Spettacolo

Stanley Kubrick.

Ricordo di un genio della cinematografia mondiale.

Roma, 7 marzo 2024

 

 

Venticinque anni fa, oggi, ci lascia uno dei più geniali cineasti della storia del cinema: Stanley Kubrick.

Artista maniacale nel suo lavoro che lo porta, sin dalle prime esperienze, ad occuparsi oltre che della regia anche di sceneggiatura, fotografia, montaggio, produzione.

Kubrick proietta il suo sguardo analitico su molti generi: storico-epico, Spartacus, commedia, Il dottor Stranamore, fantascienza, 2001: Odissea nello spazio, storico, Barry Lindon, horror, Shining.

Il filo rosso che collega le sue opere è il tema della fragilità umana e l’interesse più verso le macchine che verso gli uomini.

C’è una strana assonanza tra Kubrick e Leone, simili nella produzione di pochi film, 13 lo statunitense, 8 il romano.

Pellicole realizzate anche a distanza di anni, concepite attraverso fasi tormentate delle loro carriere ma autentici capolavori della cinematografia mondiale.

Tornando a Kubrick scelgo due film, a mio modo di vedere, particolarmente emblematici: Il Dottor Stranamore e 2001: Odissea nella spazio.

L’intenzione di Kubrick quando nel 1964 presentò Stranamore era rappresentare sul grande schermo uno scenario da fine del mondo perché il pubblico ne potesse ridere.

Una sceneggiatura grottesca sull’assurdità della guerra fredda, la follia dell’autodistruzione, che Kubrick mette su come una farsa.

Quattro anni dopo in 2001: Odissea nello spazio il regista propone un viaggio nell’oscuro lato del sistema solare.

Un lavoro maniacale strutturato attorno a una serie di punti di svolta nell’evoluzione umana che l’introduzione, sulle note di Così parlò Zarathustra di Strauss, rende ancora più profondo il mistero del ruolo dell’umanità nell’universo.

Un’opera che ha anticipato di decenni l’uso di alcuni effetti speciali e che a tutt’oggi risulta ancora particolarmente affascinante.

Tra le tante stranezze della settima arte c’è anche l’inconcepibile assenza nelle varie premiazioni di un Oscar per Kubrick, a differenza di riconoscimenti avuti da parecchi suoi film.

Il personaggio è sempre stato schivo, fuori dalle frequentazioni dello star-system hollywoodiano, seguito e coccolato dalla moglie, dai figli e dai suoi animali.

Un’ultima curiosa similitudine con Sergio Leone al quale è rimasto incompiuto l’ultimo progetto cinematografico sull’assedio di Leningrado, nell’ultimo conflitto mondiale.

Kubrick prima di morire stava lavorando su un progetto relativo all’intelligenza artificiale; chissà cosa si sarebbe inventato…

 

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