Politica

Contro la mediocrità e la modestia dell’oggi, i giudizi sferzanti di necessaria indignazione di due grandi intellettuali ultranovantenni

Roma, 3 settembre – Commentando “INDIGNATEVI!” (Add-Editore, 2011, 4,25 euro) il grande successo che ha legato la sua grande popolarità al nome di Stéphane Hessel (Berlino, 1917, Parigi 27 febbraio 2013), Pietro Ingrao (cl.1915; eminente Parlamentare, nel 1976 fu eletto Presidente della Camera dei Deputati, e in questa veste, nel 1978, visse in prima linea i giorni drammatici del sequestro e dell’assassinio del Presidente DC Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse), nel suo “INDIGNARSI NON BASTA“, (Aliberti Editore, 2011) sostiene che la sola indignazione non è sufficiente (pag.15). “Bisogna costruire una relazione condivisa, attiva…..Il mio augurio a tutti voi è che abbiate un motivo per indignarvi…E’ fondamentale…Quando qualcosa ci indigna come a me ha indignato il nazismo, allora diventiamo militanti forti e impegnati”(pag.16).

C’è comunque da dire che se ci focalizziamo sull’indignazione, dobbiamo ricordare che per la sinistra della generazione di Ingrao tale atteggiamento fu impensabile per i più; quella generazione, com’è noto, non fu esente da limiti, impose alla sovietica maniera ferrei silenzi, fu lacerata quando non condannò (Ingrao era Direttore dell’Unità) i carri armati russi in Ungheria nel 1956. “Eppure per noi, riflette Ingrao, indignarsi era tutt’uno con l’impegnarsi (appunto; “Indignarsi non basta!”) ….Siamo usciti dalle catastrofi della seconda guerra mondiale con la speranza e il proposito che non sarebbero tornate….invece….mi spaventa questa normalizzazione della guerra. L’orrore e il ripudio che ha scosso e impegnato la mia generazione si è come liquefatto….(pag.29). Che dovevo fare io?”. Indignarsi era poco, bisognava “costruire una relazione condivisa, attiva. Poi la puoi chiamare movimento o partito o in altro modo”. Ingrao, a questo punto, consiglia ai giovani: “….pratica il dubbio ogni volta che l’agire collettivo contrasta col tuo sforzo di essere libero….Vedo prevalere una critica morale alla degenerazione dei partiti, alla corruzione e all’affarismo del ceto politico..ne condivido le ragioni e l’asprezza…ma l’indignazione non dà conto delle modificazioni sostanziali. La mera denuncia, in qualche modo, le occulta….La politica può rinascere,trovare un’espansione nuova se esprime le esigenze di un vissuto personale socialmente determinato……” Stéphane Hessel, invece, nella sua opera, chiede alla società francese di recuperare ambizioni e voglia di cambiare la società; di riappropriarsi dei valori della Resistenza e di ritrovare ambizioni e voglia di cambiare la società. “Il motivo di base della Resistenza era l’indignazione…noi, veterani di quel movimento, chiediamo alle giovani generazioni di far rivivere gli stessi ideali…” Punta poi il dito sul divario crescente fra i “molto ricchi” e i “molto poveri”, contro “la dittatura dei mercati finanziari”; sul sistema pensionistico solidale e quello della sicurezza sociale. E ancora, rivolto alla sinistra: “Vedo prevalere una critica morale alla degenerazione dei partiti, alla corruzione e all’affarismo del ceto politico; ne condivido le ragioni e l’asprezza. Ma l’indignazione non dà conto delle modificazioni sostanziali. La mera denuncia, in qualche modo, le occulta“. Sferzante e stimolante per questo mondo amorfo e non reattivo, irretito da una politica mediocre e modesta che coinvolge i più, l’ultimo capitolo  dell’ultimo libretto di Hessel, dal titolo “NON ARRENDETEVI!” (Passigli Editori, 2013, euro 6,90), pubblicato poco prima della sua morte avvenuta a febbraio (pag.47)…“Il mondo che conosciamo è in pericolo di morte. Può perire per l’ingiustizia sociale ed economica o anche per l’ingiustizia ecologica…..Non possiamo permetterlo…dobbiamo aprire un nuovo cammino…per un nuovo futuro…Per fare questo abbiamo bisogno di ambizione. L’ambizione che nasce dalla fiducia in noi stessi e dal coraggio….Non bisogna cadere nell’ottimismo di chi pensa che le cose si aggiusteranno da sole, né nel pessimismo di chi crede che non ci sia nulla da fare. Dobbiamo essere ambiziosi!…..Siate ambiziosi! Non arrendetevi!

Possiamo affermare, concludendo, che le iniziali differenze del pensiero dei due grandi intellettuali finiscano col collimare, con l’invito  alla indignazione e all’azione!!

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