Calcio

Ingiustizia è fatta. Var da rifare

Roma, 13 luglio 2020 – Il troppo stroppia! Gli ultimi due rigori concessi alla Juventus per pareggiare una partita già due volte persa (in casa!) contro l’Atalanta, hanno colmato davvero la misura.
Mezza Italia (quella non bianconera ) è insorta. Ivi compresa la parte più eticamente professionale della stampa.
E pure proprietà del ‘Corriere della Sera’, ha fatto capo da sempre alla filiera industriale Rizzoli- Gemini- Agnelli-Fiat che fa riferimento a Torino. E da un paio di anni se l’è aggiudicata in borsa il Presidente torinese Cairo.
Ma sulla edizione di, oggi, lunedì 13 luglio 2020, il miglior editorialista ed opinionista in circolazione in Italia, Mario Sconcerti (figlio d’arte pugilistica , già Direttore del Corriere dello Sport) ha paventato che la gestione del calcio italiano (in particolare del settore arbitrale) sia sostanzialmente politica. Ed è approdata – si può concludere – nelle mani di un gruppo bene organizzato di Giacchette Nere in attività od in pensione.
L’intervento così autorevole del Corrierone ha lasciato intravedere sotto un tipo di commistione simile a quella scoperchiato di recente fra Politica e sistema giudiziario italiano.
Forse l’ottimo e coraggioso giornalista fiorentino, nella sua denunzia, non osava spingersi tanto lontano.
www.attualita.it, invece, fin dall’avvento del VAR e della moviola, ne aveva segnalato i pericoli ed i motivi dei pericoli connessi nell’adozione di un sistema pseudo scientifico per evitare errori arbitrali. Un sistema che, in effetti, non garantisce alcunchè.
Garantisce soltanto che, invece di consegnare ad ogni stagione centinaia di migliaia di euro a tot arbitri di serie A, ora ne consegna centinaia di migliaia di Euro in più a tot arbitri più tot.
Per capirsi, prima del VAR (acronimo di Video Assistant Referee, per i non italiani – perchè ormai è una lingua sconosciuta – traducibile come “arbitro di video-assistenza” – del direttore ) il significativo ticket arbitrale veniva versato per ogni partita, ad una triade formata dal giudice con il fischietto e due guardalinee. Con l’avvento del Var, la partita di calcio viene affidata al doppio di giacchette a formare un vero e proprio Comitato di gestione a sei voci con l’aggiunta di Arbitro Var Assistente Var (AVAR) ed, a bordo campo, il Quarto Uomo addetto a coordinare il lavoro di tutti gli altri.
Tutti questi personaggi non sono pagati a stipendio, ma a profumatissimi gettoni che a stagione completata, diventano diverse migliaia di euro.
Dilettanti che guadagnano più di tanti professionisti e che debbono difendersi dalle concorrenze.
Come si entra in questa elite? Come si fa carriera? Semplicemente con il riguardo ottenuto dai personaggi che contano nella Federcalcio. I quali a loro volta sono esponenti graditi alle società che hanno più peso.
www.attualità.It, giornale per scelta privo di rapporti economici e quindi totalmente libero, non è usa essere tenera nei confronti dei media italiani solitamente troppo vicini ai centri di potere. In particolare ha denunciato ad ogni occasione il sistema arbitrale, abilissimo di inventarsi tutto e di più, pur di sostenere la causa dei club più potenti ai danni delle provinciali.
In particolare fin dall’avvento della Moviola in campo, erano stati denunciati i pericoli connessi all’utilizzo di questo strumento tecnologico che dovrebbe garantire la lettura esatta e scientifica di ogni situazione controversa.
Già nei titoli di www.attualita.it è tutto il programma. Ad esempio, fra i più recenti: Rocchi come Ponzio Pilato!, oppure: Sos cercasi arbitro non teleguidato
In questo VAR all’Italiana che regala rigori a destra (e non manca) non c’è alcuna garanzia di infallibilità, anzi, perche la tecnologia della Moviola garantisce soltanto la perfetta linea del fuori gioco al momento della partenza del pallone.
