Politica

INTERVISTA A “LA REPUBBLICA” DI UN BLACK BLOCK : ALLARMANTE !

«Eravamo divisi in due “falangi”. I primi 500 si sono armati a inizio manifestazione e avevano il compito di devastare via Cavour. Altri 300 li proteggevano alle spalle, per evitare che il corteo potesse isolarli.
 

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L’ordine che avevano i 300 era di non tirare fuori né caschi, né maschere antigas, né biglie, né molotov, né mazzette fino a quando il corteo non avesse girato largo Corrado Ricci. Non volevamo scoprire con gli sbirri i nostri veri numeri. E volevamo convincerli che ci saremmo accontentati di sfasciare via Cavour. Ci sono cascati. Hanno fatto quello che prevedevamo.
Ci hanno lasciato sfilare in via Labicana e quando ci hanno attaccato lì, anche la seconda falange dei 300 ha cominciato a combattere.
E così hanno scoperto quanti eravamo davvero.
A quel punto, avevamo vinto la battaglia.
Anche se loro, gli sbirri, per capirlo hanno dovuto aspettare di arrivare in piazza San Giovanni, dove abbiamo giocato l’ultima sorpresa».
«La sera di venerdì avevamo lasciato un ducato bianco all’altezza degli archi che portano in via Sannio. Dentro quel Ducato avevamo armi per vincere non una battaglia, ma la guerra. Il resto delle mazze e dei sassi lo abbiamo recuperato nel cantiere della metropolitana in via Emanuele Filiberto».
D. Parli come un militare.
R.«Parlo come uno che è in guerra».
D. Sei stato in val di Susa?
R.«Ero lì a luglio».
D. A fare la guerra.
R.«Si. E vi do una notizia. Non è finita».
Ogni commento a tutto ciò e semplicemente inutile! Nel condividere il lucido e come sempre coraggioso articolo sul tema di “VETRIOLO”, su questa testata, farò alcune brevi riflessioni. Desidero, in primis, esternare grande solidarietà alle sempre benemerite Forze dell’Ordine, che hanno dato prova di ammirevole equilibrio nella tragica giornata di sabato scorso.
Da Ufficiale dei Carabinieri che ha partecipato ai gravosi servizi di Ordine Pubblico nella Capitale sin dall’autunno caldo (1968-’69), e per tutti i difficili anni ’70, devo però dire che nella manifestazione degli “INDIGNATI”, probabilmente i facinorosi, manifestatisi ben presto e “in divisa” con caschi, indumenti neri e mazze, pur con il rispetto assunto a livello di gestione politica dell’intera situazione, andavano subito isolati e arrestati.
Oltre all’episodio del blindato dato alle fiamme dai delinquenti, ritengo altrettanto   grave quello dell’ ordigno incendiario lanciato all’interno della finestra di un appartamento di pertinenza del Ministero della Difesa, in Via Labicana, con gravissimo pericolo per gli occupanti, per le fiamme subito sviluppatesi. Ciò configura il reato di strage, anche se fortunatamente non ci sono state conseguenze gravi per le persone.   
Oggi, sui media, si scrive, o si parla e sparla nelle TV, di servizi di OP , di black block, di provocatori, di arresto preventivo, di misure coercitive e nuove Leggi ( che in verità già ci sono: per tutte, la Legge Reale sull’Ordine Pubblico del 1975, che proibisce nelle manifestazioni l’uso di caschi e altre forme di travisamento, il porto di mazze etc; la Legge che assimila la bottiglia molotov ad arma da guerra!!), si argomenta ancora dei sacrifici inenarrabili delle Forze dell’Ordine; assistiamo allo scendere in campo di personaggi che, in italiano improbabile, vorrebbero applicare la pena di morte…
Detto ciò, spero solo che il sacrificio di quel meraviglioso “RAGAZZO DI NOME ANTONIO”, cioè l’ Agente di P.S. Antonio Annarumma, appena 23enne, ucciso da dimostranti a Milano il 19 novembre 1969, con un tubo innocenti che gli sfondò il cranio, probabilmente da delinquenti infiltratisi, nel giorno della più che giusta lotta per la casa, come anche il sacrificio di tanti altri valorosi Commilitoni, non sia stato nel tempo vano, ed auspico che, al di là dei proclami e delle grida manzoniane che non servono a niente, sia solamente chiaro a tutti che le Forze dell’Ordine sono state la barriera contro la guerra civile negli anni ‘70, l’eversione, il progredire delle Mafie, con pochi mezzi, mal pagate, però esemplarmente, come lo sono oggi, tutte animate dallo stesso sentimento di Lealtà allo Stato e alle Sue Leggi; da sempre, vero e proprio presidio di Democrazia!
Tutto il resto è mera propaganda, di alta e bassa politica!!
 
 
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