Medicina

Celiachia e glutine

celiachia glutineLa celiachia è una enteropatia che si manifesta in soggetti geneticamente suscettibili, in seguito all’introduzione con la dieta di alimenti contenenti il glutine. Tale patologia, che nei paesi occidentali ha una frequenza di circa un caso su 100 abitanti, è caratterizzata sul piano morfologico dall’ atrofia dei villi intestinali, iperplasia delle cripte cellulari, infiltrazione dell’epitelio e della lamina propria della mucosa da parte dei linfociti, e sul piano sierologico dalla presenza di anticorpi antiendomisio (EMA) e anticorpi antitranglutaminasi-2 (anti-Tg2).

Da un punto di vista clinico la malattia può manifestarsi con sintomi e segni di malassorbimento o sistemici (es. diarrea, dolori addominali, vomito, calo ponderale, ridotto accrescimento staturo-ponderale, anemia, osteoporosi, ipoplasia dello smalto dentario, aftosi recidivanti, depressione, infertilità, manifestazioni cutanee e patologie neurologiche). La malattia celiaca può anche presentarsi in una forma silente, caratterizzata dalla presenza di lesioni istopatologiche tipiche, positività anticorpale ma assenza di sintomi, ed una forma latente (o potenziale) in cui alla sierologia positiva fa riscontro l’ assenza di lesioni istopatologiche tipiche o di manifestazioni cliniche.

Inoltre , è di particolare interesse notare come numerose condizioni morbose a patogenesi autoimmune (dermatite erpetiforme, diabete mellito, insulino-dipendente, tiroidite di Hashimoto, deficit selettivo di IgA, cirrosi biliare primitiva, colangite sclerosante) possano associarsi tra loro nei pazienti con malattia celiaca. Questi pazienti, infatti, rispetto alla popolazione generale, presentano una percentuale aumentata del rischio di sviluppare queste malattie.

Il ruolo del glutine
Il glutine rappresenta il fattore ambientale capace, in seguito ad ingestione, di indurre, in soggetti geneticamente predisposti, la malattia celiaca. Con il termine glutine si indicano le componenti proteiche di alcuni cereali, tra cui ad esempio il frumento. Sulla base della solubilità, la frazione proteica di questo cereale, può essere suddivisa in quattro gruppi proteici differenti, non tutti tossici per i pazienti celiaci: le prolammine (solubili in etanolo), le glutenine (solubili in soluzioni acide o alcaline diluite), le globuline (solubili in NaCl al 10%) e le albumine (solubili in acqua). Le prolammine rappresentano la frazione tossica del glutine e queste proteine, purtroppo, non sono presenti solo nel frumento, ma anche in altri cereali. A seconda del cereale a cui si fa riferimento hanno un nome diverso: gliadina se ci riferiamo alle prolamine del frumento, ordelina se parliamo di orzo e di secalina o avenina se invece il cereale in questione è la segale o l’avena. Quindi con il termine “glutine” facciamo riferimento alla componente alcol solubile, cioè alle prolamine presenti in tutti i cereali ora elencati. La gliadina, tra tutte le prolamine, sembra avere un ruolo di primo piano. Questa proteina può essere separata con l’elettroforesi in 4 sottofrazioni: alpha, beta, gamma e omega. Tali sottofrazioni, costituite da singole catene polipeptidi con alto contenuto di glutamina e prolina, sono provviste di tossicità decrescente nei confronti della mucosa intestinale. La frazione “alpha” della gliadina, ovvero la frazione più tossica di tale proteina, è quella che sembra avere, con più frequenza, una responsabilità nella malattia, poiché si è visto che alcuni suoi epitopi sono immunodominanti e vengono riconosciuti dalle cellule T di quasi tutti i pazienti celiaci.
Conclusioni – L’importanza della dieta contenente glutine nella patogenesi della celiachia è fortemente supportata dalla dimostrazione che la terapia di questa patologia si basa essenzialmente sull’ esclusione del glutine dalla dieta. Ad oggi, tale intervento deve attuarsi in misura scrupolosa e per l’ intera durata della vita, anche se studi recenti sembrerebbero suggerire che alcuni pazienti possano divenire tolleranti al glutine col passare del tempo.

Dr.ssa Daniela De Nitto – INFO QUI
Specialista in Scienze dell’Alimentazione
cell. 3923530263 – denittod@hotmail.com

Daniela De Nitto

Ingegnere, pilota, giornalista appassionato da sempre di auto e motori. E' direttore responsabile delle testate giornalistiche NEWSAUTO.it, Elaborare, Elaborare 4x4 ed Elaborare Classic, pubblicazioni da oltre 20 anni riferimento dei "car enthusiast", appassionati di tecnica motoristica, performances e guida sportiva. Nell'anno 2004 ha conseguito il titolo di Campione Italiano nel Campionato Velocità Turismo nelle gare in pista. Tra le tante auto speciali provate: la Mazda 787B vincitrice della 24H di Le Mans nel 1991.
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