Estero

Clandestini. Ancora lo sceriffo Obama: I muri non servono. L’Europa, strisciante e ipocrita, non gli ricorda il muro messicano o muro di Tijuana

Tijuana muro frontiera croci(foto: Muro di separazione nella città di Tijuana. Oltre 3000 croci attaccate al muro, ricordano i clandestini uccisi) 

Con gli ultimi colpi di coda, continuano i danni di Obama al mondo.

Roma, 26 aprile – Nel castello di  Herrenahusen, ad Hannover,  dove si è svolto un vertice G5, Barack Obama nell’incontrare Angela Merkel, Matteo Renzi, Francois Hollande e David Cameron, gli ha dato le sue istruzioni per l’uso per l’accoglienza degli  immigrati.

Si è congratulato con loro per l’accoglienza, citando anche papa Francesco, il Santo Padre che in visita a Lesbo, di ritorno, ha portato con se dodici musulmani, abbandonando al loro destino i cristiani, quelli che se presi, vengono sgozzati per la loro fede. Ma è più alla moda portare in Italia, a cui poi li “scaricherà”, i musulmani.

Ancora una volta, lo “sceriffo Obama” ha dato i compitini agli europei.

Ben certo che nessuno dei clandestini possa raggiungere l’America, in Germania ha sentenziato che “i muri non servono”, predicando l’accoglienza agli immigrati. In America, chi entra illegalmente, è però clandestino!

Peccato che nessuno dei quattro presenti ha avuto il coraggio di rispondergli che, prima di vedere la pagliuzza nell’occhio del vicino, è il caso di togliere il tronco dal proprio occhio.

Così, nessuno gli ha ricordato il muro di separazione nella città di Tijuana, confine con il  Messico, con la sua barriera alta dai 2 a 4 metri e lunga – secondo quanto riportato su varie fonti internet in quanto non l’ho misurata personalmente! –  3.140 km, attraversando territori di diversa conformazione, aree urbane e deserti.

Su questo confine, con dati ufficiali abbondantemente vecchi, dal 1998 al 2004, lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, sono morte in totale 1.954 persone.

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