Racconti di sport

Francesco Moser ed il record dell’ora.

Il campione trentino entra nel ciclismo del futuro con l'impresa di Città del Messico.

Roma, 19 gennaio 2024

 

Il 19 gennaio 1984, quarant’anni fa, è il giorno di Francesco Moser, indiscusso campione di ciclismo, che conquista il record dell’ora a Città del Messico.

Nel velodromo del Centro Deportivo della capitale messicana il trentino sfonda il muro dei 50 km. in un’ora togliendo il primato al “Cannibale” Eddy Merckx, stabilito dodici anni prima.

La particolare specialità impone, nell’ambito appunto di un’ora, di percorrere quanti più chilometri su una pista di circa 350 metri e Merckx nel 1972 centra il record con 49,432 km.

Moser, supportato dall’equipe Enervit del professor Sassi, sposa il progetto e si dedica anima e corpo alla realizzazione del record stabilendosi per più di un mese in Messico.

Il paese centroamericano con le sue strutture in altura, a più di duemila metri sul livello del mare, favorisce determinate prestazioni ma nell’impresa di Moser c’è dell’altro.

Il trentino si mette a disposizione per migliorare l’aerodinamica della propria bici, i rapporti, si studiano particolari materiali relativi ad abbigliamento e scarpe e non ultima si cura l’alimentazione.

La bici non è quella solita, ha la ruota anteriore più bassa per consentire al corpo di essere più parallelo possibile al terreno e soprattutto si sperimentano le ruote lenticolari.

Sono ruote chiuse, senza i comuni raggi, che permettono di fendere l’aria e di conseguenza guadagnare secondi preziosi in aerodinamica.

La bici, col telaio in acciaio, pesa meno di dieci chili ed ha il manubrio con l’impugnatura contraria rispetto ai modelli da strada.

Moser inizia la performance con un rapporto 56×15 che sviluppa poco più di otto metri per pedalata e chiude l’ora percorrendo 50,808 km., detronizzando il “Cannibale” Merckx.

Moser sta bene e il suo motore non accusa la fatica frutto di una preparazione certosina iniziata vicino casa, sulle salite del monte Bondone, con esercitazioni di forza-resistenza con i rapportoni.

Quattro giorni dopo, il 23 gennaio, Moser parte per un nuovo primato montando un rapporto ancora più duro, 57×15, e chiude la sua impresa percorrendo l’ora su pista per 51,151 km.

Nasce così il ciclismo del futuro, non più una disciplina approssimativa, con una cura sempre più specifica sul modo di alimentarsi, sull’uso di cardiofrequenzimetri, integratori e quant’altro.

E’ giusto ricordare il professor Antonio Dal Monte per il contributo dato allo sviluppo aerodinamico della bici e come già ricordato il gruppo Enervit.

Il prosieguo del 1984 per Moser diventa trionfale con la vittoria a marzo della Milano-Sanremo e la conquista in giugno del suo unico Giro d’Italia, con una micidiale cronometro all’ultima tappa dove batte Fignon e indossa la maglia rosa.

La misura di 51,151 diventa iconica ed entra nella produzione della cantina Moser come etichetta di uno spumante particolarmente apprezzato, anche dal “nemico” Saronni…

In alto i calici allora per ricordare uno straordinario record e uno straordinario Campione.

 

 

 

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