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Botulino in Italia: casi in Calabria e Sardegna. Come prevenire l’intossicazione

L'Italia sta affrontando una serie di intossicazioni da botulino, che hanno portato alla morte di una persona in Calabria e una a Cagliari, oltre a causare il ricovero di almeno 14 persone. Due cluster di intossicazione hanno messo in moto una complessa rete di intervento.

In Italia si stanno registrando una serie di intossicazioni da botulino, che hanno portato alla morte di una persona in Calabria e una a Cagliari, oltre a causare il ricovero di almeno 14 persone. Le vittime in Calabria sono state colpite dopo aver consumato un panino in un “truck food” a Diamante, mentre altri casi si sono verificati a Cagliari. A seguito dell’aumento dei casi in Calabria, è stata attivata una procedura d’emergenza che ha portato alla segnalazione immediata al Centro Antiveleni di Pavia.

Il siero salvavita

È importante sapere che nessun ospedale o regione ha l’autorizzazione a conservare l’antidoto autonomamente. Il siero è nella disponibilità esclusiva del Ministero della Salute, che lo distribuisce solo attraverso il Centro Antiveleni lombardo.

Le prime due fiale per i pazienti calabresi sono state fornite dalla Farmacia Militare di Taranto. Successivamente, visto il progredire dell’emergenza, il Ministero della Salute ha inviato altre sette fiale da tenere come scorta presso la terapia intensiva dell’ospedale di Cosenza. Questa misura, come spiegato dal Dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria, è eccezionale e dovuta alla situazione di crisi, non rientrando nella prassi ordinaria che vieta alle strutture ospedaliere di detenere il farmaco direttamente. Per facilitare la distribuzione, la Regione Calabria, tramite Azienda Zero, ha anche utilizzato un elicottero del 118 per prelevare ulteriori fiale dall’Ospedale San Camillo di Roma, dove il Ministero le aveva centralizzate.

L’emergenza Botulino

Questi eventi hanno spinto il Ministero della Salute ad attivare immediatamente i protocolli sanitari d’emergenza. Due cluster di intossicazione hanno messo in moto una complessa rete di intervento.
Il Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero ha reagito prontamente, garantendo ai pazienti un accesso tempestivo agli antidoti salvavita.

Questa rete capillare, supportata da prefetture, forze dell’ordine, servizi di emergenza 118, elisoccorso e Croce Rossa, assicura che gli antidoti siano disponibili in modo rapido su tutto il territorio nazionale. La distribuzione dei sieri è stata gestita anche con il supporto del Deposito CRI Militare di Cagliari, della Marina Militare di Taranto e della Guardia Costiera di Napoli.

Maria Rosaria Campitiello, capo dipartimento, ha sottolineato l’importanza della rapidità dell’intervento, resa possibile dalla Scorta strategica nazionale antidoti e farmaci e dalla collaborazione tra tutti gli enti coinvolti.

Il ruolo delle istituzioni per limitare i rischi in questa fase, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) riveste un ruolo centrale per la conferma diagnostica sui pazienti e l’analisi degli alimenti sospetti. Il Centro Antiveleni di Pavia, designato come riferimento nazionale, ha centralizzato le diagnosi in stretta collaborazione con medici d’urgenza, neurologi e rianimatori.

Matteo Ferrari

Giornalista di cronaca e attualità con anni di esperienza sul campo, Matteo Ferrari si distingue per la capacità di raccontare la cronaca, attualità e fatti con passione ed una particolare narrazione personale. La sua penna affilata e la sua passione per la verità lo rendono un punto di riferimento per chi cerca un'informazione affidabile, approfondita e nel contempo sintetica.
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