Spettacolo

Maleficent: gli italiani scelgono la fantasia

L’ultimo capolavoro della Disney è in vetta alla classifica. La creazione del film, la nascita di una nuova storia.

All’uscita del film ci eravamo chiesti se la Jolie sarebbe riuscita ad essere all’altezza del budget investito dalla Disney per la realizzazione della sua ultima opera cinematografica. (“La malefica Jolie” – guarda le animazioni)

A più di un mese dall’uscita di Maleficent nelle sale italiane, la risposta è decisamente positiva. La Disney non ci delude neanche questa volta. In vetta alla classifica dei film più visti, Maleficent entra nel cuore degli italiani, superando i 12 milioni di euro di incasso.

Ma, il fantasy più amato dal pubblico italiano, non vanta solo un primato di incassi. A dirigere il film, al suo primo debutto da regista, c’è lo scenografo Robert Stromberg. Lo stesso che, per chi non lo sapesse, assieme a Rick Carter e Kim Sinclair, ha vinto nel 2009 l’Oscar per la migliore scenografia con il film Avatar e un altro sempre per la stessa categoria con Karen O’Hara per Alice in Wonderland. Mentre la produttrice esecutiva della pellicola, Angelina Jolie, guadagna finalmente terreno con l’interpretazione della strega cattiva più famosa del mondo, costatale qualche ‘piccolo’ sacrificio.

La bad girl di Hollywood, intenzionata a lasciare le scene per dedicarsi in futuro alla regia, si è sottoposta, infatti, ogni mattina a quattro ore di trattamento per l’applicazione delle protesi facciali che l’hanno trasformata nella celebre Malefica. Il truccatore Rick Baker e la sua squadra hanno infatti realizzato delle protesi che si adeguassero agli angoli del viso di Angelina, al fine di ottenere degli zigomi affilati. “Ad Angie – ha dichiarato Baker – piaceva molto in modo in cui Lady Gaga ha creato il suo trucco con delle forme triangolari sotto la pelle”. Da qui, la brillante ispirazione. A completare il look, anche delle protesi per naso e orecchie, per non parlare delle corna, realizzate dal team in tre diverse paia. Tutto precedentemente montato su una sagoma del capo dell’attrice, creata a grandezza naturale.

La produzione del film, iniziata l’11 giugno 2012 nei famosi Pinewood Studios in Inghilterra, vanta una quantità di set straordinari. Le riprese, durate cinque mesi, si sono svolte in sei teatri di posa e lungo centinaia di metri nelle aree esterne. Sono stati costruiti circa 40 set: da una minuscola stanza di un metro quadrato a un’imponente sala di cinquecento metri quadrati. Gli scenografi Freeman e Cole e il decoratore del set Sandales hanno lavorato con il regista per creare fondali interni ed esterni degni di una narrazione epica. Il castello reale è stato costruito con pavimenti in marmo, rifinito con materiali del XVI secolo ed arredato con oggetti antichi. Duecentocinquanta operai e un dipartimento artistico di venti persone hanno impiegato quattordici settimane per ultimarlo.

La costumista Anna B. Sheppard, ha incontrato difficoltà mai viste, in tanti anni di onorata carriera. Si è dovuta infatti districare tra il mondo umano e quello fiabesco, creando abiti per ogni singola categoria presente in ognuno di essi. In tutto, la Sheppard ha creato manualmente oltre duecento costumi.

Effetti speciali, trucco, costumi, non penserete davvero che basti solo questo per creare dal nulla qualcosa di magico? Oltre la tecnica, c’è il fascino di una favola senza tempo che negli ultimi 400 anni ha continuato ad evolversi. Sono cambiati i titoli, a cominciare dal romanzo francese del 1527 “Perceforest” di un autore sconosciuto e continuando con il racconto del 1697 di Charles Perrault pubblicato nel libro “I racconti di Mamma Oca”, “La bella addormentata nel bosco”; la fiaba è arrivata, così, crescendo fino ai giorni nostri. Malefica, la malvagia fata madrina che maledice la principessa Aurora durante la festa per il suo battesimo, compare per la prima volta nel film d’animazione del 1959, destinata a trasformarsi nell’arcolaio che porta a compimento la maledizione e in seguito nel drago che sfiderà il principe venuto a salvare la sua amata, nel duello che la porterà alla sua dipartita. Chi avrebbe mai immaginato che non ci fosse solo un lato oscuro da contemplare e compiangere?

Grazie a quest’ultima magica intuizione, possiamo vedere anche il lato umano di colei che ha sempre terrorizzato milioni di bambini e possiamo farlo attraverso quella storia che finora nessuno ci aveva ancora narrato. Personalmente, trovo che la versione cinematografica di questa favola d’altri tempi, così modificata, arrivi a dare il giusto senso a quel compromesso che ogni storia, egregiamente narrata, deve scendere a fare con la propria morale.

C’è cuore, c’è ironia. Come ha commentato Francesco Alò de Il Messaggero: “Io non amo i bambini” dice Malefica; ma nella realtà la coppia Jolie-Pitt ne ha ben sei!”.

C’è una versione differente. La Disney, stavolta, ci mostra anche l’altra parte della medaglia. Quella che serve a ricordarci che a ogni cosa, ad ogni avvenimento, si ricollega anche il suo contrario. Come se all’improvviso, dall’altra parte dello specchio, anche il riflesso di tutto ciò che a noi sembra reale, potesse prendere vita in una diversa dimensione.

Perchè non sempre ciò che vediamo è così come ci appare.

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