Politica

MICIDIALE STOCCATA DEL NOSTRO GENERALE TRICARICO A SARKOZY

Con il suo gesto, il pilota italiano  Generale Tricarico abbatte di nuovo un Sarkozy!
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(Il Gen. Leonardo Tricarico -              Sarkozy)

Nel nostro articolo del 24 ottobre, dopo la spavalda comica, anche se l’espressione gli era più che naturale, di Sarkozy nei confronti del Presidente del Consiglio Italiano, che con suo grande dispiacere (oltre che per alcuni parlamentari italiani) continua a raccogliere successi internazionali per la nostra Nazione, parlavamo di Materazzi che mise Ko lo straniero, buttando poi fuori la nazionale francese dai campionati del mondo!

 Con tripudio, apprendiamo della reazione di un altro Grande Italiano, Leonardo Tricarico.
Il Generale di Squadra Aerea, Leonardo Tricarico, già responsabile delle operazioni aeree alleate durante la guerra in Kosovo del 1999, proprio per quelle Sue innate capacità e competenze professionali, all’Eliseo, nel 2001venne insignito della “Legion d’Onore”, decorazione istituita da Napoleone Bonaparte.
Divenne Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare e poi nominato Consigliere Militare di tre diversi Presidenti del Consiglio Massimo D’Alema, Giuliano Amato e Silvio Berlusconi.
Il Generale Tricarico, all’ingiurioso atteggiamento del comico Sarkosy nei confronti del Governo Italiano e del suo Presidente Berlusconi, accompagnata da questa lettera, ha restituito l’alta onorificenza. 
 “Nel giugno 2001 il Suo predecessore, l’ambasciatore Jacques Blot, mi consegnò, a nome del Presidente Jacques Chirac, l’onorificenza della Legion d’Onore, la stessa della quale sono oggi costretto a privarmi con rammarico e dispiacere di fronte al comportamento irriguardoso dell’attuale Presidente francese nei confronti dell’Italia. Con la concessione di quella onorificenza la Francia aveva voluto premiare, come dice la motivazione, lo spirito di collaborazione che nel 1999 aveva caratterizzato i 78 giorni di militanza comune nella campagna del Kosovo, portando ad un rapido successo della comunità internazionale, nel segno dell’armonia e del confronto – talvolta anche acceso ma sempre leale – tra i Paesi partecipanti.
In particolare la Francia riconosceva, nel Vice-Comandante della forza aerea multinazionale impegnata nel conflitto, quale allora io ero, l’appoggio fornito dall’Italia ai reparti dell’Armée de l’Air rischierati sulla base aerea di Istrana (TV) ed impiegati nelle quotidiane operazioni su Belgrado. Ad oltre dieci anni da allora, debbo confessare che sin dalle prime battute della più recente controversia armata con la Libia di Gheddafi ho provato un certo disagio nel continuare a fregiarmi della Legion d’Onore.
I comportamenti dell’attuale Presidente francese – comportamenti che tra l’altro hanno inferto un duro colpo alle speranze di una identità europea di difesa, fatto tanto più grave se si considera il ripetuto invito statunitense a prendere in mano le sorti del nostro destino comune in campo di difesa e sicurezza — hanno infatti completamente stravolto le motivazioni che a suo tempo avevano determinato la concessione dell’onorificenza alla mia persona.
Sei mesi fa riuscii però a metabolizzare l’atteggiamento scomposto del Presidente francese, attribuendolo a una circostanza specifica in materie a lui forse non familiari. In questo momento non riesco però a trovare alcuna giustificazione per l’irrisione, l’ammiccamento irriguardoso e la gestualità ridicolizzante usati a Bruxelles l’altro ieri nei confronti del Presidente del Consiglio italiano, e quindi degli Italiani tutti, ma soprattutto nei confronti di un alleato in difficoltà per motivi di politica interna.
Motivi, mi sia consentito sottolineare, certo meno cinici e biechi di quelli che hanno determinato la posizione francese nelle operazioni in Libia. È proprio questo il motivo che ha fatto tramutare il mio personale disagio nell’impossibilità a continuare a considerare alla stregua di onorificenza l’attestato a suo tempo attribuitomi dal Suo Paese, sempre che l’attuale Presidente interpreti correttamente i sentimenti dei suoi cittadini. Le restituisco. pertanto, in nome dello spirito di amicizia del 1999 e per il giuramento di fedeltà all’Italia che mi impegna da oltre mezzo secolo, l’onorificenza della Legion d’Onore allegata a questa lettera.”
Ed infine, trasferendosi da pilota di caccia a fante, ha aggiunto una stoccata micidiale:
“ P.S. Il 25 novembre 1916 il nostro leggendario aviatore, il capitano Francesco Baracca, abbatté il ricognitore austro-ungarico del tenente Kalman Sarkozy, che fu preso prigioniero. Pur essendo incerto il legame di parentela di quell’aviatore ungherese con l’attuale Presidente, l’episodio indica che gli Italiani – affrancati dalle peculiarità di un sistema che tarpa loro le ali – sanno vincere le loro battaglie. Anche quando di fronte abbiano un Sarkozy.”
Certamente, questa reazione di un Uomo d’Onore  è molto più pesante delle tiepide false reazioni di alcuni nostri politici e non gioverà alla già disastrosa immagine per la ricandidatura del presidente francese Sarkozy.
Ma chi sa se Sarkozy capirà l’importanza di questa stupenda lettera e, nell’ipotesi qualcuno gli la spieghi, se riuscirà a fare la faccia seria, visto che quella da comico per lui è naturale!
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