Il quarto uomo

Edinho, l'altro grande brasiliano dell'Udinese

Roma, 29 luglio 2022 – In questo periodo di celebrazioni per il quarantennale della vittoria dell’Italia dell’82, in Spagna, è stato spesso rievocato il successo per 3-2 contro il Brasile.

Ne abbiamo parlato anche noi nel nostro libro “Italia ’82 – Quarant’anni fa” che sta piacendo molto e che è tuttora in vendita su tutte le piattaforme online (amazon, IBS, youcanprint.it, ecc. ecc.).

Quel Brasile che era (ed è) da tutti considerato uno dei più forti di tutti i tempi.

Tre dei suoi campionissimi sono in questa foto, scattata prima di Udinese-Roma 1-0 del 6 novembre 1983, decisa dal gol di uno di loro: Zico.

Uno dei tre campioni succitati. Gli altri due sono i romanisti Toninho Cerezo e Paulo Roberto Falçao.

Poi c’è lui, il quarto uomo della foto. Un altro brasiliano, un altro campione, seppur meno celebrato dei suoi tre compagni di nazionale: Edinho Nazareth Filho.

Meglio noto semplicemente come Edinho.

Anche lui era in quel Brasile dell’82 che abbiamo sconfitto al Sarrià di Barcellona. Non come titolare, ma come riserva di Oscar.

Quello al quale, ad un soffio dal 90°, Zoff negò il gol del 3-3 con quella parata strepitosa che tutti ricordiamo.

Perché Edinho, nell’82, era già considerato nella parte discendente della carriera, che lo aveva visto primeggiare, in Brasile, con la maglia della Fluminense per tutti gli anni ’70.

Con la “Tricolor” di Rio de Janeiro, la città dove è nato, aveva esordito nel 1973 e, fino a quel 1982 in cui era stato acquistato dall’Udinese, aveva giocato 358 partite e segnato 34 gol.

E già, perché nonostante il suo ruolo fosse quello di difensore centrale, Edinho aveva una grande confidenza con il gol.

Che trovava soprattutto su calcio di punizione. Una specialità nella quale era un maestro.

Ma le sue non erano punizioni alla Zico: liftate, ad effetto, morbide e sinuose come il corpo di una bella donna.

Le sue erano bordate “al fulmicotone”, come si diceva a quei tempi, nei quali il lessico era ben più forbito di quello odierno.

E nei quali maestri della comunicazione come Sandro Ciotti contribuivano a renderlo più alto e aulico anche nelle cronache sportive.

Edinho, da titolare, aveva giocato il Mondiale del ’78 in Argentina e il suo acquisto venne salutato con gioia dai tifosi friulani, perché era comunque uno dei grandi del Brasile.

Acquisto che, poi, che fece da preludio a quello di Zico dell’anno dopo e che, alla fine della fiera, si rivelò più che indovinato.

Perché Edinho, in Friuli, giocò ben 5 stagioni, fino al 1987. Prendendo parte ad uno dei periodi più entusiasmanti della storia del club friulano.

Per il quale segnò 22 gol, di cui 10 su rigore, altra specialità nella quale eccelleva.

Alcuni li fece anche su punizione, quando Zico non giocava, ovviamente.

Altrimenti queste erano tutte affar suo.

La sua punizione più celebre con l’Udinese, però, è una che non trasformò in gol.

Quella del 31 ottobre 1982 contro il Verona, con la quale mandò il pallone a sbattere prima su un palo e poi sull’altro della porta scaligera.

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