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Sul cambiamento della nostra costituzione, baluardo di democrazia.. il metodo Pericle..

Roma, 07 febbraio 2019 – Su “Il Foglio”del 25 gennaio l’articolo di Annalisa Chirico: “Fraccaro non è Pericle”… Intervistato Luciano Violante, ha affermato, in relazione al Disegno di Legge Fraccaro, che il Parlamento riforma il referendum propositivo e ciò sarebbe un fatto positivo per il fatto che la riforma costituzionale proposto dal Governo Renzi si poneva lo stesso obiettivo .. l’interrogativo è diverso. Si tratta di una integrazione della democrazia rappresentativa, o di un primo passo per la sostituzione della democrazia rappresentativa, o per una pari legittimazione tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa..? Oggi l’opinione pubblica si forma prevalentemente sui social network: chi è in grado di manovrare esercita il potere ..Una campagna di comunicazione particolarmente azzeccata o un intervento mirato, magari sollecitato da un paese straniero, possono incidere sul processo di formazione dell’opinione pubblica, e dunque sulla dinamica democratica… L’unica grande forma di democrazia diretta la realizzò Pericle, e Tucidite racconta che quel regime degenerò ben presto nel governo di uno solo…Tornando all’Atene periclea, dei circa 30 mila uomini abilitati a prendere parte alla votazione, partecipavano solo in 6 mila..” Così afferma Violante.
Dunque, si cita il grande Pericle..
Approfondiamo brevemente l’ argomento, chiamando in causa il grande Gaetano Mosca, Dominus della Storia delle Dottrine Politiche.. “La civiltà greca (scriveva), ebbe il suo massimo splendore nel periodo che corre dal secolo IV al VI avanti l’era volgare; e la improvvisa rivelazione del genio greco, la maturità apparentemente subitanea della cultura ellenica hanno fatto sì che molti pensatori odierni hanno parlato di miracolo greco.. Tucidite (citato da Violante, secondo Mosca..) fu scrittore oltremodo imparziale, perché essendo di sentimenti aristocratici, mise in bocca a Pericle, capo del partito democratico ateniese, uno dei più belli elogi della democrazia che siano mai stati scritti..” Quindi, nessuna “degenerazione”..come sopra riferito..
Sempre sul periodo pericleo, sulla Gazzetta di Salerno, in un articolo di Aniello Palumbo del 17 luglio 2017, leggiamo..”Bisogna tornare ad Atene. L’antico modello ateniese della democrazia del sorteggio, deve rinascere nella dimensione moderna del ciberspazio. L’antica agorà ateniese rinascerà nella Rete. Sarà Internet lo strumento che consentirà ai cittadini di decidere su ogni problema, direttamente, senza rappresentanti corrotti e imbroglioni, politicanti di mestiere che dovranno cercarsi un lavoro nella società..”.
Questa l’innovativa proposta del Professor Cosmo Sallustio Salvemini, Presidente dell’Unione Italiana delle Associazioni Culturali che, con il “Movimento Salvemini per la Random-crazia”, ha già presentato una petizione alle Camere, e al Presidente della Repubblica, redatta dall’avvocato Carlo Morganti e dallo stesso Professor Salvemini, per chiedere di emanare una legge di riforma elettorale ispirata al modello ateniese adattato ai tempi moderni.
Secondo Salvemini la prima cosa da modificare è la Costituzione..”Dal ’48 a oggi, il Parlamento è il luogo della rissa sistematica tra contrastanti egoismi. In mille circostanze sono emersi intrecci tra politica e malaffare. I politicanti di mestiere hanno chiesto grossi pacchetti di voti alla criminalità organizzata, per occupare (e mantenere) le poltrone. La questione morale è ancora aperta. Da oltre un secolo, nessuna manovra finanziaria è stata effettuata a favore delle fasce sociali più deboli. Le istituzioni hanno perso credibilità tra i cittadini. Sono incapaci di capire che il primo pilastro di una vera democrazia è la formazione del ceto politico; che il secondo pilastro è costituito dal divieto di occupare cariche pubbliche per coloro che posseggono imperi mediatici; che