Cultura

La Statua della Libertà ha 122 anni

Il 28 ottobre, è stato il 122mo anniversario dell´inaugurazione della Statua della Libertà. Non tutti sanno che il suo nome per esteso è “Statua della Libertà che illumina il mondo”.

Svetta all’entrata del porto del fiume Hudson, sulla rocciosa Liberty Island, un tempo isola di Bedloe, a dare il benvenuto a tutti coloro che arrivano negli USA. Consiste in un’armatura di acciaio rivestita di lastre di rame modellate a martello e assemblate con rivetti.
La scultura è di Frédéric Auguste Bartholdi, mentre la struttura metallica è opera di Eiffel, il creatore dell´ omonima torre parigina.
La statua raffigura una donna, la dea della libertà che indossa la lunga toga della giustizia, ha una corona e sorregge fieramente in una mano una fiaccola, simbolo del fuoco eterno della libertà, che nasconde un´ampia balconata, mentre nell’altra stringe un libro recante la data del 4 luglio 1776, anno dell´indipendenza americana. Ai piedi  calpesta le catene della schiavitù, esprimendo la liberazione dal potere del sovrano dispotico, e in testa vi è un diadema, le cui sette punte rappresentano i sette mari e i sette continenti.
Venne donata dalla Francia agli Stati Uniti per il festeggiamento del centenario dell’Indipendenza dall´impero britannico (1776), ma a causa del protrarsi dei lavori fu completata solo nel 1884 e inaugurata il 28 ottobre 1886, dieci anni dopo la ricorrenza.
Un tempo la struttura consentiva l’ascensione sino alla sommità, ma dopo gli attentati dell´11 settembre 2001 non è più possibile accedere alle finestre situate nella corona per motivi di sicurezza.
Al di là del suo significato di celebrazione della libertà nel mondo intero, qualche curiosità e cenno storico sulla sua gestazione penso siano opportuni.
Tutto iniziò una sera del 1865 durante una cena a Versailles, quando lo scultore francese Bertholdi e il suo amico professore di diritto e senatore repubblicano Edouard De Laboulaye cominciarono a discutere l´idea di regalare agli Stati Uniti una statua che celebrasse l´amicizia tra Francia e Stati Uniti oltre a commemorare l´indipendenza conquistata da entrambi i popoli. Animati da passione ed entusiasmo, i due fondarono un comitato promotore per la raccolta di fondi attraverso lotterie, spettacoli ed aste. Tra le prime donazioni ci fu quella della città di Parigi, che versò la somma di 2000 dollari.
Gli Stati Uniti, dove Bartholdi si era recato, non avevano offerto però alcun aiuto economico, ma la tenacia dello scultore, in un successivo viaggio a New York, portò alla costituzione del “Comitato americano per la Statua della Libertà”.
Gli iniziali 114 componenti divennero in breve tempo 402, con rappresentanti di diversi Stati, che, nel testo che redassero, individuarono due possibili collocazioni per Miss Liberty. Il generale Sherman, incaricato della scelta, la diresse su Bedloe Island.
Intanto l´ingegnere Gustave Alexandre Eiffel subentrò nella progettazione dello scheletro all´architetto Viollet-le-Duc, venuto a mancare, e portò nella statua la genialità di un telaio di ferro dalle caratteristiche duttili e al contempo solidissime.
Il 4 luglio 1884 arrivò il grande giorno della Signora della Libertà, inaugurata a Parigi con cerimonia di consegna al governo americano.
Ma c´era ancora da risolvere il problema del trasporto, e allo scopo la Marina francese mise a disposizione la fregata Isere, che, salpata da Rouen, entrò nel porto di New York il 17 giugno 1885 col suo carico di 214 casse contenenti i 350 pezzi, e fu accolta nella baia dell´Hudson dalla nave americana S.S. La Flore con un colpo di cannone a salve.
Ma, ahimé, il destino di Miss Liberty evidentemente non  era facile, e le cose si complicarono di nuovo. Se la Francia aveva racimolato abbastanza velocemente i fondi per la sua costruzione, gli Americani furono molto più restii a sborsare il danaro necessario a costruire il basamento e riassemblare l´opera, come era negli accordi.
Il governo americano reagì con freddezza, affermando che la sola città di New York, e non l´intera nazione, avrebbe beneficiato dell´opera. La stessa N. York si rifiutò di stanziare i fondi.
A salvare la situazione intervenne l´intellettuale Joseph Pulitzer, che sensibilizzò l´opinione pubblica sul fatto che la statua e il suo spirito simbolico rappresentavano tutta l´America, e non solo N. York, al punto che altre città, come San Francisco, Filadelfia e Boston si resero disponibili a sostenere i costi dell´installazione purché venisse eretta nel loro territorio.
Ma, se ciò fosse avvenuto, avrebbe vanificato definitivamente quel significato di accoglienza e di speranza per chi arrivava nel porto di New York in cerca di fortuna nel Nuovo Mondo.
Pulitzer, dalle colonne del suo quotidiano, New York World, lanciò attacchi violenti contro la mentalità ristretta e provinciale di chi ignorava il grande gesto che la Francia aveva 5compiuto nei confronti dell´America, e lanciò una sottoscrizione che sensibilizzò la parte più progressista della città, a partire dagli studenti, e che assunse aspetti di vera crociata popolare, con spettacoli teatrali, feste, eventi sportivi, serate danzanti. Anche i giornali di altre città, e i loro lettori, arrivarono a comprendere il significato universale della statua, e iniziarono a sostenere la ricostruzione dell´opera.
I lavori proseguirono ininterrottamente, e il 28 ottobre 1886, alla presenza del raggiante Bartholdi, la Libertà Che Illumina Il Mondo venne inaugurata con una cerimonia grandiosa. Le acque circostanti erano presidiate da un corteo navale affiancato dalla corazzata francese La Minerva. Cade il velo che copre l´imponente statua. 21 colpi di cannone salutano trionfalmente l´evento.
Decine di migliaia di occhi, dal ponte di Brooklyn, ammirano lo show pirotecnico, ma sono puntati soprattutto sulla fiaccola accesa ad irraggiare nel mondo il suo messaggio di libertà.
 
 
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