Politica

Le acrobazie nel centro-destra favoriscono solo il premier Renzi

salvini Alchimie centro destraRoma, 19 novembre 2016 – Un qualsivoglia politico “di razza”, dotato  semplicemente di  un po’ di buon senso, come presuntuosamente si ritiene Matteo Salvini, dovrebbe innanzitutto capire che l’Italia non è l’America ed egli non è il nuovo Presidente degli Stati Uniti, Trump.
La sua autocandidatura a guidare il  centro-destra,  sbandierata qualche giorno fa a Firenze, va considerata, quindi, come un vero e proprio “flop”, perché,  tutto sommato,  divide, anziché unificare  l’intero popolo dei moderati.
Oggi va di moda il populismo inteso nel senso peggiore del termine, e l’Europa ne sa qualcosa oltre, naturalmente, agli Stati Uniti d’America ed altri Paesi asiatici e del cosiddetto terzo mondo.
Ebbene, non abbiamo mai sostenuto, né screditato  la politica di Salvini, ma alla luce dei fatti, questa sua fuga in avanti, autonoma ed arrogante, sembra alquanto ingiustificata, soprattutto perché con un elettorato leghista che sta sotto al 15 % non si va da nessuna parte senza il consenso e l’assenso degli altri possibili compagni di cordata.
Come si fa in tutte le democrazie del mondo, in casi di questo genere prima si tratta  nel dettaglio arrivando persino a qualche forma di compromesso  e poi si parte insieme. ciascuno nel proprio ruolo prestabilito.
In modo molto più “soft” lo ha fatto anche Parisi,  forse con la benedizione, non vincolante, di Silvio Berlusconi, il quale, però, preso atto dei primi risultati deludenti, lo ha mollato per presunta o reale litigiosità, soprattutto con la Lega.
Enigmatico ed alquanto introverso il comportamento del Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, perché sono in molti a chiedersi con chi sta veramente e dove vuole arrivare, a meno chè non faccia da 5^ colonna per finalità fin qui sconosciute.
A questo punto, per valutare e cercare di capire la situazione reale, credo sia i necessario   ricorrere al noto motto adottato dagli antichi romani e successivamente fatto proprio dal Re di Francia, Luigi X1°, “Divide et impera” che ha consentito loro il dominio assoluto nei tormentati e più difficili secoli passati.
È fin troppo evidente che il beneficiario di queste acrobazie disfattiste ed alquanto dilettantistiche sia proprio il Premier Renzi, non tanto e soltanto in vista del referendum sulla modifica costituzionale, ma anche e soprattutto dopo,  nel prosieguo della sua attività politica e di governo del Paese.
Appare alquanto difficile interpretare il monito del Cavaliere coniato di recente, quando ha detto, chiaro e tondo, che in Italia esiste attualmente un solo leader politico e si chiama Matteo Renzi.
I “maligni” son pronti a scommettere che con questa battuta abbia  voluto liquidare  sia Salvini che Parisi ed il questo caso la “matassa” si è ulteriormente ingarbugliata.
Sappiamo tutti che l’ottantenne ex Presidente del Consiglio, non è candidabile, né eleggibile  nelle cariche pubbliche, figuriamoci se possa prefigurarsi  un suo ritorno  a Palazzo Chigi, ma nell’ambito di questo sbrindellato centro-destra, sicuramente svolgerà ancora un ruolo importante e non certo secondario del quale i mestieranti della politica dovranno tenerne conto.

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