Allegri solo gli olandesi eredi di Cruijff e Guardiola

Roma, 17 aprile 2019 – Anziché buttare centinaia di milioni per accaparrarsi il fior fiore
del calcio mondiale, perché la Juventus non ne investe molti ma molti di meno per ingaggiare un allenatore che sia in grado almeno di farli giocare assieme?.
Ovvero, come nel caso del tecnico dell’Ajax Erik Teh Hag, doti la squadra di un gioco all’altezza degli sviluppi tecnico-tattici evoluti.
È francamente poco edificante commentare gli accadimenti, per altro ben previsti, allo Juventus Stadium di Torino.
Da una parte un Ajax giovanissima ed entusiasta,aggressiva sicura che – giocandosi accortamente il pallone fra i loro propri allenati  piedi – a rete ci sarebbero arrivati prima o dopo. Dall’altra la Juve, sicuramente determinata e vogliosa di battersi incapace, però di realizzare alcuna trama.
Si era detto che – per portare in porto una risultato utile a qualificarsi – , bisognava crearsi delle opportunità offensive.
Realizzare una forma di gioco che consentisse un avvicinamento alla porta olandese tale da consentire di mirare a rete. È stato subito purtroppo  evidente fin dalle prime battute che vedevano una Juve assai vigorosa e determinata, che purtroppo si
trattava della solita squadra incapace di fraseggiare con la sfera e votata soltanto alla speranza di qualche calcio d’angolo  o punizione.
Il sistema di gioco, infatti, non si inventa né in una settimana, né in un mese . Ci vuole tempo, tanto, tempo, a meno che non si tratta di “geni” calcistici come Roberto Mancini che è riuscito a raggiungere risultati sorprendenti in qualche mese, ma andandosi a sciegliere, anche al’estero i talenti più predisposti.
Fortune per la Nazionale ed il calcio italiano che finalmente trova in casa un modello a cui ispirarsi.
Altri giovani tecnici italiani stanno battendo questa stessa strada, con discreti risultati per le fortune di bassa e media classifica delle loro squadre.
Ma i tecnici delle squadre più importanti e ricche del nostro calcio sono lontani eoni dallo staccarsi dal copioncino che in lontani momenti della loro carriera ha perrmesso di forgiars un discreto curriculum casalingo.
Non studiano, non innovano, non copiano. Sono fieri del loro ,calcio, quello che conoscono, delle loro metodiche di allenamento ( soprattutto) e non intendono (o non possono ) recedere.
Se andiamo a studiare bene il modo come giocano Juventus di Allegri e Inter di Spalletti, salta evidente che tutto il loro apporto consiste nella scelta del giocatore  per un certo ruolo  e niente altro. La grande trovata non è introdurre  movimenti consoni ad importanti risvolti da provare e riprovare in allenamento perfezionando gli aspetti tecnici, bensì fermo restando lo stallo tecnico-tattico, cambiare  nello schieramento iniziale ( od in corso d’opera), per esempio, un Dybala per un Kaine , od un Di Sciglio con un Cancelo.
Fermo restando tutto il resto.  Ovvero, il niente altro che una occasione fortunata.
Un po’ poco per tecnici all’avanguardia e benissimo pagati.
Accade così che nella partita più importante dell’anno la Juventus non trovi per 90 minuti una occasione per impegnare seriamente il portiere avversario  e che non sappia capitalizzare la fortunosa rete – ottenuta da una situazione confusa –  dal gigantesco Ronaldo.
Un acquisto sensazionale che ha rilanciato il calcio negli stadi, ma poi lo ha mortificato andando a giustificare il non gioco bianconero e l’Inerzia di Allegri.
E, quindi, ad essere strapazzata e quasi irrisa dalla freschezza di giovanotti allegri perché si stanno divertendo senza coscrizioni tattiche: dando il meglio di sé non imbottigliati da imposizione tattiche indicate della panchine.
Ragazzi che non si limitano a fare melina per difendere il vantaggio 2-1, ma insistono veementi per andare ancora in rete,  obbligando il migliore in campo, il portiere  Szczesny.   Ad una serie di interventi miracolosi. Ieri sono entrate nella prima semifinale. guarda caso, due squadre – Barcellona (3-0 sul Manchester United ed Ajax)  entrambe prodotto del calcio “visionato” dall’Olandese Johan Cruijff, allenatore del
Barcellona che ha fatto scuola  e prodotto  Josip  Guardiola.
Il tecnico di questo fenomeno Ajax , ten Hag, è stato secondo di Guardiola al Bayern Monaco  due anni fa . Ne ha assimilato dottrina mentale ( libertà di pensiero ed azione) e tecnica ( metodiche  di allenamento totalmente diverse dalle tradizionali).
Con ogni, ancora, probabilità questa sera si saprà anche se in Semifinale ten Hag se la vedrà o meno contro uil suo maestro alla guida del Manchester United. Tre squadre su quattro in testa all’Europoa praticano i dettami di Cruijff.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un calcio piacevole, entusiasmante che, spesso paga anche come risultato. Un richiamo per gli stadi dove il calcio non è certo allegro.
Insomma, commentare la debacle bianconera è un vero sacrificio.
Serenamente occore rinunziare si lamentarsi per episodi controversi e soprattutto  non prendersela con un tale giocatore ( per esempio Dybala  – un fenomeno distrutto da un pessimo impiego mozza ispirazione).
Ma accettare la lezione nell’augurio che serva tanto alla Juventus  – che non può accontentarsi dell’ottavo scudetto consecutivo e deve veramente rinfrescare l’aria-  ed alle fortune di tutto il calcio italiano..

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