Politica

Contrordine compagni, ora trattiamo

Roma, 28 novembre 2018 – I meno giovani della nostra generazione, ricorderanno certamente l’ampio consenso ottenuto da questa frase, con relativa vignetta, pubblicata sul periodico “Candido” fondato e diretto da Giovannino Guareschi, il quale faceva esplicito riferimento alla condotta degli attivisti periferici del vecchio PCI ed in particolare all’obbedienza che si pretendeva fosse “cieca, pronta ed assoluta” nei riguardi delle direttive dei dirigenti nazionali.
Come si può notare, anche alcuni decenni fa si era costretti dalle circostanze a cambiamenti improvvisati diametralmente opposti a quanto sostenuto nel tempo e spesso diametralmente opposti, rischiando la credibilità e la coerenza,
Osservando in maniera serena ed obiettiva quanto sta accadendo in questi giorni nel governo “Giallo-Verde” di Salvini e Di Maio, non c’è da stupirsi più di tanto perché sta nelle regole non scritte della politica di tutti i tempi e Paesi.
Il riferimento è alla manovra finanziaria sulla quale i “gemellini” vicepremier hanno predicato fino alla noia che non avrebbero indietreggiato nemmeno di un millimetro.
Improvvisamente, raggiunta un’apparente pace con la Commissione Europea, si mostrano molto più concilianti e disposti e disponibili a stemperare il loro pericoloso oltranzismo.
Il ravvedimento è importante perché sebbene si tratta di uno sforamento, dello 0,4 o dello 0,2, del debito, nei fatti si tratta sempre di 8 o 10 miliardi di euro, una somma ragguardevole.
Purtroppo, secondo economisti esperti e molto bene informati, il peggio deve ancora venire perché non è in alcun modo possibile mantenere tutte quelle promesse sciorinate durante la campagna elettorale e confermate, a parole, anche dopo l’insediamento del governo.
Sotto accusa, in particolare, la cancellazione della legge Fornero ed il reddito di cittadinanza che già si parla di rinvii e più oculate e severe verifiche riguardanti gli aventi diritto.
Per quanto riguarda la programmata riduzione delle tasse, è bene si sappia che sarebbe già allo studio un congruo aumento dei tributi locali che sono già i più alti in tutti i Paesi del vecchio Continente per cui un pizzico di rassegnazione è d’obbligo.

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