La storia di Papa Giulio II e di Michelangelo



La storia di Papa Giulio II e di Michelangelo
Un giorno Papa Giulio disse “E Mo’?
 Co sta città intera che ce fo’?
 Ce vojono idee e bei cervelli
 Pe fammela invidia’ da tutti quelli
 Che male dicheno der Papa gueriero
 Che pensa più a combatte che ar Vangelo”.
E Così quel Papa Giulio uscì dall’ombra
 E smise di pensare alla sua tomba
 Porto’ il Maestro dentro alla Sistina
 E ordinò di farne opera divina.
 Michelangelo perplesso protestò :
 “Oh nini co’sto granaio io i che’ ci fo’?
 Io son scultore assai apprezzato
 U’n vado pe’ soffitti arrampicato!”
 Ma il Papa è il Papa e non si può 
 Rispondere ai suoi ordini “Signornò”
 Così il Maestro,convinto dai quattrini,
 Mise mano a pennelli grossi e fini
 E nel giro di quattr’anni solamente
 La volta termino’ immantinente.
 Il risultato fu un capolavoro
 E tutti i romani dicevano la loro:
 “Troppi gnudi…bella sta figura…
 A me me piace …. Sta parte è troppo scura”
 E Giulio soddisfatto gongolava
 E pure se la tomba sua tardava…
 Non gli importava troppo e a ragione:
 Di morire non aveva l’intenzione !
 Invero la tomba ci mise quarant’anni
 Il Maestro tergiversava con inganni
 Cambiava progetti e chiedeva più quattrini
 Di Giulio spazientiva i nipotini!
 Ma il risultato è unico perché 
 E lì che il genio mise il suo Mosè.
 E che non parli non è proprio vero..
 Basta guardarlo e si capisce il suo pensiero:
 ” Ho il libro della legge del Signore
 Che Qualcuno poi vi metterà nel cuore
 E se non fate quel che vi comanda
 Non sarete un popolo ma banda!” 
“LuciaBiagi@Diritti Riservati”
 
				





