Cronaca

Lo Stato c’è: niente processione nel giorno di Pasqua!

Giornali e TV ci raccontano con dovizia di particolari che il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di Vibo Valentia ha deciso di commissariare le processioni dell’ “Affruntata” di Stefanaconi e Sant’Onofrio, che si svolgono la mattina della domenica di Pasqua.

A darne notizia è stato anche il Vescovo di Mileto, monsignor Luigi Renzo, che ha lamentato di non essere stato interpellato, ma assicurando la celebrazione della Messa a Sant’Onofrio e poi a Stefanaconi.

La decisione è stata presa per evitare infiltrazioni della ‘Ndrangheta in quanto quest’anno, tra i nomi di coloro che dovevano portare le statue, decisi attraverso un sorteggio, c’era anche una persona ritenuta vicina ad ambienti della criminalità.

Beh, quale meraviglia, quale sconvolgente scoperta, quale novità per una Terra dimenticata dallo Stato?

Una Terra, la cara e nobile Terra di Calabria, popolata da tanta gente per bene e laboriosa, attaccatissima alle tradizioni, che quotidianamente vive il dramma della presenza nefasta della “malapianta” che ormai ha occupato tutti gli spazi della vita civile, politica e probabilmente anche religiosa; una Regione, ancora, che a differenza della Sicilia, è stata sempre trascurata dalla politica centrale e da quella locale, quasi sempre collusa, intesa dalle persone come situazione marginale; una Terra, dove a molti è subentrata la rassegnazione perché è noto che si ricevono risposte più dai “capibastone” che dallo Stato.

Quello stesso Stato che ora interviene per privare i Calabresi per bene di una cerimonia religiosa tra le più care e attese per il solo fatto… che la mafia.. pare.. abbia messe le mani anche in questioni di fede!

Ma lo Stato, che ora mostra i muscoli, dovrebbe, dico dovrebbe, ben sapere che le  mafie nazionali hanno sempre fatto ricorso  alla simbologia cattolica, per le loro esigenze di rispettabilità, referenzialità e autoperdono.

Basta ricordare la bruciatura del “santino” nelle cerimonie di investitura di nuovi adepti e i libri di preghiere e immagini sacre trovati nei covi dei superlatitanti. Le Chiese locali, quasi sempre, hanno garantito questa teologia abnorme, quali intermediari nel misterioso rapporto dei mafiosi con l’Ente Supremo.

Fatta questa ampia premessa, ribadiamo il concetto che lo Stato non deve fare il forte con i deboli, ma deve agitare la clava con i poteri forti; quindi, rinforzando i presidi di Polizia e riformando il Diritto Penale che preveda condanne che devono essere non solo severe ma soprattutto scontate. Inoltre, devono essere apportate modifiche anche al sistema carcerario, con la costruzione di nuove carceri invece di approvare per motivi elettorali dannosi provvedimenti svuota carceri che favoriscono proprio le mafie.…

E questo per rispetto di tutti e in particolare di una popolazione che vive in una Terra, la Calabria, dove si muore uccisi anche se bambini per grandi vicende di mafia, per vicende di criminalità minore, ma anche per storie di confini e di terra, come anche per fatti inerenti ai rapporti interpersonali, quando sbagliati.

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