il terzo pilastro è quello di garantire pari opportunità di accesso alle cariche pubbliche mediante il “metodo Pericle”, cioè mediante un sorteggio (Random..) verificato da un comitato di controllo… A occupare i seggi non dovrebbero più essere i designati dagli oligarchi dei partiti, i politici professionisti, ma i sorteggiati tra meritevoli iscritti in un apposito albo, in possesso di determinati requisiti di cultura, di esperienza lavorativa, di meriti civici quali, per esempio, il volontariato e di specchiata integrità morale. A rotazione, per un anno o poco più, un numero considerevole di cittadini in possesso di certi titoli sarebbero chiamati ad essere protagonisti della democrazia diretta”. Il professor Salvemini, che ha spiegato questa interessante teoria nel libro: “La Repubblica va rifondata sulla Random-crazia”, ritiene che il paese a cui guardare sia la Svizzera.. La Repubblica di Pericle fu lo Stato più avanzato del mondo antico, dove s’ideò e praticò quella democrazia diretta selettiva che il nostro mondo dovrà scoprire quale sola alternativa al parlamentarismo fallito o allo Stato autoritario. Il futuro della democrazia sarà progettato con lo sguardo rivolto alla Storia dell’antica Grecia.
Così, ancora, recentemente, sulla delicata materia si è espresso il Costituzionalista Prof. Pietro Di Muccio de Quattro, il 23 gennaio 2019, in articolo su SocietàLibera online..dal titolo “Il Referendum Distruttivo”..”Tra i tanti referendum previsti dalla Costituzione, tra i quali in primo luogo il costituzionale e l’abrogativo, rischiamo e drammaticamente di veder inserito l’inusitato referendum legislativo, che intendo oggi battezzare, come merita la sua enormità, “referendum distruttivo”. La Camera dei Deputati, nella sostanziale disattenzione, se non indifferenza, dei media e dei cittadini, insomma di quel popolo evocato di continuo, ha iniziato la discussione della proposta di legge che modifica l’art.71 della Costituzione in materia di iniziativa legislativa popolare. L’intenzione di questa riforma, che vorrei giudicare solo dal punto di vista della ragione critica e della teoria politica, per cercare di sottrarmi alla pregiudiziale partitica, sarebbe quella, variamente elogiata pure dagli oppositori parlamentari, di avvicinare il popolo alle istituzioni…La riforma intende conferire a cinquecentomila elettori il diritto di presentare alla Camera e/o al Senato una proposta di legge ordinaria. E, fin qui, sembrerebbe solo un potenziamento del già esistente diritto di almeno cinquantamila elettori… Sennonché, la riforma aggiunge che, se le Camere non approvano la proposta popolare entro diciotto mesi dalla presentazione, “è indetto un referendum per deliberarne l’approvazione.”
I motivi sono così evidenti che i sostenitori non si abbassano a confutarli ma affettano superiorità appollaiati sull’idolo della democrazia diretta. Ma conficcare nella ruota della democrazia rappresentativa il bastone della democrazia sedicente partecipativa, non rafforza la prima né realizza la seconda. Semplicemente blocca la democrazia tout court, forse neppure voluta….”Così conclude il Prof. Di Muccio..

Noi, in ultimo, sostenendo la tesi che non siamo fra coloro che indicano questa riforma come prodromo di uno stravolgimento dei principi della nostra Costituzione con propositi di autoritarismo, affermiamo da liberi cittadini e liberi pensatori, che la Costituzione non è una legge qualsiasi, che persegue obiettivi politici contingenti, ma un baluardo che esprime le basi comuni della convivenza civile e politica. Già nel 2001 la riforma del titolo V, approvata in Parlamento con una ristretta maggioranza, e pur avallata dal successivo referendum, è stato un errore da molte parti riconosciuto e si è dimostrata più fonte di conflitti che di reale miglioramento delle istituzioni….
Ciò affermato, attendiamo.., sperando nel bene di questa nostra.. tormentata.. Patria!!

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