Racconti di sport

Un giorno speciale

Il 21 aprile è davvero un giorno speciale per Roma, per la Regina Elisabetta e … per Toninho Cerezo.

Roma, 21 aprile 2020 – Ci sono giorni più speciali degli altri. Non si sa perché, ma è così perché il destino, il caso, che secondo gli antichi greci comanda su tutti noi, anche sugli dei, si diverte a farli essere così. E il 21 aprile è uno di questi giorni.
Oggi, infatti, compie 2.773 anni la città più bella, famosa e fondamentale per la storia dell’umanità intera, Roma, che tante altre ne ha fondate e che ha fatto da guida al mondo per quattro secoli e poi anche di più. Tanto che è da tutti chiamata la città eterna e che è la culla della cristianità.

Ma di 21 aprile, nel 1926, è nata anche un’altra icona della nostra storia, la Regina Elisabetta, che basta scrivere il suo nome e tutti sappiamo chi è. Perché per quelli della mia generazione c’è sempre stata, tanto che non possiamo dissociarla dalla sua amata Inghilterra.

E poi, dato che lo abbiamo conosciuto e gli vogliamo bene, scusandoci con tutti voi per la parentesi personale che apriamo in questa storia, il 21 aprile, stavolta del 1955, è nato anche uno dei calciatori per noi più forti di sempre: il brasiliano Toninho Cerezo. Uno che insieme ai vari Socrates, Falçao, Zico e Junior ha formato uno dei reparti di centrocampo più forti di sempre della storia del calcio.
Toninho Cerezo è uno che venne a Roma (vedi che poi tutto torna, anche nel nostro articolo) nel 1984 e vi rimase fino al 1986 per poi andare a vincere un incredibile scudetto con la Sampdoria. Uno che sprizza allegria e simpatia da tutti i pori della pelle e che ha un’umanità fuori dal comune.
Auguri Toninho, ovunque tu ti trovi oggi, a Genova, in Brasile, in Giappone o nella tua amata Amazzonia, dove forse questo maledetto virus ti lascerà in pace. Ci hai regalato momenti di grande calcio e di grande umanità che non dimenticheremo mai e a Roma sei rimasto così legato che, quando abbiamo modo di sentirci, ci ripeti sempre quella frase che dicesti per la prima volta a noi e che da quel giorno tutti hanno ripreso: “Il colore di Dio, amico mio, è giallorosso!”.

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