Racconti di sport

Racconti di sport: 115 anni. Auguri LAZIO!

Oggi, nel 1900, nasceva il sodalizio biancoazzurro

Roma, 9 gennaio – Un compleanno di per se è sempre una ricorrenza a prescindere dall’età che si va a festeggiare, figurarsi poi se l’età in questione è particolarmente elevata. Oggi è il compleanno della S.S.LAZIO che taglia il traguardo delle 115 candeline! Premessa d’obbligo è che tale ricorrenza non è solo ascrivibile al calcio, visto che la LAZIO è oggi una associazione alla quale aderiscono ben 62 sezioni, per un totale di più di diecimila atleti praticanti tra atleti puri, soci-atleti o solo soci.  Il sottufficiale dei Bersaglieri Luigi Bigiarelli fondò il sodalizio insieme ad altri 8 atleti romani nell’intento di far fare sport a tutti indistintamente, animati da un sacro fuoco come lo spirito olimpico che rinacque nel 1896 ad Atene con la prima edizione delle moderne Olimpiadi. Anche i colori sociali furono ispirati da tale evento, in quanto il bianco ed il celeste erano i colori della bandiera greca, mentre il simbolo dell’Aquila fu di matrice imperiale, intesa come impero romano ed il nome LAZIO fu scelto per allargare i confini oltre la stessa città di Roma.

Abbiamo accennato alle  62 sezioni tra discipline di squadra e discipline individuali che variano nei campi più disparati, addirittura una sezione non-agonistica come l’escursionismo che è tra le più antiche del sodalizio che conta circa 400 soci  e che svolge la propria attività su un terreno di sport puro, di cultura, di turismo e di approccio primitivo con la natura.

Dal punto di vista storico la LAZIO fu eretta in Ente Morale con regio decreto 2/6/1921 n.907 perché si disse che il sodalizio aveva meriti sociali e culturali prima che sportivi, in particolare perché durante il primo conflitto mondiale aveva trasformato il “civettuolo” campo della Rondinella in orto di guerra, cioè reso disponibile alle esigenze alimentari della collettività  e perché eccezionale era stato il contributo da parte di atleti biancocelesti alla Patria. Il riconoscimento in Ente Morale ebbe il suo peso nel 1927 allorquando, su  pressioni del federale di Roma Italo Foschi, si tentò una fusione insieme ad altre società romane per dar vita ad un unico soggetto sportivo sotto il nome ROMA, con i colori dell’Urbe e sfruttando l’impianto della LAZIO. La strategia di natura politica trovò l’opposizione del generale Giorgio Vaccaro, vice-presidente della LAZIO e persona influente nelle gerarchie fasciste, che si presentò da Foschi facendogli notare che trent’anni di storia della LAZIO, la sua costituzione in Ente Morale, i suoi caduti ed i successi fino ad allora conseguiti, non potevano essere azzerati e gli fece capire anche che lo spirito di emulazione di due sodalizi nella stessa area geografica avrebbe creato una forte attenzione attorno al fenomeno sportivo.

Al giorno d’oggi queste testimonianze possono sembrare anacronistiche, tuttavia la LAZIO da sempre è permeata da un “cemento ideale” che poi è l’esaltazione dell’uomo sportivo inteso come individuo. A questo proposito come non ricordare punte d’eccellenza come Silvio Piola, Giorgio Chinaglia, i nuotatori Pucci, Pedersoli (Bud Spencer in arte cinematografica), Daniela Beneck, il lanciatore di baseball Giulio Glorioso ed il Campionissimo Fausto Coppi, che fu  tesserato con la S.S.LAZIO all’indomani del suo rimpatrio in Italia dopo la fine del secondo conflitto mondiale e  prima di ritornare a casa in Piemonte. Ma non solo i più celebrati, anche alcuni “dimenticati” come Enzo Zabberoni che è stata la più grande “panchina” relativamente a nuoto e pallanuoto nella storia della LAZIO o come Ezio Sclavi, portiere di calcio a cavallo tra la fine degli anni ’20 e la metà degli anni ’30, pittore della scuola romana di apprezzabile valore  che dopo un grave infortunio al ginocchio non si vide riconfermato dalla LAZIO, che evidentemente non credeva nel suo recupero, che preferì chiudere col calcio partendo volontario per l’Africa orientale.

Potremmo ricordare un’infinità di aneddoti e testimonianze ma chiudiamo con una dichiarazione  di Sergio Borgo, onesto giocatore facente parte della rosa del primo scudetto calcistico del 1974, che disse testualmente: “La LAZIO? È una cordiale distillatrice di emozioni!”.

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