Spettacolo

Bruce Lee, il MITO.

Cinquant'anni fa scompare nel mistero la leggenda delle arti marziali.

Roma, 20 luglio 2023.

 

Quando si dice il mito, che in certe occasioni inizia a manifestarsi appena il /la protagonista passa a miglior vita.

Cinquant’anni fa muore, a neanche trentatre anni, Bruce Lee la leggenda della cultura orientale in occidente relativamente alle arti marziali.

Nativo di San Francisco, California, Bruce Lee, al secolo Lee Yun Fan, vive i primissimi anni di vita nell’allora protettorato britannico di Hong Kong.

Comincia già in adolescenza a studiare e praticare lo studio delle arti marziali, inizialmente come forma di difesa, visto che spesso la sua esuberanza lo porta a scontrarsi con le gang giovanili del posto.

Apprende la tecnica del Kung Fu dal grande maestro Yip Man, rientra successivamente in America dove completa gli studi liceali per poi iscriversi alla facoltà di filosofia.

Si sposa con Linda e nel giro di quattro anni diventa padre di un maschio ed una femmina.

Lee non si fossilizza sulle tecniche apprese bensì le personalizza, le migliora, adeguandole alla sua notevole velocità d’esecuzione.

La cultura sportiva di Lee spazia su vari sport da combattimento, compresa la boxe occidentale, addirittura impara a tirare di scherma.

Tutto questo lo porta a creare il suo personalissimo stile che denomina Jeet Kun Do, letteralmente “via del pugno che intercetta”.

Nel 1971 e nel 1972 esplode la popolarità di Bruce Lee, attirato verso la settima arte, con le produzioni “Il furore della Cina colpisce ancora” e “Dalla Cina con furore”.

La popolarità internazionale sale alle stelle e culmina, sempre nel 1972, con “L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente”, con il celebre duello all’ultimo sangue girato all’interno del Colosseo contro Chuck Norris.

Il genere Kung Fu, all’inizio degli anni settanta, di fatto prende il posto dell’epopea western e fagocita il mercato italiano con pellicole dai titoli più stravaganti: “Cinque dita di violenza”, “La morte nella mano”, “Con una mano ti spezzo, con due piedi ti rompo”, tanto per ricordarne alcuni.

Nel 1973 l’ultima proiezione come protagonista, “I 3 dell’operazione Drago”, dove nella fase di doppiaggio accusa un malessere che lo porta ad un ricovero ospedaliero.

Edema cerebrale il responso; tuttavia Lee si salva per subire però dopo appena tre mesi un secondo attacco stavolta decisivo per la sua dipartita.

Una leggenda, un mito, diventa tale e si alimenta anche e soprattutto per le voci che raccontano lo stato delle cose.

Visto il personaggio si è ipotizzata l’eliminazione da parte della mafia cinese, addirittura da parte di qualche sedicente produttore cinematografico per mancati accordi su varie proiezioni.

La versione più accreditata parla di reazione allergica a farmaci che hanno portato l’attore ad un prolungato stato di disidratazione.

Bruce Lee dunque icona, leggenda, mito, delle arti marziali in genere che ha saputo dare, nei suoi film, un tocco di teatralità alla disciplina.

 

 

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