Gennaio

Almanacco del 31 gennaio 2015

alman blu rosa azzurra
OGGI
Sabato 31 Gennaio 2015
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NASCE
1573: Giulio Cesare Monteverdi, compositore
1797: Franz Peter Schubert, musicista
1881: Irving Langmuir, fisico e chimico
1882: Anna Pavlova, ballerina e coreografa
1910:Giorgio Perlasca – convinto fascista, volontario nella guerra d’Etiopia, 
incaricato dal governo di trattare una serie di affari a Budapest,
 finge di essere un diplomatico spagnolo riuscendo a mettere in salvo più di 5.000 ebrei.
 Non condivise mai l’alleanza con la Germania e le leggi razziali, non rinnegò mai di essere fascista, 
le sue azioni ne fecero un eroe riconosciuto in Israele, in Spagna negli Stati Uniti,
 in Gran Bretagna, ma non in Italia.
 MUORE
1933: all’età di 65 anni muore John Galsworthy, scrittore
1954: muore suicida all’età di 63 anni Edwin H. Armstrong,
 radiotecnico inventore (modulazione di frequenza)
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ACCADDE
1851: Gail Borden annuncia l’invenzione del latte condensato
1871: milioni di uccelli oscurano il cielo di San Francisco
1901: a Mosca si rappresenta la prima dell’opera teatrale
“le tre sorelle” di A. Chekhov
1905: costruita la prima autovettura che supera le 100 miglia all’ora
(161 chilometri orari)
1928: la 3M mette in commercio i primi rotoli di scotch adesivo
1961: David Ben-Gurion si dimette dalla carica di Premier di Israele
1964: prima relazione ufficiale sul rapporto tra fumo e cancro
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LA CHIESA RICORDA
Santi
S. Giovanni Bosco
S. Marcella, S. Eusebio, S. Giulio di Novara, S. Marcella di Roma
 Onomastica
Ciro – Cira
Nome persiano, Kurush venne trasformato dai greci in Kyros che
significa “forza, autorità, potenza”. In latino subì ancora una
trasformazione in Cyrus con il significato di “colui che è forte”.
 L’onomastica cristiana lo adottò con il significato originale esteso
a “colui che è forte nella fede”.
Onomastico: 31 Gennaio
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PROVERBIO
Il bene che dileggi e che non guardi,
lo riconosci quando tu lo perdi
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AFORISMA
Ho fatto una regola del non fumare mentre sto dormendo.
(Mark Twain)
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LINGUAGGIO DEI FIORI
Il significato di Zinnia magenta è…
Durevole affezione
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EROI DA NON DIMENTICARE
 Giorgio Perlasca
Nacque a Maserà (Padova) il 15.08.1910.
Condivise gli ideali nazionalisti del fascismo, nel ’35 andò come volontario
 prima in Africa Orientale poi in Spagna, con il Generale Franco.
Dopo la fine della guerra di Spagna, rientrato in Italia, non condivise 
le scelte del fascismo su alleanza con la Germania e leggi razziali.
Per questo, smise di essere fascista, senza mai diventare antifascista.
Scoppiata la seconda guerra mondiale venne mandato, con lo status di
 diplomatico, nei paesi dell’Est per comprare carne per l’Esercito italiano.
L’ 8 di settembre del 1943 l’Armistizio tra l’Italia e gli Alleati lo colse a
 Budapest, sempre con lo stesso incarico; posto di fronte alla richiesta di
aderire alla Repubblica Sociale rifiutò, e per questo fu arrestato.
Venne internato in un castello riservato ai diplomatici e per alcuni mesi la
vita corse tranquilla, ma a metà ottobre del 1944 i tedeschi presero il potere
arrestando il reggente ed affidando il governo ai nazisti ungheresi.
Giorgio Perlasca dovette fuggire e nascondersi e trovò rifugio presso
l’Ambasciata spagnola. Al momento del congedo in Spagna ricevette infatti
un documento che recitava: “Caro camerata, in qualunque parte del mondo
ti troverai potrai rivolgerti alle Ambasciate spagnole”.
Ed in pochi minuti divenne cittadino spagnolo, con un regolare passaporto intestato
a Jorge Perlasca,iniziando a collaborare con l’Ambasciatore spagnolo, Sanz Briz,
che già allora assieme alle altre potenze neutrali presenti (Svezia, Portogallo,
Svizzera, Città del Vaticano) rilasciava salvacondotti per proteggere i cittadini
ungheresi di religione ebraica. A fine novembre l’Ambasciatore spagnolo, richiamato
in Patria per consultazioni, offre a Giorgio Perlasca la possibilità di seguirlo;
ma Perlasca decide di rimanere per andare avanti con l’opera iniziata e per non
abbandonare a morte certa chi viveva sotto la protezione della bandiera spagnola.
