Spettacolo

ROMA : UNA STAGIONE TEATRALE INTERESSANTE CON OTTIMI SPETTACOLI E TANTO PUBBLICO !

Siamo nel pieno della stagione teatrale romana, e si può affermare che le sale siano per lo più piene per spettacoli validi, vivaci e molto interessanti per gli appassionati di tutte le età!
 
 teatro

Ecco qui di seguito una bella selezione degli spettacoli più acclamati:
 
Al Teatro Eliseo in prima nazionale Romeo e Giulietta di William Shakespeare (traduzione e adattamento di Fausto Paravidino e Valerio Binasco) con la regia di Valerio Binasco. Protagonisti dello spettacolo sono Riccardo Scamarcio e Deniz Ozdogan. Insieme a loro sul palcoscenico Milvia Marigliano, Antonio Zavatteri, Filippo Dini, Fabrizio Contri, Andrea Di Casa, Lisa Galantini, Simone Luglio, Gianmaria Martini, Giampiero Rappa, Nicoletta Robello, Roberto Turchetta, Fulvio Pepe. Le scene sono di Carlo De Marino, i costumi di Sandra Cardini le luci di Pasquale Mari, le musiche originali di Arturo Annecchino. Romeo e Giulietta è il quarto spettacolo firmato da Valerio Binasco prodotto dal Teatro Eliseo. Così si riavvicina al Bardo (suo autore ‘assoluto’), Valerio Binasco, uno dei più apprezzati registi della nuova generazione, che di recente si è soprattutto confrontato con la drammaturgia contemporanea (N. Ginzburg, J. Fosse, F. Paravidino). Nel suo stile considerato “naturalistico”, c’è sempre l’irruzione dell’inatteso, del ludico, e del sorprendente. Tutto dentro una forma di poesia e di profondità che negli anni hanno creato attesa per sue le direzioni e, spesso, anche per le sue interpretazioni. In questo caso però Binasco è solo alla regia del testo d’amore e morte più classico della drammaturgia mondiale: nel ruolo del protagonista, al suo debutto assoluto a taetro, ci sarà un vero divo cinematografico come Riccardo Scamarcio, che dopo anni di successi sul grande schermo ha scelto qui di misurarsi con il teatro. Scamarcio come Romeo di oggi che incontra la Giulietta Deniz Ozdogan, attrice turca ma impegnata in Italia da anni. Accanto ai due protagonisti si muove un cast di attori eccezionali molti dei quali hanno già in passato lavorato con Valerio Binasco. Alcuni membri della compagnia dello spettacolo fanno parte tra l’altro di due realtà teatrali indipendenti tra le più interessanti del panorama artistico italiano, la Compagnia Gank (Antonio Zavatteri e Lisa Galantini) e la Gloriababbi Teatro (Filippo Dini, Giampiero Rappa e Andrea Di Casa), che sono state coinvolte nell’operazione anche da un punto di vista produttivo.
 
Al Teatro Argentina “Il malato immaginario” di Molière : sul palcoscenico da protagonista, nel ruolo di Argante, un grande e istrionico Gabriele Lavia, che firma anche la regia di una delle commedie più acclamate del teatro. Una commedia che pone, a partire dal titolo, due problemi: due “altrove” dell’Essere: la Malattia e l’Immaginario. Il titolo è ambiguo e, probabilmente, vela il senso profondo. E’ la storia di un Malato (soggetto) Immaginario (predicato), oppure è l’Immaginario (soggetto) malato (predicato)? In fondo basta spostare l’enfasi su una parola piuttosto che un’altra e cambia tutto. I due grandi filosofi del tempo di Molière sono Cartesio e Pascal che hanno “due visioni del mondo diverse”. Cartesio direbbe che il “Malato” è soggetto e “Immaginario” predicato. Pascal, al contrario, direbbe che è l'”Immaginario” soggetto e “malato” predicato. “Solo il cuore può dare misura e prezzo alle cose”, è il famoso pensiero di Pascal. E questo vuol dire che il “valore” di tutte le cose è in “qualcosa” che sfugge alla coscienza e sta nel “cuore”. Nei “Pensieri”, l’opera più importante di Pascal, ce n’è uno, il più lungo, che ha come titolo “Immaginazione”. E’ proprio in questo “pensiero” che Pascal parla dei Medici e dei Dottori: “Se i Medici non avessero sottane e babbucce, i Dottori non avessero berrette quadrate e toghe ampie quattro volte tanto mai avrebbero ingannato il mondo. Altro principio di errore dell’immaginazione sono le malattie. Esse corrompono il Giudizio e la Percezione… L’uomo è dunque costruito in modo così felice, da non possedere alcun principio giusto del Vero e molti eccellenti principi del Falso. L’uomo non è che un soggetto pieno di Errore Naturale”  E’ evidente, leggendo questo “pensiero”, che Molière conoscesse l’opera di Pascal e fosse vicino alla sua filosofia.
 
