Spettacolo

200 anni dell’Accademia Filarmonica Romana!

Filarmonica 200: dal 26/2 i primi incontri dedicati al bicentenario dell'istituzione

Roma, 19 febbraio 2021 – Nel 2021 si festeggiano i 200 anni dell’Accademia Filarmonica Romana, istituzione musicale fra le più antiche di Roma e d’Italia.

Per l’occasione una serie di concerti e incontri ricorderanno i personaggi illustri, musicisti, compositori che hanno segnato la storia dell’istituzione.
La pandemia ci ha obbligato a rinviare e a riformulare la programmazione…
Diamo finalmente il via ai primi due incontri, che saranno trasmessi il 26 febbraio e l’1 marzo in streaming sul canale youtube dell’Accademia Filarmonica Romana con la speranza che i prossimi appuntamenti possano essere dal vivo.

LA NASCITA DELLA FILARMONICA ROMANA
Era infatti il 4 dicembre 1821 quando a Roma nacque un’associazione di “dilettanti” di musica, appartenenti al ceto nobiliare e alto borghese, decisi a riunire le proprie energie per l’esecuzione di musica da camera e opere liriche in forma di concerto, che fossero nuove per Roma.
Nasceva così una delle più antiche istituzioni musicali romane e italiane che, forte di una precisa identità artistica e di una programmazione innovativa, ha percorso i suoi primi duecento anni, seguendo il corso della storia, sempre pronta a stimolare il proprio pubblico, attraverso proposte aggiornate alle nuove istanze della musica.

 

CELEBRAZIONI
Per festeggiare il traguardo, nella stagione 2020-21 si terranno una serie di incontri e concerti dedicati a compositori, artisti, figure illustri che con la Filarmonica hanno avuto un rapporto privilegiato.
La Sala Casella ospita i primi due, il 26 febbraio e il 1° marzo, trasmessi in streaming sul canale youtube dell’istituzione.

Venerdì 26 febbraio (ore 21) il direttore artistico Andrea Lucchesini dialoga con il musicologo e compositore Daniele Carnini ricordando le figure di Giovanni Sgambati e Franz Liszt, di cui il pianista Leonardo Pierdomenico interpreterà alcuni brani.

Primo importante direttore artistico della Filarmonica (dal 1893 al 1896), Sgambati rimase un punto di riferimento per l’istituzione come socio, musicista e compositore, fino alla morte nel 1914.
Fra le tante iniziative di Sgambati, ricordiamo la commemorazione per i 300 anni della morte di Giovanni Pierluigi da Palestrina, che coinvolse istituzioni musicali in Europa e America, e culminò con un concerto nel 1894: un evento per la capitale, con l’esecuzione di mottetti, canzoni e madrigali del Palestrina, di cui ancora oggi sono conservate nella Biblioteca della Filarmonica le partiture, con le preziose annotazioni autografe di Sgambati.
Al nome di Sgambati, verrà affiancato quello di Franz Liszt, che del compositore romano fu insegnante di pianoforte e successivamente amico fraterno.
Liszt si lega alla Filarmonica per la nomina di socio d’onore, che l’istituzione gli conferì il 4 marzo 1839 (onorificenza di cui furono insigniti anche altri celebri musicisti, come Rossini, Verdi, Mendelssohn, Donizetti, Paganini etc.).
Pochi giorni dopo, ospite di una riunione privata con alcuni soci della Filarmonica, Liszt offrì un recital comprendente trascrizioni e fantasie da opere e alcuni studi di Chopin e Moscheles.
Alternandosi alla conversazione, Leonardo Pierdomenico, talento di una nuova generazione di pianisti italiani, vincitore nel 2017 del “Raymond E. Buck” Jury Discretionary Award al prestigioso concorso pianistico internazionale “Van Cliburn”, esegue alcune pagine dei due autori.
Di Franz Liszt si sono scelti lavori scritti durante il soggiorno romano: le Deux Légendes S 175 (1863) dedicate alla figlia Cosima e l’Ave Maris Stella S 506, trascrizione pianistica dell’originale composizione per coro e organo realizzata dallo stesso Liszt nel 1868.
Sgambati verrà invece ricordato con gli ultimi tre brani dalle Mélodies poétiques op. 29 (36 Schott), raccolta di dodici brevi pezzi pianistici del 1903.

Lunedì 1° marzo (ore 21) il secondo incontro sarà incentrato sulle figure di Alfredo Casella e Igor Stravinskij.
Andrea Lucchesini ne parla con la musicologa Mila De Santis e con il compositore e vicepresidente della Filarmonica Marcello Panni.
Partecipano anche il Trio Chagall e il pianista Alessandro Simoni, che eseguiranno musiche dei due autori.

Come Sgambati, anche Casella può considerarsi uno dei pilastri della Filarmonica. Nominato direttore artistico una prima volta nel 1932-34, fu soprattutto nel secondo mandato – per la stagione del 1946-47 – che il compositore avviò un vero e proprio processo di sprovincializzazione della vita musicale romana con collaborazioni internazionali e una importante presenza di musica contemporanea straniera; fra le iniziative anche l’organizzazione della tournée in otto città italiane del Pierrot lunaire di Schoenberg, che non veniva eseguito in Italia dal 1924. Già malato, Casella mostrò verso la Filarmonica una dedizione e una passione fuori dal comune; lui stesso accompagnò al pianoforte l’11 febbraio del ’47 il soprano Magda Laszló e il violoncellista Gabriele Magyar per quello che fu il suo ultimo concerto.

L’impegno a favore della musica contemporanea doveva rimanere una costante dell’Accademia per tutto il dopoguerra; negli anni Cinquanta venne instaurato un rapporto privilegiato con Igor Stravinskij, grazie alla tenacia e determinazione di Adriana Panni che conobbe il maestro a Venezia.
Dalla stagione 1953-54 Stravinskij e Robert Craft (che di Stravinskij fu assistente, amico e direttore di moltissime opere) avviarono con la Filarmonica una speciale collaborazione che doveva durare per tutto il resto della vita del compositore. Accanto ai capolavori già noti di Stravinskij, l’impegno era quello di programmare le sue opere più recenti, possibilmente in prima europea o in prima italiana; a dirigerle lo stesso Stravinskij o Robert Craft, che a volte si alternarono sul podio dello stesso concerto.
Il racconto verrà inframmezzato da alcuni ascolti musicali.
Il Trio Chagall, giovanissima formazione con pianoforte (Edoardo Grieco violino, Francesco Massimino violoncello e Lorenzo Nguyen pianoforte), vincitrice del secondo premio (primo non assegnato) alla ventesima edizione del Premio “Trio di Trieste”, esegue di Casella Sicilienne et burlesque op. 23bis (1917), mentre il ventitreenne Alessandro Simoni, proveniente dal Corso di perfezionamento di Benedetto Lupo presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, esegue Three Movements from Petrushka, dal celebre balletto di Stravinskij nella versione pianistica dello stesso autore.

Gli incontri si inseriscono nell’ambito della rassegna “La musica da camera dal barocco alla contemporanea” realizzata con il contributo della Regione Lazio.

 

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