Cultura

In nome di Agatha

agatha christieIl 12 gennaio di 40 anni fa ci lasciava la più grande giallista di tutti i tempi, Agatha Christie, nel nome della quale continuano ad essere stampati libri e prodotti film e spettacoli teatrali.

Roma, 26 gennaio – Dame Agatha Mary Clarissa Miller, Lady Mallowan, nota come Agatha Christie, nata a Torquay (Regno Unito) il 15 settembre del 1890 e morta a Wallingford il 12 gennaio del 1976.

Così recita Wikipedia parlando della più grande giallista di tutti i tempi, la scrittrice che ha reso celebri grandiosi personaggi di fantasia come l’investigatore belga Hercule Poirot e la vecchina inglese dal grande intuito (per molti fortemente autobiografica) Miss Marple.

Alzi la mano chi di voi, amici lettori, non ne ha mai sentito parlare, neppure una volta. Impossibile, tanto sono stati entrambi rappresentati o descritti in libri, film, telefilm, serie televisive e spettacoli teatrali. Loro, con il rispettivo senso dell’humor, le azioni maniacali che ripetono costantemente e la capacità di trovare sempre il colpevole di qualsiasi reato, sono ormai personaggi di casa per ogni amante del giallo che si rispetti. Non a caso i libri di Agatha Christie, di gran lunga la scrittrice inglese più tradotta al mondo (in 44 lingue diverse, ben più di Shakespeare), sono diffusi ovunque e offrono ancora oggi interessanti spunti di riflessione sull’indole degli uomini e sulle loro capacità criminali.

E pensare che le atmosfere che si respirano nei suoi romanzi, le descrizioni accurate di luoghi e personaggi, la suspense che crea nelle sue pagine e le profonde caratterizzazioni di chiunque si muove sulla scena del crimine o intorno ad essa, sono il frutto di una istruzione privata ricevuta dalla madre, dalla nonna e dalle governanti (Agatha non frequentò alcuna scuola, ma venne istruita in casa). Ma anche della sua eccezionale capacità narrativa e della sua intelligenza, che la spinse a dettare per filo e per segno le trame bellissime dei suoi gialli.

Abbiamo scritto “dettare” e non “scrivere” perché lei era affetta da disgrafia. La sua produzione annovera 93 romanzi tra gialli e rosa (che pubblicò con lo pseudonimo di Mary Westmacott) e 17 commedie.

A pensarci bene, tutto sempre molto attuale.

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