Una brillantissima Nancy Brilli in scena al Teatro Sistina con Sette donne ! Sette figure femminili, sette vite, sette esperienze, sette monologhi come i sette peccati capitali. Uno sguardo divertito e divertente sulla vita moderna, sui suoi vizi, sulle sue paure e sulle sue nevrosi, per uno spettacolo tutto inedito, costruito intorno a una delle attrici più brave e più amate dei nostri palcoscenici. A disegnare le sette figure di donne, altrettanti autori che sanno sorprendere gli spettatori: Barbara Alberti (lussuria), Iaia Fiastri (accidia), Francesco Freyrie (gola), Piergiorgio Paterlini (invidia), Carla Signoris (superbia), Franca Valeri (ira), Paolo Villaggio (avarizia). A Claudio Pallottini si deve il testo che “cuce” tutto lo spettacolo. Accanto alla Brilli, sul palco, con la loro comicità assurda e stralunata, ci sono i musicisti Dosto&Yevski e la Musicomix Orchestra. Le scene sono firmate da Francesco Fassone, i costumi da Patrizia Pontesilli, il disegno luci da Maurizio Fabretti e il disegno suono da Maurizio Capitini. La regia è di Marco Mattolini. Uno spettacolo per far ridere e far riflettere gli spettatori.  
 
Al Teatro Quirino Caterina Murino, Paolo Calabresi e Max Malatesta sono i protagonisti della commedia Dona Flor e i suoi due mariti, di Jorge Amado, insieme a Simonetta Cartia, Claudia Gusmano, Serena Mattace Raso e Laura Rovetti, con le musiche originali eseguite dal vivo dalla Bubbez Orchestra e con la regia e la drammaturgia di Emanuela Giordano, che ci presenta il riuscito spettacolo:”Dona Flor, è una dolce e pudica creatura bahiana che convola in prime nozze con un adorabile mascalzone, giocatore e sciupafemmine. Alla morte del primo marito, dopo un anno di sofferta vedovanza, si risposa con un affettuoso, devoto e morigerato farmacista. Dona Flor scopre che il desiderio può compiere prodigi inaspettati. Grande maestra di cucina, Dona Flor, natura onesta e schiva, scopre che il suo appetito d’amore non si può saziare con un solo marito, ce ne vogliono due. Per un idillio perfetto occorre mettere insieme il meglio di entrambi: onestà e premure da una parte, fantasia ed erotismo dall’altra. Lo spiritello vivace del primo amore si intrufolerà nel letto del secondo legittimo marito, regalando a Dona Flor l’illusione di una pienezza altrimenti irraggiungibile. Il capolavoro di Amado è un affresco corale, sprigiona incandescente ilarità e poesia visionaria. Non è traducibile per intero sulla scena, tanti sono i personaggi che si affollano nelle case, per i vicoli poveri del Pelorinho, quartiere popolare di Bahia, dove la vita si consuma tra la gente.
 
Grande successo al Teatro della Cometa per la piece Honour, scritta da una brava autrice australiana. George, giornalista e critico letterario, famoso e molto influente; Honour, sua moglie, un tempo brava scrittrice; Sophie, fragile figlia della coppia, studentessa universitaria; e poi Claudia, giovane intervistatrice, molto determinata, con mire letterarie. Una famiglia importante dell’establishment intellettuale, in cui i ruoli della coppia sono ben definiti, con soddisfazione di entrambi i partners. Ma qui arriva, meteora inaspettata, Claudia a intervistare Lui, l’intellettuale famoso e l’ingranaggio, in apparenza perfettamente oliato del ménage familiare, comincia ad incepparsi. Che una giovane donna attraente affascini l’uomo maturo al punto di fargli abbandonare la vita precedente, rientra in una conosciuta casistica; la giovane Claudia tuttavia intreccia rapporti anche con le altre due donne della famiglia: Honour e Sophie. Lo scontro tra forme diverse di amore, quello confermato da una vita in comune e quello scoppiato sotto il segno della passione, è il punto di partenza del testo. Una scrittura che unisce l’uso del bisturi per sezionare comportamenti e rapporti, alla leggerezza dei toni da commedia brillante. Regia di Franco Però con la ottima interpretazione di Paola Pitagora, Roberto Alpi, Viola Graziosi e Evita Ciri.
 
Piccolo Eliseo: una bella ed interessante rassegna teatrale, quella di Roma Città Teatro, che ha preso l’avvio con un grande successo teatrale e cinematografico : Piccoli equivoci, di Claudio Bigagli, con la interpretazione dei giovani, ma già affermati attori Francesco Montanari, Diane Fleri, Mauro Meconi, Daniele De Martino, Stella Egitto e Francesco Martino. Un lavoro andato in scena per la prima volta al Festival di Spoleto nel 1986 prodotto da Carlo Molfese, con la regia di Franco Però ed ebbe un grande successo, che mi valse il premio Taormina Arte come opera prima, dedicato anche a tutta la compagnia di cui voglio ricordare almeno Sergio Castellitto ed Elisabetta Pozzi. Divenne poi il primo film di Ricky Tognazzi, che vinse il David come regista esordiente. Inoltre, negli anni, il testo è diventato materia di studio e di esercizio all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica, che è stata anche la mia scuola. E’ una storia molto divertente e amara, a momenti toccante e quasi tragica.   I protagonisti sono dei giovani attori, ma si parla poco del mestiere, se ne parla quasi per incidente, quando non si riesce a dirsi altro. Il tema centrale sono i sentimenti, l’amore, l’amicizia, quanto sia giusto sacrificare di quello che di buono abbiamo dentro per soddisfare il proprio interesse. Temi etici, morali, che sono sempre più al centro del nostro vivere civile, ai quali Paolo, nevrotico fino al paradosso, cerca di dare un ordine, un senso, innescando però una scombinata girandola che spiazza e sorprende il pubblico e gli altri personaggi.
 
                                                                                                                           Franco Vivona                                                                                                             
 
 
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