Emette, con timbri e carta intestata autentica la sua nomina ad Ambasciatore spagnolo, 
porta le credenziali al Ministero degli Esteri che le accetta come autentiche.
E qui iniziarono i 40/45 giorni in cui, da solo, con l’aiuto dell’avv. Farkas,
 il legale dell’Ambasciata spagnola anche lui di religione ebraica, resse l’Ambasciata
spagnola nel ruolo di Ambasciatore di Spagna.
Riuscì a proteggere, salvare e sfamare giorno dopo giorno oltre 5200 ungheresi di
religione ebraica ammassati in cinque case protette.
Li rifornì di cibo; trovò soldi; organizzò un abbozzo di struttura militare di
resistenza; affrontò fisicamente i nazisti; salvò, curò, girando su un’auto con le
insegne della Spagna tra gelo, macerie, cecchini.
Protesse gli ebrei, recandosi con Wallemberg alla stazione per cercare di recuperare
i protetti, presentando documenti in cui fantomatici parenti spagnoli richiedevano 
la presenza in Spagna di persone in via di deportazione.
Giocando sul fatto che la maggior parte degli ebrei ungheresi era di origine sefardita, 
di antica origine spagnola cacciati alcune centinaia di anni addietro dalla Regina Isabella la Cattolica.
Quando i tedeschi stavano per lasciare Budapest, si oppose alla decisione del ministro
 dell’interno ungherese di incendiare il ghetto, minacciando ritorsioni da parte del
governo spagnolo.
Per circa 100 giorni Giorgio Perlasca fu ambasciatore, medico, organizzatore della
resistenza, consolatore di singoli.
Ha sempre creduto in ognuno di questi ruoli.
E gli oltre 5200 ebrei ungheresi riuscirono a salvarsi, a sopravvivere.
Fu fatto prigioniero dall’esercito russo, ma liberato poco dopo, riuscì avventurosamente
a tornare in Italia e della sua storia si persero le tracce fino a che casualmente alla fine
degli anni 80 Eva e Pal Lang, da lui salvati, svelarono la sua avventura. .
Israele, Yad Vashem, lo proclamò Giusto tra le Nazioni, andò a Gerusalemme
 ove piantò l’albero sulla collina dei Giusti, ospite del Governo israeliano.
Gli venne concessa la cittadinanza onoraria dello Stato d’Israele.
L’Italia gli concesse la Medaglia d’Oro al Valor Civile ed il titolo di Grande
Ufficiale della Repubblica, la sinistra si oppose al fatto di intitolargli strade
o piazze, per via dell’etichetta di “fascista”, nonostante ciò in Italia ci sono
piazze e strade a lui intitolate.
Durante una sessione speciale del Parlamento l’Ungheria gli concesse la massima
onorificenza nazionale, la Stella al Merito.
A Budapest una scuola alberghiera porta il suo nome,
La Spagna gli concesse l’onorificenza di Isabella la Cattolica.
Gli Stati Uniti lo accolsero come un eroe.
Alla domanda, ripetuta dai giornalisti sul perché lo avesse fatto, rispondeva in
due modi. “Lei cosa avrebbe fatto al mio posto, vedendo migliaia di persone
sterminate senza un motivo, solo per odio razziale e religioso, ed avendo la
possibilità di fare qualcosa per aiutarli”.
E a un giornalista che gli suggeriva “Lo ha fatto perché cattolico” lui, credente
anche se non praticante rispose: “No, perché sono un uomo”.
Giorgio Perlasca muore improvvisamente il 15 agosto del 1992.
Il destino ha voluto che la sua vicenda non scomparisse con lui, 
riacciuffata per i capelli dopo oltre 40 anni.
È sepolto in un paese a pochi chilometri da Padova, Maserà.
Ha voluto essere sepolto nella terra e con una unica frase, 
oltre alla data di nascita e di morte: Giusto tra le Nazioni, in ebraico.
L’avvocato Farkas, che con Perlasca si spese nel salvataggio di tante vite, riuscì si
a sfuggire ai tedeschi ma venne ucciso dalle truppe dell’Armata Rossa
quando nel gennaio del 1945 entrarono a Budapest.
Non esistono etichette che possano dire chi è una persona,
le sue azioni sono la sua storia!
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