Calcio

Ronaldo-Juve, missione compiuta

Roma 13 marzo 2019 – Ronaldo batte Atletico Madrid 3-0. Così si potrebbe sintetizzare, con quattro parole e due cifre, quanto è accaduto ieri sera allo Juventus Stadium di Torino dove i bianconeri hanno ribaltato il risultato dell’andata con un secco 3-0 che permette in extremis di raggiungere
gli ottavi di finale della Champions.
Risultato conseguito con 3 reti del portoghese coadiuvato, occorre dirlo, da una prova maiuscola di Bernardeschi sia dal punto di vista tecnico che agonistico.
Evidententemente oltre a realizzare reti e farle realizzare ad altri Ronaldo, con il suo esempio, è riuscito, in questi mesi, a contagiare agonisticamente qualche altro bianconero di stirpe italica quali il toscano Bernardeschi ed il pugliese Spinazzola che ieri sera, senza timidezze, ha sostituito sulla fascia sinistra Alex Sandro.
Missione compiuta, dunque, quella di Ronaldo acquistato dal Real Madrid nel luglio scorso per 105 milioni di euro ,(più 30 milioni annui per lui) per consentire alla squadra della Fiat di arrivare alla conquista della Coppa dei Campioni.
Strada facendo, le sue reti, gli assist, e la carica agonistica che, per esempio, gli ha permesso di rubare il pallone al portiere del Napoli e guadagnarsi il calcio di punizione dal limite che ha steso il Napoli al San Paolo, ha consentito alla Juve di ammazzare il campionato come mai era successo con 18 punti di vantaggio sulla seconda quando mancano tre mesi alla fine della stagione.
Gli esperti valutano in 400 milioni di euro l’intero investimento-Ronaldo promosso da Marotta, prima di lasciare il club per trasferirsi alla corte cinese dell’Inter.
Buona parte sono già stati recuperati attraverso vari canali finanziari e commerciali. Altri saranno propiziati dai proventi della Champions presente e futura, aumento dei biglietti, etc.
L’ennesima prodezza di Ronaldo non deve diventare l’occasione per la facile esaltazione di un fenomeno sportivo, come da sempre sostenuto, capace di sfatare la legge che un calciatore non fa una squadra, ma per ribadire il concetto che non è adeguato che una grande squadra senza un Ronaldo non è più tale.
Non si può vivere o regnare, come accaduto al Real Madrid affidandosi solo alle capacita uniche atletiche, tecniche ed agonistiche di un solo personaggio.
Una squadra con la S maiuscola deve, comunque, “avere un gioco” non contare per tutti i novanta minuti sui “palloni messi dentro “ (come espresso dal telecronista di turno, nell’area di rigore avversaria) nella speranza che rientrino nel raggio magico di un Rolando.
Una squadra con grandi mezzi ed ambizione deve “deve avere un gioco”.
Specie quando raccoglie campioni di ogni nazionalità. Sarebbe piaciuto in tal senso accomunare nelle gesta belle e emozionanti di Juventus–Atletico Madrid (con rigori annullati, ricorsi al Var, impiego della cellula elettronica segnalatrice di gol e lieto fine in extremis) anche l’apporto di Allegri.
Il tecnico toscano ha dimostrato, ancora una volta, tutta la propria competenza nello schierare in campo gli uomini giusti. Inserendo Spinazzola , esordiente in Champions, lasciando Dybala in panchina e così via. Ha cioè scelto e bene, gli uomini giusti per giostrare una partita d’assalto al fortino madrileno. Niente manovre, perciò, come è consuetudine della Juve di Allegri chiusa nel cerchio delle individualità eccellenti dei suoi campioni.
Il massimo richiesto alla sua squadra: una maggiore predisposizione al pressing.
Troppo poco per avvicinarsi ad un gioco moderno che si basa su palleggi stretti e veloci da cui fare scaturire verticalizzazioni rapide che possano liberare l’uomo in area.
Questo tipo di gioco, di palleggio, non si improvvisa a tavolino, a parole od alla lavagna come istruzioni. Deve fare parte degli allenamenti quotidiani e corali fin dall’addestramento atletico con la palla.
Questo bagaglio non si apprende (e si insegna) nell’arco di una settimana, ma di mesi e molta pratica.
Sotto questo aspetto la Juventus appare agli occhi di tutti non adeguata.
Può anche darsi che la presenza di Ronaldo possa ovviare a queste deficienze. In Italia non ci sono problemi, ma in Champions, fin dai prossimi quarti, la musica sarà di ascolto difficile anche se si dispone del miglior tenore al mondo.
Il problema è che non si può correre ai ripari. Come detto per darsi un gioco corale e non basato su estri individuali non è sufficiente applicarsi nel breve periodo.
Ma finchè c’è Rolando (anche 35enne!) c’è speranza…..

Giacomo Mazzocchi

Giacomo Mazzocchi, giornalista professionista, è stato capo redattore di TuttoSport, capo della redazione sportiva di Telemontecarlo, direttore della comunicazione della Federazione Mondiale di Atletica Leggera e direttore della comunicazione della Federazione Italiana Rugby. Vanta una vasta esperienza suddivisa fra giornalismo scritto e video con direzione e gestione di giornali, pubblicazioni, redazioni televisive, telecronache, conduzioni e partecipazione televisive. Cura l'organizzazione e produzione tv di eventi e uffici stampa
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