Calcio

Ronaldo come Totti e Icardi …

Roma, 13 novembre 2019 – Come sostiene Gary Lineker, calciatore inglese (anche in Italia), commentatore TV britannico che ha seguito le vicende inglesi dell’attuale allenatore della Juve: “Sarri ha le p..le…..”
Su questo non si può dubitare: non si diventa allenatore ricercato in Inghilterra, come in Italia, se non si possiedono fior di attributi. Specie quando si viene dal nulla o quasi, senza avere alle spalle un importante curriculum di calciatore.
È altrettanto vero, però, che il successo dà alla testa soprattutto quando si raggiunge per meriti propri ed è accompagnato da un eccezionale salto nel riconoscimento social-economico.
Il pericolo in questi casi è scivolare inesorabilmente verso una sorta di delirio di onnipotenza . È un classico. Accade, spesso, che il “Super-Io” tenda a non voler condividere con alcuno il merito del proprio successo.
Nella storia del calcio sono innumerevoli i casi di conflitto allenatore-campione. Per tutti, recentissimi e clamorosi di Totti alla Roma ed Icardi a all’Inter.
Protagonista in entrambe le situazioni Luciano Spalletti, coetaneo di Sarri ed, anche lui, di scuola tecnica targata Empoli.
Spalletti ha mostrato di avere fiori di contributi sia a Roma che a Milano optando per lo scontro frontale con le due Icone, Totti ed Icardi, che potevano fargli ombra. Le due battaglie le ha vinte, ma alla fine ha perso la guerra nonostante che tanto la Roma che l’Inter lo avessero sostenuto nel disegno.
Alla luce dei risultati sul campo apparve poi palese che il tecnico toscano avesse sbagliato indirizzo prendendosela in entrambe le situazioni con campioni esemplari per la propria generosità ed impegno sul campo.
A Roma Spalletti riuscì a far attaccare le scarpette al chiodo ad un Totti umiliato (giri di campo in attesa di entrare negli ultimi dieci minuti!) e sconcertato per il trattamento antisportivo subito.
A Milano Icardi fu costretto a trasferirsi a Parigi per rafforzare il Paris Saint-Germaine lasciando in eredità il problema al povero Conte obbligato ad accontentarsi di Lukaku al costo di 75 milioni di euro!
Alla fine, però, Spalletti ha dovuto fare le valigie.
Sia come sia, la vicenda di Cristiano Ronaldo mostra uno scenario molto simile. Da cui emergono due fatti ben precisi.
PRIMO: Ronaldo non ha preso bene le due sostituzioni “tecniche” (inventato il problema al ginocchio) nello spazio di 4 giorni. Fra Lokomotiv e Milan.
Tutta la sua mirabile carriera di CR7 (infiniti titoli; 5 Palloni d’Oro), è stata costruita sul suo immenso orgoglio; sulla voglia di Essere il Numero Uno e dimostralo in ogni impegno agonistico.
Domenica si è visto dalla espressione smarrita negli occhi e da come ha trattato i suoi primi palloni che non era il solito CR7. Evidentemente la sostituzione In Champions aveva lasciato il segno. Gli aveva tolto la sicurezza in sé che era sempre stata la sua forza micidiale.
Fino all’arrivo di Sarri a Torino, ogni occasione per lui era buona per dimostrare attorno, nello stadio come in Tv, che era sempre lui il migliore.
Ma ora, dopo la sostituzione di Mosca, l’insicurezza gli faceva commettere nuovi errori altrimenti inesistenti. Sotto un certo profilo la sua sostituzione poteva apparire la cosa più giusta da farsi, non fosse stato che lo sfasamento di Ronaldo era la logica conseguenza del provvedimento di quattro giorni prima.
SECONDO – Gli accadimenti non sono stati affatto graditi dalla Società. Già dal punto di vista tattico lo staff tecnico bianconero, capitanato da un super esperto del calibro di Pavel Nedved, poco stava approvando che Sarri schierasse in attacco due bomber (Ronaldo ed Higuain) che si ostacolavano a vicenda.
Ne conseguiva scarsa segnatura di reti e successi per il rotto della cuffia arrivati in extremis quando, prima Higuain e ultimamente Ronaldo, venivano sostituiti da Paulo Dybala match maker ideale per il dialogo fruttuoso delle punte.
