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Striscia di Gaza e aiuti dalla Global Sumud Flotilla | Navi costrette al rientro

Decine di imbarcazioni, aderenti alla mobilitazione "Global Sumud Flotilla", avevano mollato gli ormeggi da Barcellona, Genova e altri porti mediterranei ma sono state costrette a fare dietrofront per le avverse condizioni meteorologiche. La ritirata non è stata causata da un'azione di Israele.

Falsa partenza il 31 agosto 2025: la Global Sumud Flotilla di Greta Thunberg torna indietro, ma Tel Aviv non c’entra niente. Decine di imbarcazioni avevano mollato gli ormeggi da Barcellona, Genova e altri porti mediterranei per veleggiare verso la Striscia, per forzare il blocco israeliano e aprire un corridoio umanitario. Ma causa meteo c’è stato l’immediato dietrofront.

La mobilitazione della società civile internazionale per portare aiuti umanitari alla Striscia di Gaza via mare è partita ieri da diversi porti alla volta dell’exclave palestinese assediata. In teoria, dovrebbe arrivare al largo delle coste gazawe tra un paio di settimane, però l’inizio non è confortante. Obiettivo: mantenere alta l’attenzione mediatica per mettere pressione su Israele, che con ogni probabilità impedirà alle imbarcazioni di sbarcare. Con costi elevatissimi, da misurare.

L’obiettivo della flottiglia è forzare il blocco israeliano per creare un corridoio umanitario. La mobilitazione, a cui partecipa anche l’attivista Greta Thunberg, intende mantenere alta l’attenzione mediatica e fare pressione su Israele. A bordo delle navi ci sono circa 300 persone, tra cui attivisti e personaggi della società civile, che trasportano tonnellate di aiuti.

L’evento ha avuto una “falsa partenza”. Decine di imbarcazioni, partite da diversi porti del Mediterraneo, tra cui Barcellona e Genova, sono state costrette a fare dietrofront a causa delle avverse condizioni meteorologiche. La ritirata non è stata causata da un’azione di Israele.

Tel Aviv: “Terroristi”

Si vedrà Tel Aviv come reagirà se e quando la flotta arriverà. “Saranno trattati come terroristi”, la promessa. Sono decine di navi di dimensioni medio-piccole messe in acqua. Non è chiaro, al momento, quando potrà ritentare il mare. Per le 300 naviganti, destino da decifrare: marinai, attivisti, personaggi della società civile. Sulle imbarcazioni, tonnellate di aiuti umanitari per i palestinesi della Striscia, intrappolati da oltre 18 anni di assedio illegale dello Stato ebraico, iniziato nel giugno 2007. Tra gli altri c’era anche Greta Thunberg, che figura nel board dell’iniziativa. “La questione riguarda come le persone vengono deliberatamente private dei mezzi di sussistenza più elementari e come il mondo possa tacere“, ha dichiarato la giovane attivista svedese, accusando Tel Aviv di voler “cancellare la nazione palestinese”.

Navi con aiuti da Genova

Contemporaneamente, da Genova hanno mollato gli ormeggi un’altra ventina di imbarcazioni, con la “benedizione” della sindaca Silvia Salis. La sera precedente, una manifestazione partecipatissima (gli organizzatori parlano di 50mila presenze) ha portato sul lungomare la cittadinanza per l’ennesima dimostrazione di solidarietà coi gazawi vittime dello sterminio. I rappresentanti dei portuali hanno promesso di “bloccare tutto” se verrà usata violenza contro la Flotilla. Altre navi sono partite da altri porti del Mediterraneo occidentale e tutte stanno facendo vela verso la zona centrale del Mare Nostrum dove, il prossimo 4 settembre, raccoglieranno ulteriori naviganti da altre località, incluse Tunisia, Grecia e Sicilia, per un totale di circa 50 imbarcazioni con oltre 500 naviganti provenienti da 44 Paesi. 

Global Sumud Flotilla

La Global Sumud Flotilla è una mobilitazione internazionale organizzata da una coalizione di volontari, ONG e attivisti per rompere l’assedio navale imposto da Israele alla Striscia di Gaza e portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese. L’iniziativa si prefigge due obiettivi principali:

  1. Forzare il blocco navale: sfidare il blocco per consegnare direttamente cibo, medicine e altri beni di prima necessità.
  2. Aumentare la pressione mediatica e politica: la flottiglia cerca di attirare l’attenzione globale sulla situazione umanitaria a Gaza e fare pressione sui governi affinché intervengano per porre fine all’assedio.

Il nome “Sumud” è una parola araba che significa “perseveranza” e “resilienza”, e riflette la determinazione degli organizzatori a proseguire con la missione, nonostante i rischi. L’iniziativa è stata definita dagli organizzatori come la più grande missione marittima civile mai tentata verso Gaza, con la partecipazione di decine di imbarcazioni e delegazioni da oltre 40 paesi.

Redazione

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