Racconti di sport

Racconti di sport – Tennis – Zugarelli, l’ultimo che divenne quasi primo

Quarantacinque anni fa la finale agli Internazionali d’Italia contro Vitas Gerulaitis

Roma, 29 aprile 2022 – Il prossimo 2 Maggio prenderà il via al Foro Italico di Roma la 79a edizione degli Internazionali d’Italia di tennis.

L’evento offre il destro per rievocare un episodio avvenuto 45 anni fa, nell’ormai lontano 1977, nel pieno degli Anni di Piombo.

Protagonista il baffuto Antonio Zugarelli, classe 1950, che partendo da umili origini è arrivato al top del tennis italiano negli anni ’70.

Zuga. Il riscatto di un ultimo”. Si intitola proprio così l’autobiografia di Antonio Zugarelli, pubblicata nel 2014 assieme a Lia Del Fabro, che narra la sua ascesa dalla borgata romana all’Olimpo della racchetta.

Questo racconto parte dall’arcinota l’impresa, non solo sportiva, della vittoria italiana in Coppa Davis 1976 a Santiago del Cile.

Resta nella storia d’Italia il lungo e acceso dibattito, che impegnò l’intero sistema politico e sportivo nazionale.

In esito al confronto fra le varie componenti, sull’opportunità di disertare o meno la competizione nel Cile sotto dittatura, si giunse ad una scelta di campo.

A posteriori la decisione presa appare giusta. Si andò a Santiago, per conquistare l’Insalatiera d’argento all’Estadio Nacional.

Proprio sul campo così simbolicamente vicino all’impianto calcistico, ancora fresco teatro degli orrori della feroce repressione.

La squadra azzurra in maglia rossa, guidata dal capitano non giocatore Nicola Pietrangeli, schiaffeggiò così moralmente, davanti al Mondo intero, il regime di Augusto Pinochet.

Era un’armata Brancaleone improbabile, a rivederla oggi.

Il lungo e sornione Panatta, il brevilineo e lucido Bertolucci, il mingherlino e scontroso Barazzutti e il baffuto Zugarelli.

Un gruppo che simboleggiò l’accesso di figli del popolo (Adriano e Tonino lo sono pienamente) ad uno degli sport considerati d’élite.

Zugarelli, seppur nel ruolo di riserva, contribuì in concreto alla vittoria della Coppa Davis nel dicembre 1976.

Nella precedente finale della zona europea contro la Gran Bretagna giocò infatti da singolarista al posto di Barazzutti, e fu determinante superando sia Roger Taylor che John Lloyd.

Oltre al trionfo in Coppa Davis (a tutt’oggi, si badi bene, l’unico dell’Italia), quel favoloso 1976 ci regalò la doppietta individuale di Adriano Panatta (Roma e Parigi). Ma anche questa è una storia ben conosciuta, e veniamo alla ricorrenza imminente.

In questo racconto, che della premessa necessitava, si vuole invece celebrare come fu Zugarelli a proseguire l’onda positiva.

Con l’impresa sfiorata, 45 anni fa, da finalista nel singolare maschile 1977 al Foro Italico.

Nel torneo Tonino era partito, e non poteva che esser così, dalla parte bassa del tabellone.

Da lì risalì alla semifinale, per superarvi l’australiano Phil Dente sfidare quindi per il titolo, l’americano Gerulaitis.

Il biondo e riccioluto Vitas Gerulaitis, di origine lituana, altra icona del tennis anni ’70 (scomparso precocemente a soli 40 anni, per le emissioni di monossido di carbonio da una caldaia difettosa).

Domenica 22 Maggio 1977, la finale al Centrale si decise al quarto set, con un combattuto tie-break.

Il vincitore Gerulaitis ammise poi di esser certo che, se si fosse andati al quinto set, l’avrebbe spuntata l’Italiano.

Ma ci sta, sui campi di terra rossa come nella vita, che sia il tocco di un nastro a decidere da quale lato della rete debba cadere la pallina.

Le occasioni, anche se mancate, sono sempre opportunità vissute.

Come la finale di quarantacinque anni fa, grazie a cui Zuga, approdato da ultimo al palcoscenico dei primi, ha avuto comunque il suo riscatto, da quasi campione.

 

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