Psicodramma governo in Francia che cade. Il premier François Bayrou crolla sul piano di bilancio “lacrime e sangue” per il super debito e attacca l’Aula: “Avete il potere di rovesciare il governo, non di cancellare la realtà”. L’autogol clamoroso di Macron, artefice di un disastro senza precedenti dopo innumerevoli disfatte, incluse quella delle elezioni europee. Tre vie: nominare un altro capo dell’esecutivo dal peso specifico nullo, o sciogliere il Parlamento e richiamare i francesi alle urne, o dimettersi. Questo il bersaglio grosso di estrema destra ed estrema sinistra che stanno attaccando il centro debolissimo.
La caduta del governo
A nove mesi dal suo insediamento, il debolissimo governo guidato da François Bayrou cade e getta la Francia in una crisi senza precedenti. Il tracollo si è consumato sul voto di fiducia posto dallo stesso Bayrou all’impopolare piano di bilancio per il 2026 presentato dal premier. È arrivato il no dell’estrema destra del Rassemblement National, ma addirittura dei partiti di sinistra, in primis socialisti e La France Insoumise.Tutti hanno gradito poco le politiche ultra green che hanno portato allo squasso definitivo: un super debito spaventoso, frutto di scelte iper ecologiche scellerate. Il quinto primo ministro in due anni ha fallito. E Macron con lui.
Crisi politica
Con 364 voti contrari e 194 voti a favore, l’Assemblea nazionale ha respinto la manovra lacrime e sangue con cui Bayrou sperava di far risparmiare quasi 44 miliardi all’erario. Il super debito pubblico si aggira intorno al 114 per cento del PIL e il deficit ha sforato la soglia del 6 per cento. Siamo a un millimetro dal fallimento tecnico. Per ridurre il deficit fino al 4,6 per cento del PIL, Bayrou aveva suggerito la soppressione di due giorni festivi (il lunedì di Pasquetta e l’8 maggio, in cui si celebra la fine della Seconda guerra mondiale).
A seguito della sfiducia, il Primo Ministro François Bayrou si è recato dal Presidente Emmanuel Macron per rimettere il suo mandato. Macron ora si trova di fronte alla decisione di nominare un nuovo Primo Ministro (il quarto in meno di un anno) o di sciogliere l’Assemblea Nazionale e indire nuove elezioni legislative. Marine Le Pen ha già chiesto elezioni anticipate.
Questa caduta segna un ulteriore periodo di instabilità politica per la Francia, che ha visto diversi cambi di governo negli ultimi anni, in particolare dopo lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale e le elezioni anticipate del giugno 2024.
Le ragioni principali del crollo del governo francese:
- Piano di austerità impopolare: Bayrou aveva proposto un piano di austerità volto a ridurre il deficit pubblico, che prevedeva tagli per circa 44 miliardi di euro. Questo piano includeva misure come l’eliminazione di due festività nazionali e un congelamento della spesa pubblica, percepite come socialmente ingiuste e impopolari.
- Debito pubblico elevato: il debito pubblico francese ha raggiunto il 114% del PIL, creando una pressione significativa sul governo per attuare misure di risanamento.
- Mancanza di maggioranza: il governo Bayrou operava senza una maggioranza solida in Assemblea Nazionale, rendendo difficile l’approvazione di leggi e il mantenimento della fiducia. Le opposizioni, sia di sinistra che di estrema destra (guidate da Marine Le Pen), si sono unite contro il governo.
Il presidente francese Emmanuel Macron è il target
Il leader del Mouvement Démocrate (MoDem) ha enfatizzato lo stato in cui versa l’economia dell’Esagono, in cui il debito “si accumula da 51 anni” e dove l’indebitamento è diventato “un riflesso, o peggio, una dipendenza”. Comunque, nel mirino delle opposizioni non è Bayrou, che ha un peso piuma, ma l’inquilino al palazzo dell’Eliseo Emmanuel Macron e la gestione del post-elezioni europee, nel giugno dello scorso anno, che segnarono la disfatta del suo Renaissance e dell’universo centrista transalpino con la contemporanea affermazione del Rassemblement National guidato da Marine Le Pen.
Il presidente della Repubblica ha convocato nuove elezioni che hanno ribadito il crollo della sinistra verde. La coalizione di sinistra NFP (Nuovo Fronte Popolare) e l’estrema destra di RN hanno lasciato davvero pochi voti ai macronisti. Prima l’esecutivo moderato guidato dal neo-gollista Michel Barnier; dopo due mesi, Bayrou. Una fine malinconica di chi non accetta la sconfitta.
Il leader dell’estrema destra, Marine Le Pen, ha salutato “la fine dell’agonia di un governo fantasma” e il suo delfino, Jordan Bardella, ha indicato la via con un post su X: “Emmanuel Macron ha nelle sue mani l’unica soluzione per far uscire il nostro Paese dall’impasse politica: tornare alle urne”.