Politica

La Corea del Nord in “stato di guerra” con il Sud

Soldati coreaniAnsa – La Corea del Nord ha annunciato di essere entrata in uno ”stato di guerra” con il Sud e che ogni questione tra i due paesi sarà trattata su questa base.

”D’ora in poi le relazioni intercoreane sono di guerra e tutti i problemi tra le due Coree saranno trattati secondo un protocollo adatto alla guerra”, si legge in una dichiarazione ‘speciale’ congiunta dall’alta retorica, peraltro non nuova, di ”partito, ministeri e altre istituzioni” rilanciata dall’agenzia ufficiale Kcna. ”Situazioni nella penisola coreana, che non sono ne’ di pace e ne’ di guerra, sono giunte alla fine”, si legge ancora nel dispaccio, in cui si menziona la riunione d’emergenza convocata appena giovedì dal leader nordcoreano Kim Jong-un per approvare i piani che hanno per obiettivo mettere nel mirino target negli Usa e in Corea del Sud, dopo l’utilizzo dei super bombardieri B-2 nelle esercitazioni congiunte di Washington e Seul destinate a concludersi a fine aprile. La ”decisione importante” di Kim e’ un ultimatum alle ”forze ostili e una decisione definitiva per la giustizia”. Pur in attesa dell’ordine di attacco del ‘giovane generale’ e leader supremo, e’ innegabile ”una rappresaglia senza pietà in caso di atti di provocazione” da parte degli Stati Uniti o della Corea del Sud. Tra le due Coree, separate all’altezza del 38/mo parallelo, c’e’ ancora formalmente uno stato di guerra visto che per porre fine al sanguinoso conflitto del 1950-53 fu siglato un armistizio e non un trattato di pace formale, ‘annullato’ pochi giorni fa da Pyongyang insieme a tutti i patti di non aggressione con il Sud in risposta al ciclo di manovre militari speciali (denominate ‘Key Resolvè), tenute da Usa e Corea del Sud dall’11 al 21 marzo. La Corea del Nord ha minacciato di chiudere l’area industriale a sviluppo congiunto di Kaesong se la Corea del Sud non fermerà gli “insulti” relativi alla operatività del distretto “solo per la necessità” di Pyongyang di raccogliere risorse finanziarie fresche. “Se il gruppo di traditori (del Sud, ndr) continua a parlare del fatto che la zona di Kaesong è mantenuta operativa a danno della nostra dignità, allora – ha riferito l’agenzia ufficiale Kcna – il distretto sarà chiuso senza pietà”. Nonostante la Corea del Nord abbia annunciato in mattinata di essere entrata in uno “stato di guerra” con il Sud, lavoratori, tecnici e funzionari sudcoreani hanno potuto attraversare senza problemi il confine allo scopo di raggiungere il distretto industriale di Kaesong. Il Nord ha notificato al Sud, attraverso una linea telefonica secondaria visto il taglio di quella ‘rossa militare’ deciso appena pochi giorni fa, l’approvazione del numero complessivo quotidiano di ingressi e uscite. Citando il ministero dell’ Unificazione, l’agenzia Yonhap ha riferito che un totale di 241 sudcoreani avrebbero dovuto recarsi al distretto di Kaesong, sulla linea di confine ma in enclave nordcoreano, mentre altri 510 sarebbero dovuti rientrare. Il complesso, di cui è capofila il colosso Hyundai, conta 123 aziende sudcoreane con impianti e strutture manifatturiere che danno lavoro a 50.000 nordcoreani il cui salario finisce per essere versato d fatto per intero nelle casse di Pyongyang. Kaesong è una delle ormai ridotte fonti sicure per la raccolta di valuta estera, dato che i pagamenti sono effettuati in dollari. Gli Stati Uniti prendono sul serio le nuove minacce giunte dalla Corea del Nord, che ha indicato di essere in stato di guerra con il sud. Lo afferma la Casa Bianca. ”Abbiamo visto le informazioni contenute nel nuovo comunicato non costruttivo della Corea del Nord. Prendiamo queste minacce sul serio e restiamo in stretto contatto con i nostri alleati sud coreani”. La Russia ha lanciato un appello alla “massima responsabilità e moderazione” alle due Coree e agli Stati Uniti dopo che Pyongyang ha annunciato lo ‘stato di guerra’ contro Seul. “Ci aspettiamo dalle due parti la massima responsabilità e moderazione e che nessuno superi il punto di non ritorno”, ha detto Grigori Logvinov, responsabile incaricato per la Corea del ministero degli Esteri russo, citato dall’Interfax. Il ministro tedesco degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, invita la Corea del Nord a smettere di giocare con il fuoco. In un’intervista al quotidiano Bild il capo della diplomazia tedesca spiega che “anche se le immagini e le parole che provengono dalla Corea del Nord sembrano uscire da un’altra epoca” queste “rappresentano una grave minaccia per la pace in tutta la regione”. Wsterwelle si dice “molto preoccupato” ribadendo che “il gioco irresponsabile della Corea del Nord deve cessare”. La Francia chiede a pyongyang di “astenersi da qualsiasi nuova provocazione”. Parigi – spiega il portavoce del ministro degli esteri francese Philippe Lalliot in una nota – “é profondamente preoccupata per la situazione nella penisola coreana” e “ha esortato la Corea del Nord ad astenersi da ulteriori provocazioni, adempiendo ai suoi obblighi internazionali anche sotto le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite, e riprendendo rapidamente la via del dialogo”.

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