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Rugby Sei Nazioni 2021. Inghilterra-Italia, di male in peggio!

Rugby Sei Nazioni 2021. Inghilterra-Italia, di male in peggio!

Mortificate 3 Generazioni

Roma, 28 febbraio 2021 – Ad uscire mortificati dallo Stadio Olimpico di Roma, ieri, sono state le tre generazioni che negli ultimi 60a anni hanno partecipato allo sviluppo del rugby italiano nel Rugby Sei Nazioni 2021.

Una crescita costante che, al giro del Millennio, ha tinto di azzurro il cielo europeo e mondiale del Sei Nazioni. Il più esclusivo e celebrato torneo sul pianeta.

L’Italrugby all’esordio, il 5 febbraio 2000, superò la Scozia allo Stadio Flaminio di Roma per 34-20, all’epoca Campione. Ieri, l’Italia è stata sconfitta dall’Irlanda 10-48!

Dopo le prime 3 partite del Torneo, il XV azzurro ha subito la bellezza di 139 punti
realizzandone 38… 101 punti di differenza!!!…

Riferendosi al 2019 (il 2020 troppo inficiato dalla Pandemia), dopo le prime 3 giornate, l’Italia allora aveva incassato 85 punti e realizzati 41. Differenza 44 punti, accettabile!

Il bilancio attuale è sconfortante, anche perchè per riscontrare un successo italiano, si deve tornare indietro di 30 partite, al 2013 proprio contro l’Irlanda.

Invece di andare avanti l’Italia ha fatto come i gamberi, mortificando tre generazioni che avevano dato il meglio di sè per dimostrare che l’Italia poteva dire la sua nello sport di combattimento simbolo.

Inutili i sacrifici fatti da loro – in regime dilettantistico fino alla fine del secolo scorso – e dalle loro famiglie. Inutile l’esposizione ai traumi.

Inutile aver battuto per la prima volta a Grenoble la Francia, che schierava il suo XV migliore nel 1998.

Tutto evaportato negli ultimi due anni.

Nel 2019 ai Mondiali di Giappone, l’Italia – guidata da Conor O’Shea inserita nel grrone B con Nuova Zelanda e Sud Africa – vince le prime due partite (Canada e Namibia).

Perde male per espulsione causa un placcaggio non appropriato, contro Sud Africa. Gli Springboks, erano stati superati l’anno prima a Firenze.

Gli azzurri aspettavano sicuri nei propri mezzi, i non convincenti All Blacks. Poi, lo Tsunami obbligò gli organizzatori a imporre il pareggio.

Addio alla chance di andare in finale, perchè agli azzurri serviva la vittoria.

L’ottimo Conor O’Shea viene, però, ingaggiato dalla Federazione britannica. L’Italrugby viene affidato al sudafricano Franco Smith.

Il resto è sotto gli occhi di tutti.

Il proprio pensiero www.attualita.it lo ha illustrato in precedenza: eccessiva smania di passare come il “salvatore della Patria”.

Si procede , così, a smantellare l’esistente per far luogo ai giovani. Uno schema scontato in giovani tecnici.

Contro la Francia, Smith ha la fierezza di annunciare una squadra di 24 anni di età media.

L’Inghilterra, per esempio, oltre 30. E non si può dire che manchino i giocatori, visto i milioni di praticanti.

Nell’Irlanda di ieri il leader è il mediano di apertura Jonathan Sexto, 35 anni. Per l’Italia è Paolo Garbisi , 20 anni, la metà!

I giocatori che sta convocando il C.T. Smith sono sicuramente dei talenti. Ma l’essenza del conoscere come!

Il mediano di mischia Varney sicuramente è un elemento effervescente, ma ha 19 anni . Gli manca sicuramente l’esperienza pratica . E si vede, in gioco, purtroppo!

Ieri non è entrato in campo per un infortunio al dito nel riscaldamento. Buon per lui! Ha evitato una nuova esperienza traumatica.

Franco Smith in questo lasso di tempo si è preoccupato soprattutto di smantellare il XV del Mondiale giapponese.

Nella sua rosa, ha conservato solo un terzo della formazione di O’Shea!

Know how attuale: pochissimo. Per capirsi: ieri i due momenti in cui l’Italia stava imponendo il proprio gioco, sono andati in fumo per due penalità a sfavore, maturate dalla stessa mancanza.

Una partenza anticipata della difesa su un proprio calcio in avanti in area avversaria.

Un errore di esperienza, reso più grave perchè ripetuto, dopo che l’arbitro aveva spiegato di non farlo.

Mancanza di esperienza, mancanza di leader del calibro di Parisse, dimenticato a Tolone.

Tutto il lavoro tecnico che il C.T. sta svolgendo, sembra quello di cercare di far circolare il pallone velocemente fra i reparti.

Infatti contro l’Irlanda sono pari i numeri per quello che riguarda il possesso od i metri percorsi.

Ma le mete segnate sono 6 ad 1 per i Verdi celtici.

L’Italia accumula fasi senza sbocchi. L’Eire unita, va ogni volta a segno. L’Italia fa accademia. L’Irlanda costruisce strategie e segnature.

Gli azzurri sono stati capaci di perdere due mischia risolutive su propria introduzione ed una touche strategica.

L’Irlanda ha trascinato fin dietro la difesa italiana, realizzando mete di forza.

L’Italia ha speso tutto per costruire niente, senza mai un avanzamento reale, con il risultato di trovarsi sfibrata al momento di placcare gli avversari lanciati.

Italia mirava ad essere bella, L’Irlanda badava ai fatti.

Che fare dunque? Non resta che pregare! In attesa di che?

Intanto del recupero dei tre giocatori migliori che formano, fra l’altro, un reparto fra i più forti al mondo, quello di terza linea, con Parisse, Polledri e Steyn!

Che, ugualmente, si ripeschi Allan apertura. Garbisi ha tutto il tempo per crescere…

Al resto ci pensino i tecnici o il Presidente. È Il loro mestiere.

Ricordandosi che nel rugby prima di tutto c’è il “Know how”. L’esperienza: individuale e collettiva.

Infine, la leadership in campo, che non è quella dell’allenatore!

 

 

 

 

 

Giacomo Mazzocchi

Giacomo Mazzocchi, giornalista professionista, è stato capo redattore di TuttoSport, capo della redazione sportiva di Telemontecarlo, direttore della comunicazione della Federazione Mondiale di Atletica Leggera e direttore della comunicazione della Federazione Italiana Rugby. Vanta una vasta esperienza suddivisa fra giornalismo scritto e video con direzione e gestione di giornali, pubblicazioni, redazioni televisive, telecronache, conduzioni e partecipazione televisive. Cura l'organizzazione e produzione tv di eventi e uffici stampa
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