La Corte dei Conti boccia il Ponte sullo Stretto di Messina: nega il visto di legittimità e la registrazione alla delibera Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) che approvava il progetto e impegnava i fondi per la realizzazione dell’opera. In ballo si sono 13,5 miliardi di euro.
Perché la Corte dei Conti boccia il Ponte sullo Stretto
I magistrati contabili hanno sollevato una serie di rilievi tecnici e procedurali che mettono in discussione l’impianto stesso del progetto. Ecco i punti critici
- Sostenibilità economica e finanziaria. La Corte ha richiesto chiarimenti sull’affidabilità delle previsioni relative al piano tariffario e al volume di traffico futuro, elementi chiave per il rapporto costi-benefici.
- Risorse. È stata messa in discussione la conformità alle regole europee che limitano il superamento del 50% del costo iniziale di un progetto.
- Sono stati sollevati dubbi sulla procedura seguita per l’approvazione e la documentazione presentata, inclusa la modalità con cui sono stati approvati i motivi imperativi d’interesse pubblico rilevante (necessari per deroghe ambientali).
- La Corte ha rilevato criticità sul pieno rispetto delle normative ambientali e sulla completezza delle valutazioni antisismiche per un’opera di tale portata e complessità, in un’area ad alto rischio sismico. I rilievi coincidono in parte con le osservazioni presentate dalle associazioni ambientaliste (Greenpeace, Legambiente, WWF).
La reazione del governo Meloni
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha parlato di “scelta politica” e “grave danno” per il Paese, assicurando che l’esecutivo andrà comunque avanti con il progetto. Il premier Giorgia Meloni ha definito l’atto della Corte come “ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte di governo e Parlamento”. Inoltre ha collegato il rifiuto del visto alla necessità di una riforma costituzionale della giustizia e della Corte dei Conti, definendo l’atto come una “intollerabile invadenza” che non fermerà l’azione di governo. I partiti di opposizione esultano, parlando di “sonora bocciatura” e di “vittoria dello stato di diritto”. Comunque le motivazioni complete della Corte dei Conti sono attese per essere depositate entro 30 giorni.
Tutto bloccato? No
Tecnicamente, il governo ha la facoltà di procedere ugualmente con l’opera. In caso di rifiuto di registrazione, l’amministrazione interessata può chiedere una nuova deliberazione da parte del Consiglio dei ministri, il quale può ritenere l’atto conforme alla legge e disporre la registrazione con riserva. In sostanza, la bocciatura della Corte dei Conti costituisce un ostacolo legale significativo che richiede un atto politico dell’esecutivo (la nuova delibera) per essere superato.
