Ieri Sinner ha devastato Alcaraz e adesso è l’unico che può superare il record di otto titoli di Wimbledon di Federer e il primato di 24 Slam di Djokovic. Il ragazzo di Sesto Pusteria ha compiuto l’impresa che per 148 anni è sembrata un miraggio per il tennis italiano: vincere i Championships. Un’epopea inimmaginabile, culminata in una finale emozionante contro la sua nemesi, Carlos, distrutto in quattro set con il punteggio di 4-6, 6-4, 6-4, 6-4.
Sinner più di Federer e Djokovic
Non è stata solo una vittoria; è stata una consacrazione. A soli 23 anni, Sinner ha infranto il tabù dell’erba londinese, aggiungendo il suo nome all’albo d’oro di Wimbledon e consolidando la sua posizione di numero 1 al mondo. Un trionfo che va oltre il singolo match, proiettando Sinner in una dimensione leggendaria, già forte di due Australian Open, uno US Open, due Coppe Davis e una ATP Finals. Ma, come sottolineato, niente è come Wimbledon. Considerando l’età, ha modo di sbriciolare il record di Federer a Wimbledon e di Djokovic negli Slam. Viceversa i 14 Roland Garros di Nadal non verranno mai oltrepassati da nessuno in futuro.
Reazione sublime
La vittoria assume un sapore ancora più dolce perché arriva contro Carlos Alcaraz, il rivale che in passato gli aveva inflitto cinque sconfitte consecutive e aveva alimentato dubbi e critiche. Dopo i tre match point non sfruttati al Roland Garros, l’aria era densa di domande sulla tenuta mentale e sull’inerzia di una rivalità che sembrava pendere a favore dello spagnolo. Ma Sinner ha spazzato via ogni perplessità con una prestazione sublime, dimostrando una maturità e una forza mentale impressionanti.
La finale è stata un racconto di riscatto. Dopo un primo set condizionato dalla tensione e da un servizio non ancora fluido, Sinner ha preso il controllo del match. Ha giocato una partita perfetta, rendendo semplice anche l’arduo compito di battere un talento come Alcaraz. La sua strategia è stata chiara: comandare lo scambio, non permettere mai ad Alcaraz di “gasarsi” e trovare il suo “momento ingiocabile”. Anche con 40 errori non forzati (gli stessi dei vincenti), l’altoatesino ha dimostrato che la sua aggressività e la sua determinazione erano superiori a qualsiasi incertezza.
Il punto di svolta è arrivato nel secondo set, con un game vinto “alla Alcaraz”, con recuperi mirabolanti e vincenti che hanno infastidito e, forse, demoralizzato lo spagnolo. La frustrazione di Alcaraz era palpabile, arrivando a confessare ai suoi coach di sentirsi impotente di fronte a un Sinner “più forte” negli scambi da fondo. La freddezza chirurgica dell’italiano, unita a un servizio ritrovato (otto ace negli ultimi due set), ha spento ogni tentativo di rimonta. L’ultimo game, con tre match point a disposizione, è stato il manifesto del Sinner glaciale e impeccabile che il mondo ha imparato ad ammirare.
Lo stile Sinner: concretezza
Lo stile di Sinner, talvolta incompreso o criticato per la sua apparente “freddezza”, si è rivelato la chiave del successo. È un tennis di pura concretezza, dove l’efficacia prevale sullo spettacolo fine a se stesso. È la strada che gli ha permesso di raggiungere il vertice del ranking, vincere Slam su diverse superfici e, infine, conquistare il trofeo più prestigioso nel momento in cui alcuni iniziavano a dubitare della sua supremazia.
Questa vittoria non solo rivoluziona i confini del tennis italiano, ma segna un’epoca. Sinner ha dimostrato che con lavoro, dedizione e una mentalità ferrea, i sogni più audaci possono diventare realtà. Le sue lacrime sul campo e la successiva consegna della coppa dalla principessa Kate sono state il sigillo emotivo di un’impresa destinata a rimanere scolpita negli annali.
La capacità di adattarsi a ogni superficie, la resilienza mostrata contro i suoi rivali più acerrimi, e una mentalità vincente che lo porta a imparare dagli errori, pongono Sinner in una posizione privilegiata per puntare a traguardi ancora più ambiziosi. Il suo “tennis perfetto” – o meglio, il suo tennis in costante perfezionamento – lo rende un avversario temibile per chiunque e un modello per le future generazioni. Il record di Federer è lontano, ma con un Wimbledon già in tasca, Jannik Sinner ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per riscrivere ulteriori pagine della storia del tennis.