Racconti di sport. C’è il derby, giù il cappello!

Lazio-Roma e il significato di una parola che ormai indica la partita delle partite. Quella che nella Capitale, ad aprile, è la gara delle ripetizioni e della perfetta parità.

Roma, 2 aprile – Due sono le leggende sul perché il derby si chiama così: la prima  nasce da una corsa di cavalli, la seconda da un cappello a forma di bombetta. Entrambe prendono vita in Inghilterra. Patria del calcio e delle stra-cittadine.

La prima ci riporta al 1780, alla prima edizione del derby di galoppo che, da allora, si disputa ogni anno ad Epsom, contea di Surrey. Qui venne istituito da Sir Stanley, il dodicesimo conte di Derby (da cui prese il nome) e da qui si diffuse presto in tutto il mondo. Vista la grande competitività tra i cavalli in gara e l’accanimento di spettatori e scommettitori nel seguire la corsa, il suo nome ben si adattò per identificare le partite di calcio tra squadre della stessa città o regione, acerrime rivali per tradizione e in competizione tra loro proprio come i puledri nei derby di galoppo.

La seconda si rifà, invece, al “derby hat”, una bombetta diffusa nell’Inghilterra di inizio ‘800, dove si giocava un football molto diverso da quello attuale, senza tante regole. Unica norma sicura era quella sul numero dei giocatori: undici per parte. Ma visto che alle sfide tra squadre di paesi vicini o della stessa cittadina tutti volevano partecipare, si arrivò ad un compromesso: in campo sarebbero scese formazioni dal numero illimitato di giocatori ma, tra questi, avrebbero potuto fare gol solo gli undici prescelti da ciascuna delle due parti, che si sarebbero contraddistinti perché in testa avrebbero avuto il “derby hat”. E proprio per questa quelle partite vennero chiamate “derby”.

Domenica, allo Stadio Olimpico di Roma, si giocherà il derby capitolino di campionato numero 146. Il bilancio generale della sfida è favorevole ai giallorossi (51 le loro vittorie contro le 37 della Lazio, 57 i pareggi), ma ad aprile siamo in perfetta parità: 4 i successi a testa, più 6 pareggi. Il fatto curioso da notare, però, è che dei 14 derby di campionato giocati in questo mese ben due sono stati ripetizioni di partite precedenti. Il primo è quello del 4 aprile 1956 vinto dalla Lazio 1-0 con gol di Muccinelli che, in origine, doveva essere giocato domenica 11 marzo. Solo che quel giorno su Roma si abbatté un’insolita nevicata che bloccò la città e l’arbitro Orlandini (nato a Testaccio ma, stando alla leggenda, simpatizzante laziale) decise di rinviarla. Il secondo è quello del 21 aprile 2004, che finì 1-1 con il gol di Corradi e il rigore di Totti e che, in origine, doveva essere giocato il 21 marzo. A farlo rinviare fu la notizia, poi per sfortuna smentita, della morte di un bambino negli scontri che c’erano stati fuori dallo Stadio tra tifosi e forze dell’ordine.

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