Solo questo è scientifico. Tutto il resto è prodotto da interpretazione. E da “regolette-consigli” che pilotino l’interpretazione: volontarietà, intenzionalità , violenza, e così via.
Il tutto stabilito da un gruppo più meno allargato di arbitri riuniti in conferenza audio-video. Una assurda follia. Che contrasta con tutto quello che si fa in altri Paesi. La TV ci concede di assistere ai match delle varie leghe principali – inglesi, tedeschi, francesi, spagnoli.
Chi ricorda di partite continuamente contrassegnate da: arbitri richiamati dalla moviola; o disegnanti di continuo quadrati nell’aria; o per lunghi minuti impegnati in conversazioni al microfono non si sa con chi? Una specialità tutta italica che si origina come si è detto. Sconcerti, si, è indignato. Ha capito che sono le regole da cambiare.
Ma c’è di più da fare. Per evitare che giornali come quello torinese Tuttosport, scrivano spiegando il primo rigore concesso alla Juventus: “De Roon intercetta con il braccio sinistro su cross di Dybala. Giusto decretare il rigore: il volume del corpo e’ aumentato!
Sì, proprio così. L’interpretazione della moviola deve ragionare sull’aumento del volume del corpo offerto dalle braccia rannicchiate davanti al corpo davanti al petto, girato. Come nel caso di De Roon. Come si fa a stabilire questo volume? Andiamo in laboratorio, no? Tutto ciò è solamente grottesco. Si tratta sempre di interpretazioni umane. Salvo sulla posizione di fuori gioco.
Ed allora si lasci che sia solo un arbitro a sbagliare assumendosene tutta la responsabilità anzichè delegare ad un collegio il compito di decidere.
Il Var deve essere solo un ausilio che l’arbitro chiede di fronte ad una situazione confusa. Vedi rugby. Sarà lui che decide poi il da farsi, assumendosene ogni responsabilità. Pagando se sbaglia. Così, in tutti gli altri sport. Meno che nel calcio all’italiana.
Il sistema vigente fatalmente finisce per favorire ancor più i club più floridi economicamente rispetto alle incursioni delle varie Atalanta. Sassuolo, Lecce, Verona etc. Finisce per colpire anche il Napoli. Si pensi all’assurdo rigore concesso al Milan per pareggiare. Maksimovic interviene sull’arrembante Jack Bonaventura con la punta del piede tocca e sposta il pallone anticipando di una frazione di attimo il milanista che nel successivo impatto vola a gambe all’aria: sei in area di rigore? È penalty (o calcio di rigore!)!!
Tutto da discutere, da rivedere. Nessuna regola o consiglio ti può aiutare. Un tempo chi difendeva era salvo se era lui a toccare prima il pallone e poi l’avversario! Non è più così. Chi lo dice? Il gruppone di sei arbitri che gestisce una semplice partita di calcio!
Fatelo sapere a tutti. Affiggete sulle tribune un prontuario dove viene spiegato per filo e per segno il perchè in Italia si assegnano più rigori che in qualsiasi altro posto del mondo. E si spieghi anche perchè gli scudetti finiscono tutti negli stessi posti.
E negli stadi desertificati dal Coronavirus continuano a perder quelli che giocano meglio.
www.attualita.it lo afferma in ogni occasione. BASTA CON GLI ARBITRI TELEGUIDATI!

Giacomo Mazzocchi

Giacomo Mazzocchi, giornalista professionista, è stato capo redattore di TuttoSport, capo della redazione sportiva di Telemontecarlo, direttore della comunicazione della Federazione Mondiale di Atletica Leggera e direttore della comunicazione della Federazione Italiana Rugby. Vanta una vasta esperienza suddivisa fra giornalismo scritto e video con direzione e gestione di giornali, pubblicazioni, redazioni televisive, telecronache, conduzioni e partecipazione televisive. Cura l'organizzazione e produzione tv di eventi e uffici stampa
Back to top button
SKIN:
STICKY