Calcio

Tifare Juve e Milan italiane

calcio.milan vivaioRoma, 18 agosto 2017 – Con  l’incontro  Juventus-Cagliari, prende il via domani sabato 19 agosto alle ore 18, l’86esima del  Campionato di calcio  di serie A a Girone unico destinato a passere agli annali come il “Campionato della Moviola”.

Due gli interrogativi principali: che campionato sarà? Quali i protagonisti?

Come questo quotidiano online ha abbondantemente spiegato  nei giorni scorsi, questa “Moviola in campo” – tanto attesa e, poi, tanto decantata  –  non viene offerta  come un automatismo che toglie sull’immediatezza del fatto  ogni possibilità di dubbio, come accade in tutti gli sport che la praticano da anni, ma è  una sorta di “né carne né pesce” ideata per far guadagnare alla categoria arbitrale calcistica più potere e più denaro.

Ricordate come venivano presentate le domeniche calcistiche sui media? ….”A Torino, ore 18, Juventus-CaglIari, arbitro Maresca. Oggi la giornata viene così annunciata:…. Juventus –Cagliari e poi una sfilza di 6 nomi:  Arbitro, Assistenti dell’Arbitro (2 Guardialinee), IV uomo, VAR (Video Assistant Referee), Assistant VAR. Più arbitri di una mezza squadra di calcio. Tutti lautamente retribuiti.

Si  badi bene, poi,  i 4 arbitri designati assieme ai due giudici di linea, non sono gli ultimi arrivati o arbitri in pensione. No,  sono tutti Arbitri giunti al vertice della categoria, Arbitri di serie A di assoluto livello, anche internazionali come nel caso di Juve-Cagliari – Maresca, Valeri,  La Penna, Aureliano.

Capita l’antifona? Al pubblico nello Stadio nessuna possibilità di capire che cosa succede sul maxischermo  (come negli altri sport). Solo un eventuale cambiamento di una deliberazione dell’arbitro in campo al momento di riprendere il gioco.

L’unica certa conseguenza di questa farsa sarà il proliferare di  “moviola della moviola”, “contro moviola”, “Supermoviola” e chi ne ha più ne metta; nonchè di giornalisti specializzati nella nuova materia.

Quanto ai protagonisti?

Anche qui siamo bombardati dal calcio mercato e dai tanti specialisti, nonché da amichevoli vere o finte.

Comunque, guai a tirare frettolose conclusioni da quello che succede a luglio-agosto. Le uniche indicazioni serie ed attendibili sono quelle derivate dagli impegni ufficiali , Cioè, oltre la Finale di Supercoppa italiana fra Juve e Lazio,  le partite preliminari di Champions ed Europa League che hanno visto in azione Napoli e Milan.

Significativo è stato sicuramente il successo della Lazio sulla Juve, che le è valso il primo trofeo importante della stagione. Ma attenzione, la  partita va letta  considerando alcuni aspetti fondamentali. La Juventus  ha fatto alcuni mutamenti fondamentali nella sua formazione, nel suo gioco. Situazioni che hanno bisogno di tempo per poter dare i frutti progettati. I Bianconeri sono andati in campo all’Olimpico di Roma con una squadra approssimativa, raffazzonata e fisicamente ancora lontana da una condizione ottimale, causa una preparazione   tardiva con l’occhio ben attento a  tutti i gravosi  impegni che attendono la sua stagione. Per Allegri periodo peggiore.

Ha  cercato (e non bisogna dargli troppo torto) di portare il trofeo a  casa con il minimo sforzo, come in tante occasioni simili, contando  sull’apporto dei suoi solisti nei calci piazzati e sui colpi di testa  dei suoi saltatori e forse considerando la Lazio una formazione con cui disputare un buon allenamento ruotando i giocatori in una prospettiva futura breve.

Questa volta, però, Allegri ha fatto in conti senza l’oste. Perché Simoni  Inzaghi aveva mangiato bene la foglia. Aveva ben capito che la Juventus era un’occasione ghiotta per  fare un colpaccio che vale tutta la stagione.

Ha preparato la squadra alla perfezione sul piano fisico e tattico.

Ha puntato  sul pressing a tutto campo dei bianconeri. Ha, così,  tolto ad una formazione in  ritardo di forma, ogni occasione per ragionare in fretta e ne ha fatto un boccone solo. Non ha consentito ai bianconeri più di tre passaggi di  fila prima di togliergli il pallone.

