Calcio

Serie A: Lazio–Verona 0-0 da paura, show

Roma, 6 febbraio 2020 – Non capita tutti i giorni che una qualsiasi contesa di calcio termini con i contendenti, ed i loro sostenitori, che si abbracciano, si scambiano complimenti, si applaudono reciprocamente.
Si può dire che questo non accade mai. Nel migliore dei casi si ignorano. Ritualmente nelle contese più ad alto livello, uno degli allenatori, quello che ha vinto, uscendo dal campo stringe la mano all’avversario e se è un vecchio amico lo abbraccia.
Il più delle volte, anzi, più la partita è stata sul filo del rasoio e più l’uscita dal campo avviene all’insegna delle contestazioni verso tutti e tutto, dei cartellini rossi o gialli nei confronti dell’allenatore in protesta verso arbitro e quarto uomo, e si rischia la rissa fisica.
Figuriamoci abbracciarsi e sorridere! Quella è roba da rugby, da terzo tempo. Peggio sugli spalti dove le gendarmerie sono sempre all’erta.
Ieri sera all’Olimpico di Roma, invece si è verificato un autentico edificante “miracolo”:
Lazio e Verona hanno lasciato il campo abbracciati. Plaudenti l’un l’altro con la folla dell’Olimpico in delirio.
Eppure la Lazio aveva pareggiato 0-0, aveva perso la grande occasione di sbalzare l’Inter dalla seconda piazza ed accorciare di altri due punti la distanza dalla Juventus della prima posizione.
Questo prodigio perché?
Perché le due squadre per novanta minuto si erano fronteggiate a viso aperto. Alla ricerca del massimo risultato ottenibile, senza trucchi o sotterfugi tattici. E, siccome sono due squadre tecnicamente e tatticamente attrezzate, ne è scaturito un match di altissimo livello tecnico ed agonistico dove alle individuali superiori della Lazio di Luis Alberto Milinkovic ed Immobile, il Verona di Juric rispondeva alla pari con l’organizzazione di gioco collettivo che ha raggiunto una dimensione quasi perfetta soprattutto nel pressing e nella capacità di integrazione dei reparti.
Consapevoli della loro elevata prestazione, i giocatori in campo non mollavano nè l’ardore (senza commettere interventi assassini) e la voglia di osare fino all’ultimo secondo di gara.
Una partita che, grazie alla regia imparziale e competente dell’arbitro Abisso incline a lasciare giocare acutamente piuttosto che fare la prima donna. Un match che non ha mai richiesto l’intervento del Var. Uno strumento di fatto fallito, poichè più sofisticamente e sottilmente asservito alle influenze delle grandi squadre.
Quasi increduli gli spettatori, accorsi all’Olimpico per la grande giornata della Lazio, ed il pubblico televisivo della novella emittente sportiva DAZN (fortunata ad avere in palinsesto il match) hanno potuto godersi uno spettacolo calcistico spettacolare nonostante l’assenza di reti ed, a suo modo, senza precedenti per sportività agonistica, almeno in Italia, ma forse neanche nei paesi del vero fair play.
Dunque non è vero che non si possa giocare in Italia un calcio piacevole e redditizio, cioè diverso e teso soltanto al risultato ottenibile solo grazie a campioni acquisiti a suon di decine e decine di milioni di euro.
Lo testimonia, innanzi tutto, l’Atalanta e (subito a ruota il Verona di Juric che, assieme a Cagliari e Parma, sono addirittura avanti alla Roma ed al Napoli.
Provinciali alla riscossa. Il Verona è decisamente in crescita perché diverte, vince, aumenta consensi. È destinato a replicare il cammino dell’Atalanta.
È buffo comunque che, per godersi un po’ di calcio ben fatto, si debba andare a vedere una provinciale o la Lazio di Lotito che provinciale lo è per i mezzi economici.
I colossi metropoilitani continuano a fare incetta di campioni, ma la domenica battono la Fiorentina 3-0 grazie a due rigori (da Var….) ed un calcio d’angolo. Comisso protesta ma doveva saperlo quando ha investito i suoi dollari nella Fiorentina.
La Juventus va avanti con i gol di Ronaldo, ma sono svalutati perché tanti su calci di rigore. Idem per l’Inter di Lukaku.
Insomma il calcio italiano non procede con i quattrini degli investitori made in China od Usa, ma ancora una volta grazie ad artigiani italiani.

Giacomo Mazzocchi

Giacomo Mazzocchi, giornalista professionista, è stato capo redattore di TuttoSport, capo della redazione sportiva di Telemontecarlo, direttore della comunicazione della Federazione Mondiale di Atletica Leggera e direttore della comunicazione della Federazione Italiana Rugby. Vanta una vasta esperienza suddivisa fra giornalismo scritto e video con direzione e gestione di giornali, pubblicazioni, redazioni televisive, telecronache, conduzioni e partecipazione televisive. Cura l'organizzazione e produzione tv di eventi e uffici stampa
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