte di padre, nato a Gioia Tauro, in Calabria. Hollywood non le ha aperto le porte se non dopo averle fatto percorrere la classica strada in salita dove sono necessari carattere e determinazione. Scalfaria, abituata ai sacrifici, essendosi  mantenuta agli studi sempre faticando ,non ha mai abbandonato il suo sogno americano. Passo dopo passo,  in cerca di un agente pronto a vendere le sue sceneggiature, è riuscita,  sostenuta dalla poliedricità di attrice, scrittrice per cinema e teatro a realizare “Nick & Norah’s Infinite Playlist” una sua sceneggiatura e dirigerne altre due, “Seeking a Friend for the End of the World”  e “The Middler”. Scalfaira è parte del gruppo di scrittrici Liz Meriwether (No Strings Attached) , Dana Fox (What Happens in Vegas),  e Diablo Cody (Juno) da loro sopranominato “Fempire” (donne che hanno creato qualcosa d’importante) con le quali ha collaborato. 

Scalfaira scrive storie attuali, sentite, estrapolate dalle sue esperienze di vita. Gli spunti le vengono dalla quotidianità nella quale il pubblico s’identifica.

“The Meddler” è una storia piacevole interpretata da  nella parte di Marnie Minervini, una figura in cui molte donne rimaste vedove ci si potrebbero specchiare. Marnie rimasta sola, con una sicurezza economica, si trasferisce dal New Jersey a Los Angeles per stare vicina alla figlia Lory (Rose Byrnie), scrittrice televisiva di successo ancora  “single”. La presenza della madre non rende la vita di Lory migliore. Entrambe con esigenze diverse, cercano di superare il vuoto affettivo del padre e marito scomparso. Marnie da persona energetica, armata di Iphone, invia messaggi giornalieri alla figlia o le si presenta alla porta di casa con il desiderio d’esserle d’aiuto a superare la tristezza per la rottura  da poco avvenuta  con Jacop (Jason Ritter). Marnie decide di frequentare la stessa psicologa della figlia e, senza perdere occasione,  s’intrufola nelle sue amicizie con lo scopo inconscio di sentirsi apprezzata e capita. Marnie, per le sue doti caratteriali e disponibilità, riesce a crearsi una rete d’amicizie arrivando a farsi  carico delle spese matrimoniali di un’amica della figlia per consentirle di coronare il sogno tanto desiderato.

Lentamente Marnie ritrova la propria identità non solo di madre che offre buoni consigli, ma della donna risvegliata per l’amore offertole da Zipper (J.K. Simmons) un ex poliziotto in pensione dalla poliedrica personalità.

“Il personaggio di Marnie – come sottolinea la regista –  si definisce per come ama gli altri, sapendolo fare così da farsi apprezzare dalle persone come fosse la propria madre e sentendosi  a proprio agio  con lei”. “Il film è un pò la mia storia, ispiratami da mia madre. Quando qualche anno fa sono stata lasciata dal mio boyfriend e mio padre è morto, sono stata raggiunta a Los Angeles da mia madre trasferitasi dal New Jersey. Ho molti sensi di colpa per averla spesso lasciata sola. La morte di mio padre, avendo segnato un gran vuoto nella mia vita, mi ha un pò isolata da lei. Il suo ottimismo,  forza d’animo e generosità, mi hanno spinta a pensare di scriverne una storia” concludendo “Nessun’attrice avrebbe potuto interpretare la parte di Marnie meglio di Susan Saradon.”

Il film, distribuito dalla Sony Pictures Classic,  ha ottenuto ottime critiche.

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