Tematiche etico-sociali

RAGAZZI-PADRE

In Italia, tutto congiura contro il padre che vuol fare il padre.
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E questo, nonostante ci sia una legge del 2006 che parla di ‘bigenitorialità”: un rapporto continuativo ed equilibrato con entrambi i genitori.
Una legge doverosa dunque, tesa a riequilibrare lo scompenso e l’andazzo cristallizzato negli ultimi anni, e che riduceva sul lastrico gli ex mariti, impedendo loro di fare i padri, come invece avrebbero voluto.
E in questi anni tante cose sono cambiate, l’uomo ha vissuto le gioie della paternità n primo piano.
Una rivoluzione positiva che i magistrati fanno finta di non vedere.
La legge parla di ‘rapporto equilibrato e continuativo’ del minore con entrambi i genitori?
Bene, da sentenza, “equilibrato” diventa in media 8 giorni per il padre e 23 per la madre.
La legge stabilisce che non vi sia un genitore prevalente? I giudici inventano la figura del genitore ‘collocatario’, e affidano 9 volte su 10 i figli alla mamma. Anche in presenza di richiesta del padre.
Ancora: i giudici continuano a prevedere l’assegno per i figli quando la legge parla di ‘mantenimento diretto’. E, troppo spesso, l’assegno si trasforma in rendita parassitaria per chi lo gestisce non essendoci obbligo di rendicontazione.
Alcuni giudici, giustificano la prassi sostenendo la necessità di evitare conflitti sulla natura delle spese.
La verità è che la discrezionalità nella gestione dell’assegno di mantenimento è affidata esclusivamente al buonsenso del genitore ‘collocatario’, 9 volte su 10 la madre!
Insomma, senza entrare nel vortice dell’antimagistratura, è doveroso sottolineare che sul diritto di famiglia molti giudici tradiscono il codice, per non parlare di molti avvocati che, pur di non perdere il cliente, alzano strumentalmente il livello della conflittualità. E a volte, pur di compiacere il loro assistito, avallano fragili denunce.
Il problema è più diffuso di quanto non si pensi. Sulla strada dell’affidamento condiviso e non applicato, il nostro paese rischia di perdere quel poco di futuro che è rimasto.
Serve un intervento sulla legge che deve garantire realmente un rapporto paritario, qualitativo e quantitativo, del minore con entrambi i genitori.
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