Quando questo cambio fosse ormai troppo tardi per mutare le sorti della partita, arrivava puntuale dalla panchina il jolly Douglas Costa a sistemare la faccenda pro-Juve.
RISULTATO: Gioco brillante, neanche l’ombra. Il tutto, mentre in Sardegna con pochi soldi, il Cagliari tarato Maran-Nainggollan, allestisce una squadra in zona scudetto a suon di gioco e gol: ultimi i 5 fatti alla Fiorentina!
SVILUPPI : Ronaldo è in Portogallo (con il suo ginocchio inventato malandato) a ritrovare fiducia nell’ambito della Nazionale lusitana.
Conoscendo la sua storia, fatta tutta di orgoglio, la rottura con Sarri (labiale offensivo a parte) appare reale e non reversibile.
La Juventus ne è pienamente consapevole come è certa che il suo investimento quadriennale con il 35enne giocatore portoghese se ne sta andando a farsi benedire dopo aver già fruttato in una stagione (28 reti in campionato) ricavi superiori di 55 milioni di euro rispetto alla stagione precedente grazie ad 1 milioni di magliette vendute e 28 milioni di Euro in più dallo Sponsor Adidas.
Ronaldo non è stato soltanto il tonico tecnico per una Juventus post-Allegri in cerca d’autore; è stato soprattutto l’oggetto di un investimento “industriale” da parte di una Multinazionale.
Un progetto che si stava realizzando in maniera crescente perché La Juve in un solo anno ha visto accrescere i maniera esponenziale il seguito di sostenitori nel mondo calcolato sui 38 milioni di soggetti fra cui tanti potenziali acquirenti di auto Fiat.
Ronaldo è sempre stato un calciatore esemplare dedito solo all’interesse del gruppo in cui militava. Rappresenta a Torino anche un ingranaggio fondamentale di un piano industriale che non può essere compromesso da “Maestrini più o meno forniti di attributi”, eccellenti nella sapiente gestione della panchina lunga, ma non dell’Undici schierato inizialmente.
Cristiano Ronaldo è tutt’altro che un bambino viziato”. È un grandissimo campione, forse il calciatore più forte di sempre. Come tale è provvisto più che da meri “attributi” da un grandissimo “IO”, o “SUPER- IO”.
Come tale deve venire trattato; nel comune interesse.
Pietro Mennea di Barletta grazie al suo particolare IO è stato per anni più veloce di qualunque velocissimo atleta nero dotato di fibre rosse. Per anni (dal 1979) ha detenuto il record del mondo sui 200m. Si è allenato mattina e sera. Ha vissuto praticamente in clausura, osservando tutti giorni una dieta ferrea. Ma aveva un carattere insopportabile e considerava, la maggior parte degli altri, nemici, il che lo motivava assai.
La crisi di Ronaldo è una cosa molto seria e non nasce da turbe. La psicologia è tutto a certi livelli nello sport: quando devi superare te stesso ed a certe età.
Appare assai difficile che da solo CR7 ce la faccia a riprendere il cammino positivamente.
Fortunatamente per lui, e per tutti, Ronaldo da ieri è in Algarve per Portogallo-Lituania (Campionati Europei). Potrebbe essere decisivo che CR7 a suon di gol e buoni esempi, trascini la Nazionale lusitana al successo.
Il tripudio potrebbe cancellare la sua depressione. Altrimenti , al suo rientro, si imporrà a Torino una sola scelta: Sarri o Ronaldo?
Risposta scontata!?!

 

Giacomo Mazzocchi

Giacomo Mazzocchi, giornalista professionista, è stato capo redattore di TuttoSport, capo della redazione sportiva di Telemontecarlo, direttore della comunicazione della Federazione Mondiale di Atletica Leggera e direttore della comunicazione della Federazione Italiana Rugby. Vanta una vasta esperienza suddivisa fra giornalismo scritto e video con direzione e gestione di giornali, pubblicazioni, redazioni televisive, telecronache, conduzioni e partecipazione televisive. Cura l'organizzazione e produzione tv di eventi e uffici stampa
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