Nonostante tutto, però,  negli ultimi i minuti la Juve con Dybala era  riuscita  a recuperare una partita ormai strapersa  ed  Allegri ha compiuto il suo ennesimo capolavoro. Ma il giovane talento biancoazurro Murgia, grazie ad un Di Sciglio sopravvalutato (ogni tanto anche la Juve fa affari sballati), rimette le cose come giusto che fossero.

Ma nessuno si illuda. Quella contro la Lazio è una Juve che non si rivedrà più, già da domani.

Premesso tutto ciò sui Campioni d’Italia per sei volte consecutive, le partite vere hanno detto che,  in attesa che chi si è mosso tanto sul mercato come l’Inter,   cominci a quagliare  assetti consistenti, Lazio e Napoli saranno sicuramente protagoniste della fase  iniziale. Sono le squadre che, per una serie di ragioni che potrebbero essere  di cautela finanziaria, hanno cambiato di meno. Sono collaudate  ed hanno fatto polpette degli avversari che si sono trovati avanti in campo europeo (Napoli).

Se la Juventus dovesse faticare troppo a lungo per ritrovare le sue proverbiali cadenze, puntando però sempre al rinnovamento necessario dei ranghi, il Napoli potrebbe  ritrovarsi con un vantaggio verso lo scudetto ragguardevole.

Della Roma, si può dire poco.  Di Francesco è ancora in fase sperimentale. E il rendimento della squadra, specie in difesa, appare ancora lontanissimo da valori decenti. Sicuramente la cessione di Salah propugnata dai “padroni” statunitensi, rappresenta  una perdita irreparabile per i giallorossi.

Sicuramente da seguire il Milan cinese.  Con gli occhi a mandorla, ma non certamente storti, la nuova proprietà  è’ l’unica società che  è  approdata in Italia non per fare soldi e scappare, ma per investire sul calcio italiano. Abbiamo visto in questo periodo Montella mettere in campo anche 8 giocatori nati e cresciuti in Italia ed anche in Lombardia.  Talenti giovani e giovanissimi,  patrimonio per i colori azzurri della Nazionale. Abbiamo visto San Siro con pubblico record anche in piena afa estiva. Solo la Juventus (fra le squadre di primo livello) ha investito e continua ad investire così sui giovani italiani.

Si tratta di qualcosa di molto importante da tenere in  considerazione anche quando si  va allo stadio. Altre proprietà come l’Inter di Cina-Spalletti-Sabbatini continuano ad allestire formazioni sul redditizio mercato estero.

Con quali risultati? Non esistono risposte certe.  Siamo sempre convinti che ci deve essere un filo di feeling fra  i sostenitori di una idea-passione di sport ed i colori di una squadra. Una magia che non può essere soddisfatta soltanto dai risultati ottenuti sul campo da alcuni bravi e ben retribuiti  calciatori giunti da lontano. Il calcio di vetta non si regge soltanto sulla bravura individuale ma da una passione collettiva che dalla società arriva ai tifosi.

Almeno questo è quello che preferiremmo fosse e le vicende del Milan “cinese” appaiono confermarlo.

Dunque, ripetiamo, niente al contrario che dall’estero arrivino investimenti favorevoli allo sviluppo del calcio italiano, quello, insomma che si esprime  con la Nazionale Azzurra. Sosteniamo questi club qualunque  ne sia la proprietà. Andiamo a seguirli allo stadio ed insegniamo ai ragazzi e ragazzini  a ben volerli.

No, di conseguenza  a chi viene in Italia soltanto a fare quattrini .  Ed il Napoli? Come la mettiamo con la squadra del Vesuvio? Basta Lorenzo Insigne a fare diventare italiana la formazione gestita da Sarri?

Perché  i napoletanissimi  Gigio Donnarumma e suo fratello sono i portieri del Milan e non del Napoli? Perché in tanti ruoli non significativi  Sarri schiera elementi stranieri  non particolarmente dotati invece che giocatori italiani come fanno Milan, Juventus e Lazio fra le formazioni di ambizione, per non parlare dell’Atalanta?

Probabilmente questione di politica economica  imposta da un business ma navigato negli States  come de Laurentis.

Sembra essere proprio questo quid italico quello che manca ai partenopei e che anche quest’anno, ancora una volta, frenerà il volo azzurro del Napoli.

Back to top button
SKIN:
STICKY